Tanta voglia di Aznar
In un vecchio post ho raccontato come l'ex presidente del governo spagnolo Aznar non ha mai introdotto pacs né unioni civili in Spagna, ma anzi si è sempre opposto alle proposte di legge presentate dalla sinistra, riuscendo perfettamente a farle fallire.
Qui, però, non voglio parlare del vecchio premier iberico, sconfitto dal voto popolare e dalla propria protervia. Mi preme parlare di questa strana sinistra italiana, che si vanta di non essere "come Zapatero" (un socialista europeo esattamente come i Ds), ma appunto come Aznar, un uomo di destra che ha contribuito ad allontanare progressivamente dal centro l'intero Partito popolare europeo.
Che a rivendicare la linea Aznar sia un vecchio democristiano, seppur di fede dossettiana, come Romano Prodi non sorprende più di tanto; come va ripetendo fino alla nausea fda, invece, è scandaloso che taccia (e quindi acconsenta) il maggior partito della sinistra (o dovrei dire di centrosinistra), quei Ds che fino a prova contraria dovrebbero essere socialdomocratici, se fossero qualcosa.
Di fronte al feticcio Aznar, che Fassino D'Alema e Veltroni dovrebbero rifuggire come la peste, non un'obiezione né un distinguo; neppure un colpo di tosse. Evidentemente a loro va bene così. In fondo la sinistra - Blair docet - già non si distingue dalla destra sui temi economici (legge Biagi, precariato, privilegi alle imprese) e su quelli internazionali (guerra no, guerra sì, guerra forse). Perché dovrebbe essere "di sinistra" sulle questioni civili e sociali. Meglio lasciare una bella libertà di coscienza o, meglio ancora, tacere e sperare che si parli d'altro.
Un vero partito di sinistra non solo respingerebbe le unioni civili per proporre il matrimonio per tutti (etero e gay), non solo risponderebbe a muso duro ai tentativi neocentristi e neomoderati di anacquare il poco che si è raggiunto; ma difenderebbe, e con orgoglio, la propria scelta di tutelare i più deboli e le persone discriminate da secoli.
Come ha fatto quel vero socialista di José Luìs Rodriguez Zapatero.
Noi invece abbiamo Fassino, che andava dalle monache e sbandiera la sua religiosità. Buon per lui. L'11 febbraio, con il programma dell'Unione, vedremo se almeno la linea Aznar ha resistito o se dobbiamo rinunciare financo a quella. Che tristezza.
Qui, però, non voglio parlare del vecchio premier iberico, sconfitto dal voto popolare e dalla propria protervia. Mi preme parlare di questa strana sinistra italiana, che si vanta di non essere "come Zapatero" (un socialista europeo esattamente come i Ds), ma appunto come Aznar, un uomo di destra che ha contribuito ad allontanare progressivamente dal centro l'intero Partito popolare europeo.
Che a rivendicare la linea Aznar sia un vecchio democristiano, seppur di fede dossettiana, come Romano Prodi non sorprende più di tanto; come va ripetendo fino alla nausea fda, invece, è scandaloso che taccia (e quindi acconsenta) il maggior partito della sinistra (o dovrei dire di centrosinistra), quei Ds che fino a prova contraria dovrebbero essere socialdomocratici, se fossero qualcosa.
Di fronte al feticcio Aznar, che Fassino D'Alema e Veltroni dovrebbero rifuggire come la peste, non un'obiezione né un distinguo; neppure un colpo di tosse. Evidentemente a loro va bene così. In fondo la sinistra - Blair docet - già non si distingue dalla destra sui temi economici (legge Biagi, precariato, privilegi alle imprese) e su quelli internazionali (guerra no, guerra sì, guerra forse). Perché dovrebbe essere "di sinistra" sulle questioni civili e sociali. Meglio lasciare una bella libertà di coscienza o, meglio ancora, tacere e sperare che si parli d'altro.
Un vero partito di sinistra non solo respingerebbe le unioni civili per proporre il matrimonio per tutti (etero e gay), non solo risponderebbe a muso duro ai tentativi neocentristi e neomoderati di anacquare il poco che si è raggiunto; ma difenderebbe, e con orgoglio, la propria scelta di tutelare i più deboli e le persone discriminate da secoli.
Come ha fatto quel vero socialista di José Luìs Rodriguez Zapatero.
Noi invece abbiamo Fassino, che andava dalle monache e sbandiera la sua religiosità. Buon per lui. L'11 febbraio, con il programma dell'Unione, vedremo se almeno la linea Aznar ha resistito o se dobbiamo rinunciare financo a quella. Che tristezza.
Comments
Spero ti tiri un po' su. Non abito piu' in Italia da anni ma continua a mortificarmi la pochezza della dialettica politica. Allora spulcio giornali e blog, piccoli e grandi, in cerca di buone notizie e di buone persone.
Grazie,
Giuseppe
Ho visto e mi fa piacere, anche se con Fossati ho qualche problema personale...
quasi quasi vò in spagna e prendo la cittadinanza...