Bush e Ruini all'attacco finale
Sono due in questo momento le forze che si oppongono con più vigore e decisione al riconoscimento dei diritti per le persone gay lesbiche bisessuali e transessuali: l'amministrazione americana di Bush Minore e il Vaticano. (qui mi occupo del mondo occidentale, che ci riguarda più da vicino, e volutamente trascuro dittature - come Cuba - e regimi islamici, notoriamente omofobi e repressivi, come tutte le istituzioni basate su una religione).
Vediamo dunque che al Senato degli Stati Uniti la commissione Giustizia ha approvato in prima lettura (10 a 8, repubblicani contro democratici) il progetto per emendare la Costituzione, per scrivere che il matrimonio è solo l'unione fra un uomo e una donna. Una modifica del genere renderebbe illegale il matrimonio fra due uomini o due donne anche negli stati, come il Massachusetts, che già lo hanno legalizzato, imponendo così la volontà federale su quella dei singoli stati (un'aberrazione, secondo la dottrina tradizionale della destra americana).
Ma il presidente Bush, in calo nei sondaggi e a caccia del voto della destra religiosa, ha deciso di cavalcare il tema e spingere sull'acceleratore, in vista delle elezioni di medio termine a novembre. Questo, nonostante la presa di posizione pubblica della stessa first lady, Laura Bush, che aveva chiesto di non fare del matrimonio un argomento da campagna elettorale.
In Italia, però, non abbiamo di che rallegrarci. Qui il cardinale Ruini, al termine dell'assemblea dei vescovi italiani, è uscito finalmente allo scoperto e ha lanciato il suo ultimo decisivo assalto, puntando dritti al bersaglio vero: i gay. Meritorio da parte sua, ché almeno sappiamo (e sapranno tutti) come stanno le cose.
Il porporato ha spiegato due cose:
1. le coppie eterosessuali non vogliono e non hanno bisogno dei Pacs: quando vogliono un impegno si sposano.
2. la vera pressione per i Pacs viene dai gay.
Ma Ruini non si è fermato qui e ha sviluppato un argomento finalmente chiarificatore: molte coppie omosessuali, ha detto, non vogliono che il loro rapporto sia pubblicizzato e riceva un sigillo pubblico; anzi preferiscono rimanere nell'ombra.
Quelle che si dannano per i Pacs - o peggio per il matrimonio - sono le coppie gay.
Non ha torto il cardinale, se vuole distinguere - con questa terminologia - fra chi vive l'omosessualità un po' come un peccato, o comunque come qualcosa da nascondere, e chi invece chiede di vivere alla luce del sole e veder riconosciuti diritti e doveri di fronte allo stato.
A questo punto onestà vorrebbe che si giocasse a carte scoperte: noi, comunità gay, e le forze progressiste (se ci sono) che ci sostengono dovremmo chiedere la piena uguglianza, cioè il matrimonio. E abbandonare le mediazioni democristiane (Pacs) che non sono state accettate Oltretevere. Dovremmo farlo sostenendo, al contrario di Ruini, i valori dell'uguaglianza, della dignità, degli affetti e della convenienza per la società di istituire legami più solidi e duraturi, sanciti pubblicamente.
Già un grande giurista e costituzionalista come Paolo Barile spiegava, oltre venti anni fa, che le coppie omosessuali "pure sono fondate, come le altre, su un'affectio che le assimila a quelle eterosessuali; rendendone anzi più essenziale l'elemento spirituale". In quanto il legame chele unisce è solo privato.
Vediamo dunque che al Senato degli Stati Uniti la commissione Giustizia ha approvato in prima lettura (10 a 8, repubblicani contro democratici) il progetto per emendare la Costituzione, per scrivere che il matrimonio è solo l'unione fra un uomo e una donna. Una modifica del genere renderebbe illegale il matrimonio fra due uomini o due donne anche negli stati, come il Massachusetts, che già lo hanno legalizzato, imponendo così la volontà federale su quella dei singoli stati (un'aberrazione, secondo la dottrina tradizionale della destra americana).
Ma il presidente Bush, in calo nei sondaggi e a caccia del voto della destra religiosa, ha deciso di cavalcare il tema e spingere sull'acceleratore, in vista delle elezioni di medio termine a novembre. Questo, nonostante la presa di posizione pubblica della stessa first lady, Laura Bush, che aveva chiesto di non fare del matrimonio un argomento da campagna elettorale.
In Italia, però, non abbiamo di che rallegrarci. Qui il cardinale Ruini, al termine dell'assemblea dei vescovi italiani, è uscito finalmente allo scoperto e ha lanciato il suo ultimo decisivo assalto, puntando dritti al bersaglio vero: i gay. Meritorio da parte sua, ché almeno sappiamo (e sapranno tutti) come stanno le cose.
Il porporato ha spiegato due cose:
1. le coppie eterosessuali non vogliono e non hanno bisogno dei Pacs: quando vogliono un impegno si sposano.
2. la vera pressione per i Pacs viene dai gay.
Ma Ruini non si è fermato qui e ha sviluppato un argomento finalmente chiarificatore: molte coppie omosessuali, ha detto, non vogliono che il loro rapporto sia pubblicizzato e riceva un sigillo pubblico; anzi preferiscono rimanere nell'ombra.
Quelle che si dannano per i Pacs - o peggio per il matrimonio - sono le coppie gay.
Non ha torto il cardinale, se vuole distinguere - con questa terminologia - fra chi vive l'omosessualità un po' come un peccato, o comunque come qualcosa da nascondere, e chi invece chiede di vivere alla luce del sole e veder riconosciuti diritti e doveri di fronte allo stato.
A questo punto onestà vorrebbe che si giocasse a carte scoperte: noi, comunità gay, e le forze progressiste (se ci sono) che ci sostengono dovremmo chiedere la piena uguglianza, cioè il matrimonio. E abbandonare le mediazioni democristiane (Pacs) che non sono state accettate Oltretevere. Dovremmo farlo sostenendo, al contrario di Ruini, i valori dell'uguaglianza, della dignità, degli affetti e della convenienza per la società di istituire legami più solidi e duraturi, sanciti pubblicamente.
Già un grande giurista e costituzionalista come Paolo Barile spiegava, oltre venti anni fa, che le coppie omosessuali "pure sono fondate, come le altre, su un'affectio che le assimila a quelle eterosessuali; rendendone anzi più essenziale l'elemento spirituale". In quanto il legame chele unisce è solo privato.
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