Una moratoria delle sciocchezze su Eluana
Mi impegno a non scrivere altri post, oltre a quest'ultimo, su Eluana Englaro, suo padre Beppino e la loro battaglia per far continuare il corso della vita (che comprende anche la morte, per chi non lo sapesse) e liberare il corpo della stessa Eluana dal sequestro in cui è tenuta prigioniera da 16 anni CONTRO LA SUA VOLONTÀ.
Come se non bastassero le banalità offensive della Bertolini (stia tranquilla, onorevole, per lei non chiederemo la sospensione dell'alimentazione, anche se le farebbe bene alla linea), di Eugenia Roccella (quo usque tandem, Eugenia, abutere patientia nostra) e del cappellano militare monsignor Bagnasco, adesso anche Adriano Celentano dall'alto della sua presunzione si mette a dare lezioni sulla fede e sulla vita dalle colonne del Corriere.
È inspiegabile come persone dichiaratamente cattoliche, anzi ferventi cattoliche, si oppongano a ciò che di più bello possa esistere secondo la loro religione: il ritorno alla Casa del Padre. Non si rendono conto di quanto sia anti-cristiano rimanere così violentemente attaccati alla vita in qualunque condizione, come se ciò che si trova sulla terra fosse infinitamente superiore alla pace dei cieli? Lo stesso Papa Giovanni Paolo II diede una lezione di distacco dalla vita chiedendo di essere lasciato andare; e invito tutti i difensori della vita a tornare a leggere gli Acta martyrum per riscoprire con quale gioia i primi cristiani erano pronti ad abbandonare la vita terrena davanti alla prospettiva di quella celeste.
Se davvero credono in Dio - non parlo quindi di Giuliano Ferrara che credo solo nell'ego - dovrebbero essere felici che Eluana abbandoni questa valle di lacrime per trionfare nella gloria di Dio e dei santi: se anche avesse avuto gravi peccati, infatti, 16 anni di agonia sono già sufficienti a scontarli tutti.
C'è poi un punto ineludibile ed è la volontà di Eluana, espressa direttamente e anzi imposta, quando era ancora senziente, al padre. La volontà di non rimanere sequestrata in un corpo ridotto a un vegetale. Qui non si parla di togliere l'alimentazione a tutte le persone in stato vegetativo, ma solo di rispettare la volontà di un singolo. I fedeli cattolici sono liberissimi di accettare serenamente decenni di agonia, ma quando si tratti del loro corpo! Non sul corpo di una ragazza che da 16 anni vive (vive?) grazie a un sondino che la nutre.
Questa vicenda dovrebbe invece spingere la Roccella, la Bertolini, Berlusconi e tutti i politici ad approvare in fretta una legge sul testamento di vita, grazie alla quale ognuno possa esprimere la propria volontà sul proprio corpo. Un diritto che nessuna ideologia, nessuna religione, nessuna autorità terrena o celeste può espropriarci.
Come se non bastassero le banalità offensive della Bertolini (stia tranquilla, onorevole, per lei non chiederemo la sospensione dell'alimentazione, anche se le farebbe bene alla linea), di Eugenia Roccella (quo usque tandem, Eugenia, abutere patientia nostra) e del cappellano militare monsignor Bagnasco, adesso anche Adriano Celentano dall'alto della sua presunzione si mette a dare lezioni sulla fede e sulla vita dalle colonne del Corriere.
È inspiegabile come persone dichiaratamente cattoliche, anzi ferventi cattoliche, si oppongano a ciò che di più bello possa esistere secondo la loro religione: il ritorno alla Casa del Padre. Non si rendono conto di quanto sia anti-cristiano rimanere così violentemente attaccati alla vita in qualunque condizione, come se ciò che si trova sulla terra fosse infinitamente superiore alla pace dei cieli? Lo stesso Papa Giovanni Paolo II diede una lezione di distacco dalla vita chiedendo di essere lasciato andare; e invito tutti i difensori della vita a tornare a leggere gli Acta martyrum per riscoprire con quale gioia i primi cristiani erano pronti ad abbandonare la vita terrena davanti alla prospettiva di quella celeste.
Se davvero credono in Dio - non parlo quindi di Giuliano Ferrara che credo solo nell'ego - dovrebbero essere felici che Eluana abbandoni questa valle di lacrime per trionfare nella gloria di Dio e dei santi: se anche avesse avuto gravi peccati, infatti, 16 anni di agonia sono già sufficienti a scontarli tutti.
C'è poi un punto ineludibile ed è la volontà di Eluana, espressa direttamente e anzi imposta, quando era ancora senziente, al padre. La volontà di non rimanere sequestrata in un corpo ridotto a un vegetale. Qui non si parla di togliere l'alimentazione a tutte le persone in stato vegetativo, ma solo di rispettare la volontà di un singolo. I fedeli cattolici sono liberissimi di accettare serenamente decenni di agonia, ma quando si tratti del loro corpo! Non sul corpo di una ragazza che da 16 anni vive (vive?) grazie a un sondino che la nutre.
Questa vicenda dovrebbe invece spingere la Roccella, la Bertolini, Berlusconi e tutti i politici ad approvare in fretta una legge sul testamento di vita, grazie alla quale ognuno possa esprimere la propria volontà sul proprio corpo. Un diritto che nessuna ideologia, nessuna religione, nessuna autorità terrena o celeste può espropriarci.
Comments
In questo caso il testamento biologico sarebbe la via più democratica per tutti. Se sono agnostico o ateo non vedo perchè debba condizionarmi il fatto che un cattolico pensi che il suo Dio trovi dignitoso marcire 20 anni in un letto d'ospedale.
Un cattolico che voglia credere nelle parole di Bagnasco, di Celentano o di chicchessia sarebbe liberissimo di metterlo per iscritto, firmarlo e controfirmarlo, così come chi non è intenzionato a sottostare ad uno scempio del genere, lascio poi decidere se sia più uno scempio il coma vegetativo o sentire certe stronzate oltretevere e legerle su l trafiletto di un quotidiano, potrebbe benissimo farlo.
Complimenti per il blog.