L'odore dei soldi
"Sosteniamo i diritti gay". "Basta pubblicità sui media gay". "Annunci sui giornali gay per tutte e 8 le marche Ford".
In poche settimane il colosso automobilistico fondato da Henry Ford ci ha riservato una serie di giravolte degne della miglior politica estera italiana, stretto fra il politicamente corretto, le pressioni dei cristiani integralisti e il succulento mercato gay.
Prima alcuni concessionari Ford avevano promesso di mediare con la società a nome delle "famiglie americane" che non sopportavano il sostegno a una serie di iniziative gay. Poi, a sorpresa, ai primi di dicembre l'annuncio che nel 2006 il gruppo avrebbe smesso di pubblicizzare Jaguar e Land Rover su giornali, tv e siti Internet gay, lasciando solo gli annunci di Volvo.
Subito cantava vittoria la reazionaria Afa, che aveva lanciato un boicottaggio proprio con questo obiettivo.
Reazione sdegnata dei gruppi gay e delle lobby americane per i diritti civili e immediato dietro-front dell'azienda, che invia una lettera per scusarsi e assicura che non solo Land Rover e Jaguar continueranno a comunicare sui media gay, ma si aggiungeranno anche tutti gli altri marchi Ford.
Ma non è finita. Il sito canadese 365gay.com rivela un succoso retroscena: dietro la decisione di Ford ci sono i soldi. Non quelli dei gay, ma quelli di uno dei maggiori azionisti, il fondo pensioni dello stato di New York. Potere del denaro.
In poche settimane il colosso automobilistico fondato da Henry Ford ci ha riservato una serie di giravolte degne della miglior politica estera italiana, stretto fra il politicamente corretto, le pressioni dei cristiani integralisti e il succulento mercato gay.
Prima alcuni concessionari Ford avevano promesso di mediare con la società a nome delle "famiglie americane" che non sopportavano il sostegno a una serie di iniziative gay. Poi, a sorpresa, ai primi di dicembre l'annuncio che nel 2006 il gruppo avrebbe smesso di pubblicizzare Jaguar e Land Rover su giornali, tv e siti Internet gay, lasciando solo gli annunci di Volvo.
Subito cantava vittoria la reazionaria Afa, che aveva lanciato un boicottaggio proprio con questo obiettivo.
Reazione sdegnata dei gruppi gay e delle lobby americane per i diritti civili e immediato dietro-front dell'azienda, che invia una lettera per scusarsi e assicura che non solo Land Rover e Jaguar continueranno a comunicare sui media gay, ma si aggiungeranno anche tutti gli altri marchi Ford.
Ma non è finita. Il sito canadese 365gay.com rivela un succoso retroscena: dietro la decisione di Ford ci sono i soldi. Non quelli dei gay, ma quelli di uno dei maggiori azionisti, il fondo pensioni dello stato di New York. Potere del denaro.
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