Torino come Cracovia
E come Varsavia, Poznan, Mosca.
Tutte città in cui il Gay Pride è proibito o vietato dalle autorità. Gli stessi divieti denunciati e condannati dal Parlamento europeo, nella fondamentale risoluzione contro l'omofobia.
Bene: a Torino, alcuni politici del centrosinistra (leggasi, della Margherita) hanno sollevato dubbi sul corteo del Gay Pride, che è già stato spostato al 17 giugno per non sovrapporsi all'eventuale turno di ballottaggio. Tra parentesi, già una delicatezza inutile visto che Sergio Chiamparino è favoritissimo su Buttiglione e sarà rieletto con tutta probabilità al primo turno con una maggioranza amplissima, specie dopo i trionfi delle Olimpiadi.
Comunque, il signor Marco Calgaro, vicesindaco di Torino espressione della Margherita - come mi segnala Gianluca da Torino - ha dichiarato che "se quel corteo passerà nel centro storico, il Comune dovrà ritirare il patrocinio", anche perché "certe carnevalate danneggiano soprattutto loro" (i gay).
Sembra di risentire l'eco delle parole di Kaczynski, l'ex sindaco di Varsavia e adesso presidente della Polonia, che vietò il corteo glbt, poi celebrato ugualmente. O le parole del sindaco di Mosca, che ha vietato di recente il Gay Pride.
Alle assurde polemiche (con un Buttiglione "possibilista" per il corteo e An che si oppone "per non discriminare gli etero"), si somma il rifiuto delle Università, che hanno negato i propri spazi agli organizzatori del Pride, con scuse francamente risibili ("manca il tempo tecnico", "gli spazi non sono sufficienti"): le stesse aree concesse per le Olimpiadi.
Una parola seria (e di sinistra) è arrivata, fortunatamente, dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso: "Mi dà fastidio quel senso di paura, quel velo di ipocrisia, davanti a quella che è solo l'espressione di un diritto alla libertà da parte di chi è discriminato".
Vivaddio! Signora Bresso, lo spieghi ai suoi colleghi politici e anche a tanti gay che non vengono a marciare con noi per rivendicare i nostri sacrosanti diritti.
Ecco: la migliore risposta a Calgaro è organizzarsi e andare alla marcia del 17 giugno. Noi (fda e io) ci saremo.
Tutte città in cui il Gay Pride è proibito o vietato dalle autorità. Gli stessi divieti denunciati e condannati dal Parlamento europeo, nella fondamentale risoluzione contro l'omofobia.
Bene: a Torino, alcuni politici del centrosinistra (leggasi, della Margherita) hanno sollevato dubbi sul corteo del Gay Pride, che è già stato spostato al 17 giugno per non sovrapporsi all'eventuale turno di ballottaggio. Tra parentesi, già una delicatezza inutile visto che Sergio Chiamparino è favoritissimo su Buttiglione e sarà rieletto con tutta probabilità al primo turno con una maggioranza amplissima, specie dopo i trionfi delle Olimpiadi.
Comunque, il signor Marco Calgaro, vicesindaco di Torino espressione della Margherita - come mi segnala Gianluca da Torino - ha dichiarato che "se quel corteo passerà nel centro storico, il Comune dovrà ritirare il patrocinio", anche perché "certe carnevalate danneggiano soprattutto loro" (i gay).
Sembra di risentire l'eco delle parole di Kaczynski, l'ex sindaco di Varsavia e adesso presidente della Polonia, che vietò il corteo glbt, poi celebrato ugualmente. O le parole del sindaco di Mosca, che ha vietato di recente il Gay Pride.
Alle assurde polemiche (con un Buttiglione "possibilista" per il corteo e An che si oppone "per non discriminare gli etero"), si somma il rifiuto delle Università, che hanno negato i propri spazi agli organizzatori del Pride, con scuse francamente risibili ("manca il tempo tecnico", "gli spazi non sono sufficienti"): le stesse aree concesse per le Olimpiadi.
Una parola seria (e di sinistra) è arrivata, fortunatamente, dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso: "Mi dà fastidio quel senso di paura, quel velo di ipocrisia, davanti a quella che è solo l'espressione di un diritto alla libertà da parte di chi è discriminato".
Vivaddio! Signora Bresso, lo spieghi ai suoi colleghi politici e anche a tanti gay che non vengono a marciare con noi per rivendicare i nostri sacrosanti diritti.
Ecco: la migliore risposta a Calgaro è organizzarsi e andare alla marcia del 17 giugno. Noi (fda e io) ci saremo.
Comments
Quindi diamo ragione alla Margherita: i Gay Pride danneggiano l'immagine degli omosessuali.
Niente gay pride, quest'anno, da nessuna parte.
In cambio, la margherita approvi entro metà giugno (camera e senato) il disegno di legge presentato da Grillini sui Pacs.
Mi sembra uno scambio ragionevole.
Funzionerebbe anche. In un Paese civile.
Diamine, io vengo già giù per votare contro la Moratti (a proposito, Aelred: ti candidi o no? E dove? Ché io ti voto e ti faccio votare, per quanto posso...). Non so se ce la faccio anche ad essere al Pride. Ma date queste premesse la voglia ci sarebbe tutta.
E comunque, Cracovia è molto più bella di Torino. (In realtà conosco poco tutte e due, prendetemi cum grano salis.)
mi candido, in zona 5 al Consiglio di Zona
presto un post con i particolari
Grazie del supporto
Tu ti candidi in zona 5.
Un mio amico carissimo si candida in zona 3.
Io sono in zona 4.
Posso sentirmi presa per i fondelli?
(Cerco di pensare a chi conosco in zona 5, anyway.)