Domenico Riso, la dignità dell'amore contro l'omertà
Ipocrisia e omertà. Sono queste le parole giuste per definire il trattamento che i mezzi di comunicazione italiani hanno riservato a Domenico Riso, al suo compagno Pierrick Charilas e al figlio di tre anni che viveva con loro, Ethan. Con loro due come suoi genitori, al punto che i giornali italiani hanno parlato di "bambino affidato". Una famiglia è stata distrutta da una tragedia, ma sui giornali e nei tg (con poche, significative eccezioni) questa famiglia viene smembrata, divisa, distrutta ancora di più di quanto sia stata lacerata dall’incidente e sciolta dalle fiamme. Viene cancellata dal ricordo in una sorta di macabra damnatio memoriae.
“Domenico Riso morto con tutta la sua famiglia”. Era questo il solo, l’unico titolo possibile - senza virgolette - per raccontare la tragedia che ha distrutto la vita di questo giovane uomo, del suo compagno e del loro bambino. Invece i quotidiani italiani - con la parziale eccezione del Corriere della Sera che però ha scritto “famiglia” tra virgolette, così come Repubblica che parla del suo "amico" e non del suo compagno - e i telegiornali, escluso tg La7, hanno occultato, omesso, nascosto questa tragedia.
Forse perché a qualcuno - oltre Tevere, magari - dà fastidio che due uomini, due gay, possano formare una famiglia e crescere un figlio. In Francia, ovviamente, non in Italia; men che meno in Sicilia. Per questo motivo le associazioni lgbt italiane hanno scritto una lettera-manifesto , molto sobria e molto bella, per ricordare Domenico e la sua famiglia.
Ma Domenico, anche se è morto, sarà vivo per sempre perché ha vissuto davvero e pienamente; non ha nascosto chi era, non si è accontentato di una vita segreta, da provincia viziosa. Ha scelto Parigi, ha trovato l’amore e ha formato una famiglia. E il suo ricordo gli deve sopravvivere come segno della possibilità di una vita reale anche per i gay e lesbiche italiani. E come segno di condanna e di dannazione per tutti coloro che non vogliono far esistere famiglie come la sua. È un impegno, l'unico possibile, che tutti noi dobbiamo assumerci.
“Domenico Riso morto con tutta la sua famiglia”. Era questo il solo, l’unico titolo possibile - senza virgolette - per raccontare la tragedia che ha distrutto la vita di questo giovane uomo, del suo compagno e del loro bambino. Invece i quotidiani italiani - con la parziale eccezione del Corriere della Sera che però ha scritto “famiglia” tra virgolette, così come Repubblica che parla del suo "amico" e non del suo compagno - e i telegiornali, escluso tg La7, hanno occultato, omesso, nascosto questa tragedia.
Forse perché a qualcuno - oltre Tevere, magari - dà fastidio che due uomini, due gay, possano formare una famiglia e crescere un figlio. In Francia, ovviamente, non in Italia; men che meno in Sicilia. Per questo motivo le associazioni lgbt italiane hanno scritto una lettera-manifesto , molto sobria e molto bella, per ricordare Domenico e la sua famiglia.
Ma Domenico, anche se è morto, sarà vivo per sempre perché ha vissuto davvero e pienamente; non ha nascosto chi era, non si è accontentato di una vita segreta, da provincia viziosa. Ha scelto Parigi, ha trovato l’amore e ha formato una famiglia. E il suo ricordo gli deve sopravvivere come segno della possibilità di una vita reale anche per i gay e lesbiche italiani. E come segno di condanna e di dannazione per tutti coloro che non vogliono far esistere famiglie come la sua. È un impegno, l'unico possibile, che tutti noi dobbiamo assumerci.
