Manifestiamo per la vita
(Post originariamente pubblicato il 26 luglio 2005 su Village)
Iran, una provincia nordorientale del paese. Due ragazzi, ormai lo saprete tutti, sono stati condannati a morte e giustiziati per impiccagione. Ayaz Marhoni aveva 18 anni, Mahmoud Asgari 16. Sono stati condannati per un rapporto sessuale, anzi "omosessuale".
L'orrore di questa immagine (e di altre che mostrano i due adolescenti in lacrime mentre vanno al patibolo) ha fatto il giro del mondo.
Naturalmente in questo caso i "difensori della vita" in servizio permanente effettivo si sono ben guardati dal far sentire la propria voce. I vari Volonté, Bondi, Pedrizzi, che si commuovono di fronte a tre cellule indistinte e non sentono il bisogno di difendere vite reali.
Neppure la chiesa cattolica, dal papa Ratzinger a monsignor Ruini, fino a decine di vescovi, cardinali e sacerdoti che tuonano quotidianamente in difesa "della vita" e contro "la cultura della morte" hanno pensato di condannare questa barbarie. Un caso di "relativismo"?
Non lo so. So che, nel nostro piccolo, possiamo dare un segnale, forse di scarsa utilità, ma che ci unisce idealmente alle proteste in atto in tutto il mondo.
L'appuntamento è per domani pomeriggio, mercoledì 27.
MILANO
PIAZZA DIAZ 6 DAVANTI al CONSOLATO d'IRAN
ORE 17,00 PRESIDIO
ROMA
VIA NOMENTANA 365 AMBASCIATA d'IRAN
0re 18,30 SIT IN
Iran, una provincia nordorientale del paese. Due ragazzi, ormai lo saprete tutti, sono stati condannati a morte e giustiziati per impiccagione. Ayaz Marhoni aveva 18 anni, Mahmoud Asgari 16. Sono stati condannati per un rapporto sessuale, anzi "omosessuale".
L'orrore di questa immagine (e di altre che mostrano i due adolescenti in lacrime mentre vanno al patibolo) ha fatto il giro del mondo.
Naturalmente in questo caso i "difensori della vita" in servizio permanente effettivo si sono ben guardati dal far sentire la propria voce. I vari Volonté, Bondi, Pedrizzi, che si commuovono di fronte a tre cellule indistinte e non sentono il bisogno di difendere vite reali.
Neppure la chiesa cattolica, dal papa Ratzinger a monsignor Ruini, fino a decine di vescovi, cardinali e sacerdoti che tuonano quotidianamente in difesa "della vita" e contro "la cultura della morte" hanno pensato di condannare questa barbarie. Un caso di "relativismo"?
Non lo so. So che, nel nostro piccolo, possiamo dare un segnale, forse di scarsa utilità, ma che ci unisce idealmente alle proteste in atto in tutto il mondo.
L'appuntamento è per domani pomeriggio, mercoledì 27.
MILANO
PIAZZA DIAZ 6 DAVANTI al CONSOLATO d'IRAN
ORE 17,00 PRESIDIO
ROMA
VIA NOMENTANA 365 AMBASCIATA d'IRAN
0re 18,30 SIT IN
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