Mosca non è Europa, almeno per i gay

A Mosca non si marcia per il Gay Pride, anzi gay e lesbiche non possono neppure andare a deporre fiori sul monumento al milite ignoto.
Così ieri la marcia, che già era stata vietata dal sindaco e dal tribunale, è stata di fatto bloccata sia dalla polizia - 1700 agenti - sia da gruppi di oppositori, fra cui nazionalisti, manifestanti religiosi che brandivano icone ortodosse e uomini vestiti in abiti tradizionali. Anche il Tg5, ieri sera, ne ha dovuto parlare, mostrando immagini di violenza e intolleranza contro i gay, russi ed europei.

Più di cento persone sono state arrestate dalla polizia di Mosca: si tratta sia di xenofobi che tentavano di aggredire i manifestanti sia degli stessi attivisti in corteo. In manette è finito anche il 28enne Nikolai Alekseev, fondatore e anima di GayRussia, una delle poche associazioni per i diritti di gay lesbiche bisessuali e transgender.

Anche l'Arcigay, che era lì con una delegazione, parla di "giorno scuro" per la democrazia in Russia, anche se almeno il fatto di aver tentato di manifestare ha tolto un velo di ipocrisia sulla situazione delle persone glbt in Russia.

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