Comments
MERLO STAVOLTA SI E' RIVELATO DA SOLO PER QUELLO CHE E'....
ho appena finito di leggere l'editoriale di Francesco Merlo su la Repubblica di oggi, sabato 23 agosto...
e sono sbigottito: anni fa' credevo fosse un giornalista che avesse qualcosa da dire... oggi lo ritrovo come uno sbracato stizzito confusionario e depistatore, che non sa come difendere l'indifendibile...
sarà perchè era al mare in vacanza e l'hanno chiamato con la noia di dover scrivere un pezzo sulle proteste dei gay in merito alla morte di Domenico Riso, sarà perchè la Repubblica ci ha fatto una figuraccia da guinness dei primati, dato che non ha nemmeno alluso al fatto che il morto era in volo con il compagno e col bambino di lui, come una regolare normale famiglia, (normale Oltralpe ovvio! qui nello Stato Repubblica Vaticana Italiana no!), mentre il Corriere della Sera ha fatto un buon articolo i prima pagina non nascondendo nulla...
e certo allora - considerando che i due giornali da quando Scalfari partorì Repubblica - si contendono un primato (in verità ben poca cosa dato che pochissimi in Italia leggono i loro fogli, io stesso non lo faccio quasi più, perchè magari mi vedo qualcosa in internet, e poi sono molti all'estero dall'America in giù che preludono alla morte del giornale tradizionale...!) si doveva mettere in campo la più brillante firma, il Merlo (di turno)
che doveva fare la difesa di ufficio del silenzio del secondo giornale d'Italia sulla vita, non già privata come lui va sbandierando, ma bensì sociale dell'unico morto nel disastro aereo di Madrid.
E' certo che se questa firma stizzita e indignata non sa distinguere tra privato e sociale allora è ben chiaro che poi vengono fuori fondi limacciosi come il suo:
andiamo per ordine:
comincia con la frase retorica "siamo tutti omosessuali" eggià... e un altro giornalista emerito per fama, certo
Alessandro Curzi al Segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti, che aveva detto la stessa frase al Congresso, rispondeva: "facile fare il gay con il culo degli altri!"...
No, io che sono più elegante, direi che è facile fare il gay, o l'omosessuale con la faccia degli altri!...
cioè credendo di immedesimarsi senza pagare niente!
Di queste frasi "siamo tutti omosessuali" , e della solidarietà del Merlo ne facciamo volentieri a meno...
è come quella di chi sovente ci ripete di avere tanti tanti amici omosessuali! per poi sciorinarci davanti tutto quello che ai gay non si deve nè si dovrà mai e poi mai concedere!
Tenetevela voi questa solidarietà pelosissima che ci fa venire il voltastomaco....
Proseguendo nella lettura dell'editoriale che sembra adatto alla PADANIA, e sembra uscito da una penna del miglior Calderoli in vena di intellettualismi di alta stagione estiva ecco un'altra perla:
"E dunque ci spiace dire che solo ad un'Arcigay, che è ossessionata dall'idea e non è intelligente dei fatti, poteva venire in mente che in quel forno crematorio all'aeroporto di Madrid non c'erano 153 persone, ma solo due omosessuali dichiarati . "
Ma chi ha affermato questo?
Perchè ci deve mettere del suo e falso, e deviato depistaggio... e vuol far dire ciò che nessuno ha detto?
forse ARCIGAY ha dichiarato che erano solo 2 i morti e solo due erano omosessuali?
Dove l'ha letto il Merlo?
Comincia con l'allargare - strumentalmente - l'attenzione ai 153, come se solo a lui fanno dolore e pena e ad altri no (certo ai gay egoisti no!)....
Non era qusto l'argomento della lettera del movimento omosessuale che protestava...
spostate pure l'attenzione da un'altra parte per non rispondere alla domanda posta... una tecnica solita fatta da chi è in malafede totale...
e andando avanti:
"E dunque nessuno, e soprattutto l'Arcigay, che non lasceremo mai sola nelle sue battaglie contro le odiose discriminazioni, ha il diritto di strumentalizzare la dimensione intima e privata dello steward italiano morto insieme ad un amico, al proprio figlio di tre anni e ad altre 150 persone, sulle quali l'onorevole Grillini non ha però l'occhio impietrito dall'ossessione e dall'indecenza. "
ecco un'altra sviolinata - in vero untuosa e sempre da voltastomaco - ("non lasceremo mai sola! " oddio che palla al piede!)
l'Arcigay non ha il diritto - adesso il Merlo decide chi ha il diritto e chi no... è il vizio degli editorialisti italiani che montandosi la testa fanno i Ratzinger, i papi, i maestri delle situazioni, non commentano, non opinano, ma ordinano, intimano...insomma pontificano dal loro podio editoriale, con quella sicumera che in altre parti del mondo sarebbe snobbata con una pernacchia....
