Napolitano, la chiesa e le famiglie
Il vero titolo di questo post (quello che avevo pensato tra ieri e oggi era "Napolitano, ancora uno sforzo", ma visto che l'ha già usato lui per un'attenta analisi preferisco non ripetere).
Come sapete, se leggete ogni tanto questo blog, non sono stato e non sono tenero con il nostro presidente della Repubblica, l'ottuagenario Giorgio Napolitano, che finora si è speso molto di più per rassicurare la chiesa cattolica che per tutelare i cittadini della Repubblica italiana. Però nemmeno la disinformazione è accettabile, dunque andiamo a vedere che cosa ha detto davvero il Capo dello stato all'inaugurazione della Conferenza nazionale sulla famiglia, voluta dalla ministra Bindi.
Mi ha suggerito questo intervento l'ottimo fda, indignato per i travisamenti operati dalle agenzie di stampa e dai principali quotidiani online sulle parole di Napolitano. I titoli dei giornali riportavano un ovvio "sostegno alla famiglia" e "attenzione alla chiesa", come se fossero il punto centrale dell'intervento. E invece al primo punto c'è un richiamo alla Costituzione, alla sua lettera e allo spirito con cui fu formulata (in particolare l'art. 29 sulla famiglia) e soprattutto alla primazia degli articoli 2 e 3 (e dei primi 12 articoli, i principi fondamentali) sui successivi.
La fonte migliore è il sito del Quirinale, che riporta per intero il discorso del Presidente. Vi offro solo un paio di passi che si discostano sia dalle ribadite affermazioni della chiesa sia, soprattutto, dalla piattaforma del Family day
Ora: indubbiamente questo discorso è un notevole passo avanti, anche in termini di chiarezza, rispetto agli ultimi interventi del Capo dello stato e segna, a mio avviso, anche un altolà alle ingerenze di alcuni settori della società. Specie dove sottolinea l'esigenza di riconoscere e tutelare le coppie non matrimoniali e rivendica il valore sociale delle convivenze
Come sapete, se leggete ogni tanto questo blog, non sono stato e non sono tenero con il nostro presidente della Repubblica, l'ottuagenario Giorgio Napolitano, che finora si è speso molto di più per rassicurare la chiesa cattolica che per tutelare i cittadini della Repubblica italiana. Però nemmeno la disinformazione è accettabile, dunque andiamo a vedere che cosa ha detto davvero il Capo dello stato all'inaugurazione della Conferenza nazionale sulla famiglia, voluta dalla ministra Bindi.
Mi ha suggerito questo intervento l'ottimo fda, indignato per i travisamenti operati dalle agenzie di stampa e dai principali quotidiani online sulle parole di Napolitano. I titoli dei giornali riportavano un ovvio "sostegno alla famiglia" e "attenzione alla chiesa", come se fossero il punto centrale dell'intervento. E invece al primo punto c'è un richiamo alla Costituzione, alla sua lettera e allo spirito con cui fu formulata (in particolare l'art. 29 sulla famiglia) e soprattutto alla primazia degli articoli 2 e 3 (e dei primi 12 articoli, i principi fondamentali) sui successivi.
La fonte migliore è il sito del Quirinale, che riporta per intero il discorso del Presidente. Vi offro solo un paio di passi che si discostano sia dalle ribadite affermazioni della chiesa sia, soprattutto, dalla piattaforma del Family day
...i problemi attuali della famiglia.E poi
Della famiglia reale, quale si è venuta configurando negli ultimi tempi in Italia. Se ne puntualizzerà l'analisi in questa Conferenza, ma è già in piena evidenza la portata di certi dati e di certe tendenze. Si è dinanzi a forme famigliari nuove mai tanto presenti nel nostro paese : coppie non unite in matrimonio, coppie senza figli, madri e padri single, coppie anziane - fenomeni che, tutti, riflettono non solo cambiamenti nel costume ma mutazioni profonde nella struttura demografica e tensioni molteplici nella società.
C'è ampio spazio ... per una ricerca di risposte che non dividano il paese, che non scivolino sul piano inclinato di un'artificiosa e perniciosa contrapposizione tra cattolici e laici. La ricerca deve vedere impegnati il Parlamento, le istituzioni rappresentative dello Stato democratico nel pieno e sereno esercizio dell'autonomia sancita dalla Costituzione e nell'attento e serio ascolto delle preoccupazioni e dei contributi di pensiero che possono venire dalla Chiesa e dalle organizzazioni cattoliche, come da ogni altra componente della società civile.Come a dire che la chiesa non ha il monopolio dei valori. Da ultimo si fa riferimento ai diritti delle unioni che non formano famiglia.
Ora: indubbiamente questo discorso è un notevole passo avanti, anche in termini di chiarezza, rispetto agli ultimi interventi del Capo dello stato e segna, a mio avviso, anche un altolà alle ingerenze di alcuni settori della società. Specie dove sottolinea l'esigenza di riconoscere e tutelare le coppie non matrimoniali e rivendica il valore sociale delle convivenze
E' solo parte del discorso pubblico sulla famiglia, la soluzione - che comunque non può essere elusa - dei problemi per quanto delicati di un riconoscimento formale dei diritti e dei doveri di unioni che non sono confondibili o equiparabili rispetto alla famiglia fondata sul matrimonio, ma che vanno concretamente assunte come destinatarie dei principi fondativi della Costituzione senza alcuna discriminazione. Ben comprendendo come tutte le solidarietà e le corresponsabilità che nascano da stabili rapporti di affetto e di reciproco rispetto, costituiscano una realtà da considerare significativa sotto il profilo della convivenza civile e della coesione sociale.Lo sforzo in più? Come scrive Gabo, Napolitano non è riuscito - forse è più forte di lui - a pronunciare la parola omosessuali, le parole gay e lesbiche. Veri convitati di pietro a questa Conferenza e diretti destinatari di quella uguaglianza sancita dagli articoli 2 e 3 Cost alla luce dei quali andrebbe letto l'articolo 29.
Comments
Grazie per la "contro-rassegna stampa"!
Principino
Secondo me quando parla di convivenze si riferisce a quelli che non si sposano pur potendolo fare (e quindi non possono, ovviamente, essere equiparati ai matrimoni).
per i gay e le lesbiche invece Napolitano auspica - anche se non lo dice - l'estensione del matrimonio.
Altrimenti perché la tirata sulla lettura storicistica dell'articolo 29 e la preferenza al 2 e al 3?
(4 verbi uno dietro l'altro, mica facile, eh?)