Severgnini e l'omofobia inconscia
Anche le persone migliori e più avvertite cadono, a volte, in pregiudizi così profondi e radicati da non essere neppure riconosciuti. Così Beppe Severgnini, una nota firma del Corriere della Sera con tanto di rubrica personale sul Corriere.it, ha dato spazio senza preoccuparsi a una lettera intrisa di omofobia. E, di fronte alle proteste dei lettori, non si è capacitato della gravità della sua svista (ché non possiamo credere a una scelta deliberata).
Ma andiamo con ordine.
In una lettera del 23 dicembre sul forum Italians un tal Mainardi Paolo (sic!), "cattolico praticante" per sua stessa ammissione, decide di affrontare il tema dell'omosessualità e tira in ballo il consumismo e la crisi del maschio per spiegare l'orientamento di gay e lesbiche: "...sono sempre stato convinto che l'omosessualità nulla abbia a che fare con la natura umana, ma sia una degenerazione dei costumi, facilitata dal "sesso libero" degli anni '60 e '70 e dalla mal intepretata ricerca del diverso ad ogni costo". Per concludere così: "Sarebbe molto costruttivo per le generazioni future comprendere quanto c'è di errato/innaturale nell'omossessualità, per conoscere e meglio comprendere quanto è necessario che il dialogo tra i sessi migliori e ritorni ad essere una ragione di vita".
In risposta a questi deliri tre altri lettori intervengono in giorni successivi, Paolo Prossen, Igor Lusardi e da ultimo un certo Fabrizio. Questo lettore, in particolare, critica le tesi razziste e omofobe del Mainardi, ma se la prende soprattutto con il Corriere e con Severgnini, che non solo ha pubblicato quella lettera offensiva, ma non l'ha accompagnata da due righe di commento e non ne ha preso le distanze. Giustificando, in questo modo, tesi inaccettabili e discriminatorie.
Sbalorditiva la risposta di Severgnini alle critiche:
Non stai esagerando? La tesi di Paolo Mainardi non convince neppure me, ma di qui a paragonarla al satanismo e alla pedofilia ce ne passa.
Ecco: la tranquillità e l'imperturbabilità di Severgnini sono disarmanti, ma allo stesso tempo rivelatrici. Pur in buona fede, lui non si rende conto del danno che fa a tutti i gay (e alla civiltà) e dell'avallo che concede, con la semplice pubblicazione, a posizioni così reazionarie e indifendibili. Se le vittime del razzismo non fossero stati i gay, ma altre categorie, in Severgnini non sarebbe scattato un riflesso di attenzione? Credo proprio di sì.
Ma andiamo con ordine.
In una lettera del 23 dicembre sul forum Italians un tal Mainardi Paolo (sic!), "cattolico praticante" per sua stessa ammissione, decide di affrontare il tema dell'omosessualità e tira in ballo il consumismo e la crisi del maschio per spiegare l'orientamento di gay e lesbiche: "...sono sempre stato convinto che l'omosessualità nulla abbia a che fare con la natura umana, ma sia una degenerazione dei costumi, facilitata dal "sesso libero" degli anni '60 e '70 e dalla mal intepretata ricerca del diverso ad ogni costo". Per concludere così: "Sarebbe molto costruttivo per le generazioni future comprendere quanto c'è di errato/innaturale nell'omossessualità, per conoscere e meglio comprendere quanto è necessario che il dialogo tra i sessi migliori e ritorni ad essere una ragione di vita".
In risposta a questi deliri tre altri lettori intervengono in giorni successivi, Paolo Prossen, Igor Lusardi e da ultimo un certo Fabrizio. Questo lettore, in particolare, critica le tesi razziste e omofobe del Mainardi, ma se la prende soprattutto con il Corriere e con Severgnini, che non solo ha pubblicato quella lettera offensiva, ma non l'ha accompagnata da due righe di commento e non ne ha preso le distanze. Giustificando, in questo modo, tesi inaccettabili e discriminatorie.
Sbalorditiva la risposta di Severgnini alle critiche:
Non stai esagerando? La tesi di Paolo Mainardi non convince neppure me, ma di qui a paragonarla al satanismo e alla pedofilia ce ne passa.
Ecco: la tranquillità e l'imperturbabilità di Severgnini sono disarmanti, ma allo stesso tempo rivelatrici. Pur in buona fede, lui non si rende conto del danno che fa a tutti i gay (e alla civiltà) e dell'avallo che concede, con la semplice pubblicazione, a posizioni così reazionarie e indifendibili. Se le vittime del razzismo non fossero stati i gay, ma altre categorie, in Severgnini non sarebbe scattato un riflesso di attenzione? Credo proprio di sì.
Comments
Conosco Severgnini come uomo assennato; concordo, a volte poco leggibile, ma tutto sommato non "idiota".
Credo/spero sia stata una svista la sua, il non aver cioè commentato a suo tempo la lettera del Mainardi.
Personalmente credo che a un cretino non si può che ribattere dandogli del cretino, e ogni argomentazione è del tutto inopportuna! Forse qui la soluzione piu' appropriata sarebbe stata una bella frase di commento: "Grazie per la sua lettera, becera quanto basta".
Noi, invece, non stanchiamoci di prendere posizione.
Grazie del post Aelred!
Comunque, buon anno!
shylock (www.shylock.splinder.com)
Se fosse una scelta dell'autore della lettera... bè, capirei molte cose!!!
Se invece ci fosse lo zampino della redazione verrebbe subito da chiedersi quanto frutto di un errore possa essere... -.-
Saluti a tutti e al solito... Complimenti all'autore del BLOG!
Christian
"Per convincerti non starò qui a farti l'elenco delle discriminazioni che i gay, le lesbiche, i bisex e i trans sopportano ancora tutti i giorni in questo lembo di Medio Oriente vicino all'Europa che è l'Italia. No, ti dico semplicemente: prova a pubblicare la lettera di un bell'antisemita, di quelli come ce ne sono tanti nella mia città (Roma, eh, non la Chieti del sindaco rautiano Cucullo), qualcuno che spieghi le sue idee sul perché sarebbe secondo lui odiare i "giudei", come li chiamerebbe lui. E poi vedi se la reazione da parte delle persone sane di mente, ebree o non ebree, sarebbe più o meno "esagerata" di quella di Fabrizio e degli altri lettori che ti hanno scritto indignati per quella pubblicazione senza presa di distanza. L'omofobia e l'antisemitismo sono due bestie feroci. Dare loro spazio senza stigmatizzare non è liberale, è da non conoscitori del problema".