Anche il Cile pronto alle unioni civili gay

Michelle Bachelet ha 54 anni, è stata ministro della Sanità e poi della Difesa in Cile e al primo turno delle elezioni presidenziali cilene ha conquistato il 45,85 per cento dei voti, contro poco più del 25% del suo primo rivale, il magnate dei media e miliardario Sebastián Piñera.

Un risultato straordinario per lei, socialista, divorziata, madre di tre figli avuti da due uomini diversi e dichiaratasi da poco agnostica. Michelle in più viene da una famiglia che ha combattuto la dittatura di Pinochet: il padre era un generale fedele al presidente Allende e ucciso dalle torture del regime, lei stessa e la madre furono in séguito arrestate dalla Dina (la terribile polizia segreta di Pinochet) e rimasero in carcere per un mese.

Al secondo turno, in programma a gennaio, le destre uniranno le forze per provare a riconquistare il Palazzo della Moneda, da cui sono bandite dalla caduta di Pinochet: però alla Bachelet basterà il 5,37 per cento di Tomás Hirsch, candidato della sinistra radicale per confermare il trionfo.

Nel suo programma, concordato da socialisti e democristiani, Michelle non ha voluto introdurre il matrimonio gay, ma ha inserito la lotta alla discriminazione e all'omofobia e una legge sulle coppie di fatto, etero e gay. Per i cileni, ormai, il risultato migliore.

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