I Ds al Gay Pride ma senza Dico
Alla fine Piero Fassino è stato costretto - dai laici del suo partito, i Ds ormai in via di scioglimento - a prendere posizione sui diritti delle coppie omosessuali e sulla laicità dello stato. Gli dev'essere costato, ma ha anche annunciato la partecipazione di una delegazione Ds al Gay Pride del 16 giugno a Roma. Tutto questo mentre anche Franco Grillini ha abbandonato i Ds per entrare in Sinistra democratica, il gruppo dei fuorusciti con Mussi, Katia Zanotti e Fulvia Bandoli.
La marcia del 16 giugno è l'occasione per tutta la sinistra - sindacati, associazioni, partiti, circoli - di ribadire che l'Italia è laica e che le minoranze devono essere tutelate, proprio perché sono più deboli. E già sul Gay Pride si appuntano le critiche ("deturpa") e le polemiche degli organizzatori del Family Day.
Di fatto il cammino dei Dico in Parlamento è finito e finalmente le associazioni glbt di questo paese hanno alzato il tiro, chiedendo la piena uguaglianza di tutti i cittadini, cioè il matrimonio per tutti.
PARITÀ - DIGNITÀ - LAICITÀ
La marcia del 16 giugno è l'occasione per tutta la sinistra - sindacati, associazioni, partiti, circoli - di ribadire che l'Italia è laica e che le minoranze devono essere tutelate, proprio perché sono più deboli. E già sul Gay Pride si appuntano le critiche ("deturpa") e le polemiche degli organizzatori del Family Day.
Di fatto il cammino dei Dico in Parlamento è finito e finalmente le associazioni glbt di questo paese hanno alzato il tiro, chiedendo la piena uguaglianza di tutti i cittadini, cioè il matrimonio per tutti.
PARITÀ - DIGNITÀ - LAICITÀ
Chiediamo che sia data applicazione alla Risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2000 che chiede di garantire «alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie ed alle famiglie tradizionali ».È una misura di civiltà cui anche l’Italia si deve adeguare per non restare ai margini del cammino di allargamento dei diritti civili intrapreso dall’Europa.
Il Parlamento dovrebbe affrontare, dopo il disegno di legge proposto dal Governo, il tema delle unioni di fatto. Consideriamo il livello della discussione del tutto arretrato. Le esigenze e i bisogni delle coppie lesbiche e gay, comunque escluse dall’accesso al matrimonio per un’ingiusta discriminazione, non vengono tenuti nella dovuta considerazione.
Chiediamo, quindi, la parità dei diritti, attraverso l’estensione del matrimonio civile o istituto equivalente. Nel rispetto delle differenti modalità di legami sentimentali, ed in linea con ciò che è avvenuto in Europa chiediamo inoltre la creazione di istituti differenti e distinti dal matrimonio che prevedano il riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili.
Andrà affrontato con un’apposita legge il tema della responsabilità genitoriale dei partner di fatto, anche dello stesso sesso, nell’interesse delle migliaia di figli di lesbiche e gay presenti nel paese.
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