Non expedit
Ratzinger parla chiaro.
No ai Pacs, ai diritti per le coppie di conviventi e soprattutto alla legalizzazione delle unioni fra due persone dello stesso sesso. Il Papa richiama ufficialmente gli uomini politici e pone un veto sul riconoscimento dei diritti per gay e lesbiche.
''Politici e legislatori'', ha detto il santo Padre, devono difendere ''i diritti della famiglia'', perché sono in preparazione ''soluzioni giuridiche per le cosiddette unioni di fatto'', che pur ''rifiutando gli obblighi del matrimonio, pretendono di godere di diritti equivalenti''. Lo ha detto Benedetto XVI in Vaticano ai membri della riunione plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. In alcuni casi, ha aggiunto Papa Ratzinger ''si vuole addirittura giungere a una nuova definizione del matrimonio per legalizzare le unioni omosessuali''.
Questo Papa Benedetto XVI ha un grande merito e glielo riconosco pienamente: è chiaro ed esplicito. Qualcuno, rispetto alle parole dell'altro giorno, aveva provato a interpretarlo in modo "leggero": la sua non è un'ingerenza, dicevano, è solo il magistero della Chiesa.
E invece no: Ratzinger si ingerisce nella vita politica e civile e ribadisce la sua voglia di farlo. Il suo è un vero e proprio Non expedit, a 130 anni o poco più dal precedente di Pio IX.
A questo punto sta tutta nelle mani della politica la responsbailità di difendere lo stato laico e la sua società tutta dall'invadenza e dai diktat di una parte sola, che pretende di possedere la verità e vuole imporla a tutti con la forza della legge.
Certo: un magistero morale come quello della chiesa cattolica sarebbe più credibile se i monsignori non si facessero sorprendere a Roma in un'area di prostituzione maschile, reagendo con violenza nei confronti degli stessi poliziotti, come è successo ieri sera a un prelato che vive in Vaticano, nella Domus Mariae dove fu eletto il Papa.
No ai Pacs, ai diritti per le coppie di conviventi e soprattutto alla legalizzazione delle unioni fra due persone dello stesso sesso. Il Papa richiama ufficialmente gli uomini politici e pone un veto sul riconoscimento dei diritti per gay e lesbiche.
''Politici e legislatori'', ha detto il santo Padre, devono difendere ''i diritti della famiglia'', perché sono in preparazione ''soluzioni giuridiche per le cosiddette unioni di fatto'', che pur ''rifiutando gli obblighi del matrimonio, pretendono di godere di diritti equivalenti''. Lo ha detto Benedetto XVI in Vaticano ai membri della riunione plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. In alcuni casi, ha aggiunto Papa Ratzinger ''si vuole addirittura giungere a una nuova definizione del matrimonio per legalizzare le unioni omosessuali''.
Questo Papa Benedetto XVI ha un grande merito e glielo riconosco pienamente: è chiaro ed esplicito. Qualcuno, rispetto alle parole dell'altro giorno, aveva provato a interpretarlo in modo "leggero": la sua non è un'ingerenza, dicevano, è solo il magistero della Chiesa.
E invece no: Ratzinger si ingerisce nella vita politica e civile e ribadisce la sua voglia di farlo. Il suo è un vero e proprio Non expedit, a 130 anni o poco più dal precedente di Pio IX.
A questo punto sta tutta nelle mani della politica la responsbailità di difendere lo stato laico e la sua società tutta dall'invadenza e dai diktat di una parte sola, che pretende di possedere la verità e vuole imporla a tutti con la forza della legge.
Certo: un magistero morale come quello della chiesa cattolica sarebbe più credibile se i monsignori non si facessero sorprendere a Roma in un'area di prostituzione maschile, reagendo con violenza nei confronti degli stessi poliziotti, come è successo ieri sera a un prelato che vive in Vaticano, nella Domus Mariae dove fu eletto il Papa.
Comments
perà in questo caso "Non expedit" nel senso di "non è permesso" votare leggi del genere :)