Alla prova della solidarietà
Ecco l'occasione.
I cattolici impegnati in politica, anche quelli di destra che non perdono occasione per ribadire il loro impegno a difendere la famiglia, hanno una grande opportunità per dimostrare di non essere omofobi, di non voler discriminare nessuno e di essere pronti, al contrario, a eliminare gli ostacoli che rendono la vita più difficile a molte persone, senza dover riconoscere per forza le unioni composte da persone dello stesso sesso.
Proprio qui in Lombardia, dove la politica è in mano a quella macchina di guerra che risponde al nome di Comunione e liberazione, il movimento fondato da don Giussani. Ma andiamo al sodo.
Al Consiglio regionale lombardo Marcello Saponaro, dei Verdi, ha presentato un progetto di legge (pdl) contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, che agisce in particolare nel campo sanitario dove si consumano quotidianamente veri e propri drammi.
Questa legge, che potete leggere integralmente qui, prevede in particolare all'articolo 7 il "consenso informato ai trattamenti terapeutici", cioè la possibilità di indicare una persona cui i medici si devono rivolgere in caso di gravi condizioni di salute.
Ecco il testo:
1. Ciascuno ha diritto di designare la persona a cui gli operatori sanitari devono riferirsi per riceverne il consenso a un determinato trattamento terapeutico, qualora linteressato versi in condizione di incapacità naturale e il pericolo di un grave pregiudizio alla sua salute o alla sua integrità fisica giustifichi l'urgenza e indifferibilità della decisione.
2. La disposizione di cui al comma 1 non si applica ai minori di anni diciotto.
3. Nel caso di ricovero ospedaliero in strutture pubbliche o private È fatto obbligo agli operatori sanitari di verificare lavvenuta manifestazione della dichiarazione, di cui al comma 1, e di darvi attuazione.
4. La manifestazione di volontà, di cui al comma 1, garantisce altresì alla persona designata di prestare assistenza al malato in ogni fase della degenza, nel rispetto delle modalità definite dai regolamenti delle strutture di ricovero e cura.
Oltre a questo, il progetto prevede norme anti-discriminazione sul lavoro, nella formazione professionale e per gli esercizi pubblici.
Qui non si parla di Pacs né di unioni; non ci sono matrimoni, né grandi né piccoli, né di serie A né di serie B. Solo una piccola norma di civiltà per garantire a tutti il diritto di essere assistiti da chi desiderano. Vedremo al momento del voto chi dimosterà di avere a cuore le persone in carne e ossa e chi preferirà difendere posizioni ideologiche per un tornaconto elettorale.
Certo, già la lista dei firmatari è significativa di un certo clima, in cui la sinistra è lasciata da sola a difendere i diritti dei più deboli. Dopo l'autore Marcello Saponaro c'è l'altro verde Carlo Monguzzi, Luciano Muhlbauer (Rifondazione), Stefano Zamponi (Italia dei valori - Di Pietro), Giuseppe Civati (Ds), Osvaldo Squassina (Rifondazione), Bebo Storti (Pdci). Anche stavolta, come succede troppo spesso, nessuno della Margherita.
PS: non siedono in Consiglio rappresentanti della Rosa nel pugno.
I cattolici impegnati in politica, anche quelli di destra che non perdono occasione per ribadire il loro impegno a difendere la famiglia, hanno una grande opportunità per dimostrare di non essere omofobi, di non voler discriminare nessuno e di essere pronti, al contrario, a eliminare gli ostacoli che rendono la vita più difficile a molte persone, senza dover riconoscere per forza le unioni composte da persone dello stesso sesso.
Proprio qui in Lombardia, dove la politica è in mano a quella macchina di guerra che risponde al nome di Comunione e liberazione, il movimento fondato da don Giussani. Ma andiamo al sodo.
Al Consiglio regionale lombardo Marcello Saponaro, dei Verdi, ha presentato un progetto di legge (pdl) contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere, che agisce in particolare nel campo sanitario dove si consumano quotidianamente veri e propri drammi.
Questa legge, che potete leggere integralmente qui, prevede in particolare all'articolo 7 il "consenso informato ai trattamenti terapeutici", cioè la possibilità di indicare una persona cui i medici si devono rivolgere in caso di gravi condizioni di salute.
Ecco il testo:
1. Ciascuno ha diritto di designare la persona a cui gli operatori sanitari devono riferirsi per riceverne il consenso a un determinato trattamento terapeutico, qualora linteressato versi in condizione di incapacità naturale e il pericolo di un grave pregiudizio alla sua salute o alla sua integrità fisica giustifichi l'urgenza e indifferibilità della decisione.
2. La disposizione di cui al comma 1 non si applica ai minori di anni diciotto.
3. Nel caso di ricovero ospedaliero in strutture pubbliche o private È fatto obbligo agli operatori sanitari di verificare lavvenuta manifestazione della dichiarazione, di cui al comma 1, e di darvi attuazione.
4. La manifestazione di volontà, di cui al comma 1, garantisce altresì alla persona designata di prestare assistenza al malato in ogni fase della degenza, nel rispetto delle modalità definite dai regolamenti delle strutture di ricovero e cura.
Oltre a questo, il progetto prevede norme anti-discriminazione sul lavoro, nella formazione professionale e per gli esercizi pubblici.
Qui non si parla di Pacs né di unioni; non ci sono matrimoni, né grandi né piccoli, né di serie A né di serie B. Solo una piccola norma di civiltà per garantire a tutti il diritto di essere assistiti da chi desiderano. Vedremo al momento del voto chi dimosterà di avere a cuore le persone in carne e ossa e chi preferirà difendere posizioni ideologiche per un tornaconto elettorale.
Certo, già la lista dei firmatari è significativa di un certo clima, in cui la sinistra è lasciata da sola a difendere i diritti dei più deboli. Dopo l'autore Marcello Saponaro c'è l'altro verde Carlo Monguzzi, Luciano Muhlbauer (Rifondazione), Stefano Zamponi (Italia dei valori - Di Pietro), Giuseppe Civati (Ds), Osvaldo Squassina (Rifondazione), Bebo Storti (Pdci). Anche stavolta, come succede troppo spesso, nessuno della Margherita.
PS: non siedono in Consiglio rappresentanti della Rosa nel pugno.
Comments
scusa mio cattivo italiano
arrive detche