Governo istituzionale, balneare o di decantazione?
Suonano stucchevoli e francamente inutili gli appelli di questi giorni per una "tregua" tra le forze politiche in vista di un nuovo governo. Buon ultimo l'ex presidente Ciampi si lancia in un auspicio per trovare un accordo tra le forze più responsabili. Una grande ammucchiata di centro, insomma par di capire.
In questi giorni con Fda ci stiamo divertendo a elencare le diverse e possibili forme di governo teorizzate o già praticate in Italia nel passato. Governo tecnico, governo per le riforme, governo di fine legislatura, governo elettorale, istituzionale, balneare (il cui campione rimarrà Giovanni Leone), governicchio. Governo del Presidente, governo di decantazione, governo di transizione, governo a termine, governo di decompressione, di tregua, di scopo. Governo monocolore, governo-ponte, governo fotocopia (lo Spadolini bis, detto anche governo carta-carbone). Governo delle larghe intese, governo di unità nazionale, governo di responsabilità nazionale, di solidarietà nazionale, governissimo. C'è stato anche il governo "della non sfiducia", ovviamente guidato da Andreotti.
Se l'obiettivo è realizzare la riforma elettorale (e qualche altra piccola modifica, come il superamento del bicameralismo perfetto che richiede almeno due o tre anni!) c'è già il candidato perfetto: è Giulio Andreotti, che ha guidato finora almeno sette esecutivi, promettendo sempre riforme. Chi meglio di lui per galleggiare qualche altro mese e magari un annetto?
Se invece si vuole solo prendere tempo per andare al voto con più calma, allora ci vuole un governo di decantazione o addirittura un balneare. E nessuna figura di primo piano accetterebbe mai di guidare un simile esecutivo. Quindi scordatevi un governo tecnico o del presidente: né Mario Draghi né Mario Monti né altre figure "di prestigio" accetterebbero di bruciarsi per un incarico a tempo. A meno che non si faccia avanti sul serio un cardinale. In alternativa Napolitano potrebbe richiamare in servizio Emilio Colombo, che ha già guidato governi di transizione.
Parliamoci chiaro: per fare una riforma elettorale può restare in carica anche Prodi per l'ordinaria amministrazione, mentre il Parlamento prepara e vota la nuova legge. Altrimenti è solo un trucco per prendere tempo. Ma non dicevano tutti che dopo Prodi si andava a votare senza bizantinismi?
In questi giorni con Fda ci stiamo divertendo a elencare le diverse e possibili forme di governo teorizzate o già praticate in Italia nel passato. Governo tecnico, governo per le riforme, governo di fine legislatura, governo elettorale, istituzionale, balneare (il cui campione rimarrà Giovanni Leone), governicchio. Governo del Presidente, governo di decantazione, governo di transizione, governo a termine, governo di decompressione, di tregua, di scopo. Governo monocolore, governo-ponte, governo fotocopia (lo Spadolini bis, detto anche governo carta-carbone). Governo delle larghe intese, governo di unità nazionale, governo di responsabilità nazionale, di solidarietà nazionale, governissimo. C'è stato anche il governo "della non sfiducia", ovviamente guidato da Andreotti.
Se l'obiettivo è realizzare la riforma elettorale (e qualche altra piccola modifica, come il superamento del bicameralismo perfetto che richiede almeno due o tre anni!) c'è già il candidato perfetto: è Giulio Andreotti, che ha guidato finora almeno sette esecutivi, promettendo sempre riforme. Chi meglio di lui per galleggiare qualche altro mese e magari un annetto?
Se invece si vuole solo prendere tempo per andare al voto con più calma, allora ci vuole un governo di decantazione o addirittura un balneare. E nessuna figura di primo piano accetterebbe mai di guidare un simile esecutivo. Quindi scordatevi un governo tecnico o del presidente: né Mario Draghi né Mario Monti né altre figure "di prestigio" accetterebbero di bruciarsi per un incarico a tempo. A meno che non si faccia avanti sul serio un cardinale. In alternativa Napolitano potrebbe richiamare in servizio Emilio Colombo, che ha già guidato governi di transizione.
Parliamoci chiaro: per fare una riforma elettorale può restare in carica anche Prodi per l'ordinaria amministrazione, mentre il Parlamento prepara e vota la nuova legge. Altrimenti è solo un trucco per prendere tempo. Ma non dicevano tutti che dopo Prodi si andava a votare senza bizantinismi?
Comments
Principino
anch'io, in linea di principio, sono parlamentarista.
ma allora, si tenti una specie di governo del presidente o un governo tecnico, che cerchi l'appoggio in Parlamento sulla base del programma.
sennò, meglio il voto del mercato delle vacche.
(e se si vota subito, poi Berlusconi non può farsi eleggere al Quirinale perché la legislatura finisce prima del settennato di Napolitano)
Comunque Andreotti e Colombo mi sembrano ottimi nomi, anche sotto il profilo della freschezza richiesta in Italia per cariche del genere.
(nel senso che sta già per andare a male)
O almeno, questo dicono i canadesi che incontri in un locale finocchio di Toronto...