Napolitano lascia soli soltanto gay e lesbiche
Per carità: solidarietà e vicinanza a monsignor Bagnasco per le ignobili minacce che ha ricevuto. Ma sono certo che lui, da generale, non si spaventa di certo per una pallottola spedita per posta. O di una scritta sul muro del genere "Bagnasco Vergogna!".
Comunque, come ho già scritto da un'altra parte, "Nessuno tocchi Bagnasco!", tanto più che gesti del genere non fanno che rafforzare la posizione dei clericali e dei conservatori italiani che sono già in buon numero e soprattutto rumorosi e agguerriti.
Sorprende, invece, il comportamente del presidente della Repubblica, che sui temi della laicità dello stato, della separazione fra stato e chiesa e della tutela delle minoranze è quantomeno deludente. E si conferma inadeguato anche stavolta.
"L'Italia non lascerà solo monsignor Bagnasco", si è affrettato a comunicare ufficialmente il Capo dello stato; e va bene così, è giusto che la più alta istituzione faccia sentire la propria vicinanza al rappresentante di una religione così importante e diffusa.
Ma dov'era Giorgio Napolitano quando nel mirino erano le persone omosessuali? Dov'era quando scritte offensive e minacciose comparivano su luoghi di cultura e di aggregazione lgbt? Dov'era quando parlamentari eletti insolentivano e aggredivano tutte le persone con una sessualità diversa da quella della maggioranza? Creando il brodo di coltura in cui si preparava il suicidio del giovane ragazzo di Torino? Dov'era Napolitano quando le gerarchie ecclesiastiche definivano gay e lesbiche come "deviati", "nocivi" e "minacciosi" per la famiglia tradizionale?
In tutti questi casi non ricordo un comunicato né una dichiarazione pubblica del Quirinale. Gay e lesbiche forse non sono cittadini italiani e non meritano la solidarietà del presidente della Repubblica?
Comunque, come ho già scritto da un'altra parte, "Nessuno tocchi Bagnasco!", tanto più che gesti del genere non fanno che rafforzare la posizione dei clericali e dei conservatori italiani che sono già in buon numero e soprattutto rumorosi e agguerriti.
Sorprende, invece, il comportamente del presidente della Repubblica, che sui temi della laicità dello stato, della separazione fra stato e chiesa e della tutela delle minoranze è quantomeno deludente. E si conferma inadeguato anche stavolta.
"L'Italia non lascerà solo monsignor Bagnasco", si è affrettato a comunicare ufficialmente il Capo dello stato; e va bene così, è giusto che la più alta istituzione faccia sentire la propria vicinanza al rappresentante di una religione così importante e diffusa.
Ma dov'era Giorgio Napolitano quando nel mirino erano le persone omosessuali? Dov'era quando scritte offensive e minacciose comparivano su luoghi di cultura e di aggregazione lgbt? Dov'era quando parlamentari eletti insolentivano e aggredivano tutte le persone con una sessualità diversa da quella della maggioranza? Creando il brodo di coltura in cui si preparava il suicidio del giovane ragazzo di Torino? Dov'era Napolitano quando le gerarchie ecclesiastiche definivano gay e lesbiche come "deviati", "nocivi" e "minacciosi" per la famiglia tradizionale?
In tutti questi casi non ricordo un comunicato né una dichiarazione pubblica del Quirinale. Gay e lesbiche forse non sono cittadini italiani e non meritano la solidarietà del presidente della Repubblica?
Comments
FM
Insomma era distratto. Scusalo, uno deve pure farsi una cultura a un certo momento. Se questo lo distrae dall'attualità, è comprensibile.