Veltroni, buonista poco laicista
Quello che avevo da dire subito, sul discorso di Veltroni, l'ho detto qui. E ho messo subito in chiero che a me non è piaciuto, soprattutto quando equipara l'immigrazione alla criminalità e quando definisce i diritti civili "temi eticamente sensibili".
Vorrei aggiungere un punto, sulla questione laicità che per me è il vero punto dolente di Veltroni e dell'intero Partito democratico
Un ultimo cenno: qualcuno spieghi a Veltroni che il Partito del congresso indiano e il partito di Mandela in Sudafrica sono entrati nell'Internazionale socialista. Da dove lui e i resti dei Ds usciranno con la nascita del Pd.
Vorrei aggiungere un punto, sulla questione laicità che per me è il vero punto dolente di Veltroni e dell'intero Partito democratico
A nessun cittadino che abbia fede, quale essa sia, si chiederà di lasciare fuori dalla porta della politica il proprio percorso spirituale e i propri valori.Su questo, mi si permetta, non sono d'accordo. Non pensiamo solo alla fede cattolica, ma appunto a tutte le fedi. Meglio, molto, meglio, lasciarle nella sera privata. È questa la conquista dell'Illuminismo e della Rivoluzione francese. Consentire che la religione invada e contamini la sfera pubblica è, a mio avviso, il presupposto per la dissoluzione dello stato e per la distruzione della convivenza civile. La religione - ce lo insegnano Francia e Turchia - è e deve essere un fatto privato. Quando non lo è si finisce prima o poi in Arabia Saudita o nella Spagna dell'Inquisizione.
Un ultimo cenno: qualcuno spieghi a Veltroni che il Partito del congresso indiano e il partito di Mandela in Sudafrica sono entrati nell'Internazionale socialista. Da dove lui e i resti dei Ds usciranno con la nascita del Pd.
Comments
sono un fatto pubblico le relazioni sentimentali fra persone adulte, che decidono di costruire un percorso di vita insieme. è chiaro così?
e comunque la sessualità non impone nulla agli altri come invece fa la religione
Le relazioni sentimentali appartengono alla sfera privata delle relazioni del "Citoyen", non sono un bene, non un valore.
Nelle democrazie moderne, la religione è un fatto privato in quanto non è dello Stato, non è imposta a tutti, prevede libera adesione, libera partecipazione e, nel caso del cattolicesimo prima di Benedetto XVI, perfino libera interpretazione. Per lo Stato, se sei cattolico, musulmano o della Lazio, dovrebbe avere lo stesso valore: nessuna discriminazione se lo sei, nessuna se non lo sei.
Volendo rimanere nell'ambito della laicità dobbiamo accettare le scelte individuali come manifestazione della libertà di chi le compie ed espressione della complessità della sua personalità che comprende la sua accettazione a valori insindacabili. Lo stato è una entità politica determinata, orientata al bene della comunità che rappresenta. Tale "bene", quando la "forma stato" si chiama democrazia è determinato dalla maggioranza.
Lo stato laico, democratico e liberale, invece, si qualifica nella misura in cui tutela e difende le minoranze, che proprio in quanto tali devono essere garantite: la maggioranza si garantisce da sola.
Nessuno impedisce (né si sogna di farlo) ai cattolici di professare la loro fede né di seguire i dettami della propria religione.
Allo stesso modo lo stato non può impedire a due persone, che costruiscono un progetto di vita insieme, di veder riconosciuto il loro legame solo a causa di un pregiudizio legato all'orientamento sessuale.
Connotare le relazioni omosessuali come edonisticamente orientate è non solo ingiusto, ma barbaro.
La chiesa cattolica non può arrogarsi il diritto, ma neppure il dovere, di monopolizzare fattualmente e ideologicamente le "forme" della solidarietà.
La società civile, quindi lo stato come "coscienza" della società civile, ha il dovere di tutelare gli individui che secondo le loro capacità, possibilità, contribuiscono al bene della società: questo secondo me significa eliminare le discriminazioni.
Ma lo Stato ha anche il compito di garantire la continuità della comunità.
Questo è il problema.
È chiaro che regolarizzare le coppie di fatto creerà malcontento (immotivato a mio avviso), ma non sarà così eccessivo rispetto a quello che ha seguito la legislazione sull'aborto o sul divorzio (anzi, a mio avviso sarà decisamente minore). Forse non ci arriveremo oggi o domani, ma è solo questione di tempo. Spero.
Al parla di continuità per insinuare che riconoscere le coppie stesso-sesso sia una minaccia alla continuità della specie umana.
Mi sembra paradossale, perché
1) o si crede che negando i matrimoni same-sex i gay e le lesbiche si sposino e facciano figli in famiglie tradizionali: e quindi si propone di conculcare la libertà degli individui
2) o si teme che, regolarizzando le coppie dello stesso sesso, milioni di individui decidano di diventare omosessuali. e questo è l'indice dell'omofobia, intesa come paura immotivata e irrazionale. per non dire della scarsa fiducia nel proprio orientamento eterosessuale
Stia tranquillo Al: anche dove ci sono i matrimoni gay la continuità della specie è perfettamente garantita. dalle coppie etero (che rimangono ovviamente un'ampia maggioranza) e (in minima parte) da quelle gay che possono ricorrere alle tecniche di fecondazione assistita.
La continuità di cui parlavo io è -in effetti- diversa: la mia era a livello psicologico, per quanto riguarda la quotidianità delle persone. Molti vivono nel pregiudizio perché non conoscono o semplicemente perché si affidano alla TV che mostra il gay come un fenomeno da baraccone da gaypride. Rare volte si vede l'omosessuale adulto, tranquillo e deciso (che -perché no- marcia vicino alla vecchietta o alla famiglia), si tende a renderla una macchietta, forse per semplice voglia di screditare (non menziono il TG, ma credo sia chiaro).
Da qui nascono le paure immotivate al cambiamento: "rischio della specie", "la fine della famiglia" e altre assurdità simili. La gente ha paura di ciò che non conosce e -da fuori è paradossale, da dentro no- ascolta come oro colato ciò che gli viene detto da persone di fiducia (e in questo calderone inserisco non solo l'autorità ecclesiastica, ma pure tutta quella serie di giornalisti -ed editori- che dedicano più spazio alla cucina che alla cronaca, che presentano qualsiasi notizia senza un dovuto contraddittorio e lasciando così che l'informazione diventi di parte, ecc). Bisognerebbe lavorare su questo, far vedere che ciò che non conosce non sempre è qualcosa di marcio.
Insomma, spero di aver fatto intendere su cosa bisognerebbe lavorare per evitare (in un futuro spero prossimo) di sentire ancora frasi sulla stregua di "temi eticamente sensibili".
Ciao!
Per quanto riguarda la specie umana la continuità penso possa essere tranquillamente garantita da altri popoli, popoli con tassi di crescita superiori a quelli occidentali, popoli presso i quali l'omosessualità è tranquillamente vissuta in galera o all'altro mondo.
La continuità della specie umana quindi non è un mio problema.