Mi pare che il Merlo non ha capito niente quando afferma: che gli omosessuali della Lettera vogliono
"strumentalizzare la dimensione intima e privata dello steward italiano morto insieme ad un amico, al proprio figlio di tre anni e ad altre 150 persone"
Primo perchè Domenico Riso era una persona che conviveva pubblicamente - a differenza di tanti giornalisti italiani che convivono nascostamente perchè gay e perchè velati - e secondo perchè dire che viveva in una coppia fatta da due persone dello stesso sesso, non è violare la privacy di nessuno, come non lo è quando si dichiara che una coppia etero vive in comunione.
Solo per le coppie gay deve valere un sovrappiù di privacy, di pudore come lo chiama lui, di velato silenzio... e perchè mai?
Perchè la coppia gay in sè agli occhi propri e degli altri (soprattutto degli altri) avrebbe in sè un concentrato di scandalo soltanto a nominarsi e va taciuta?
Non faccia ridere, o meglio non ci faccia piangere Merlo!
Quella che Lei ha usato qui è la falsa idea di privacy che è soltanto una forma di ipocrisia in più...
nessuno ha chiesto a lei e ai suoi sodali giornalisti di scrivere alcunchè sulle performance sessuali, su quante copulazioni questi uomini potevano compiere...(cosa invece che mezzi di informazione più dozzinali e più popolari di Repubblica ci sciorinano davanti ogni gorno d'estate soprattutto con un bel via vai di culi di tette di muscoli di figone ecc. ecc..)
No! Bastava non censurare la realtà , la verità dei fatti... che è la prima norma di un giornale degno di questo nome...
su quell'aereo c'erano tre persone ,insieme alle restanti150, tutte le altre avevano affetti e familiari , tutte!
Di alcune si sarà pure scritto...
Ma per voi soltanto due - rovesciando il suo assunto - dovevano essere trattati come fantasmi col loro bambino, in volo con loro...
perchè erano due omosessuali... di loro due meglio glissare, uno era poi siciliano e aveva una famiglia magari poco propensa alla notizia... e poi il rispetto dei morti...
eggià! dei morti omosessuali si deve tacere l'omosessualità... che non a tutti piace...
Si è pensato di far loro un gran bene e Lei afferma che degli altri 150 non si è parlato?
ma scusi Merlo, ma in Italia la notizia era una principale: è morto uno solo Italiano a bordo che era sposato con un uomo e stava viaggiando col bambino del suo compagno e il suo compagno...
e dunque!
Lei trova modi di arrampicarsi sugli specchi, per difendere l'indifendibile: NO CARO MERLO AVETE AGITO DA OMOFOBI, e quando anni fa' mi pare fu Lei a gridare dalle pagine del suo quotidiano (più o meno autorevole) al cardnale Ruini che "aveva sporcato" la dignità degli omosessuali attaccando il PRIDE del 2000 con i suoi pregiudizi, adesso questra accusa va diritta a Lei...
Lei, Voi giornalisti, sempre tanto prodighi con lo scrivere ogni scempiaggine quando si tratti di persone omosessuali uccise barbaramente, sempre pronti a scrivere di "ambienti gay", di "mondo degli omosessuali" dipingendolo come un girone dantesco, quasi che l'ignorante fantasia popolare già non pulluli di queste scene da Gran Guignon, adessao cade in totale afasia?
Quando c'è soltanto da registrare, dico semplicemente registrare una famigliola perita in un incidente aereo, una famiglia che aveva diritto di essere ricordata e non barbaramente e ipocritamente negata come avete fatto voi tutti giornalisti dell'italico suolo!
infine Lei conclude lasua sdegnata filippica così:
" infatti solo per quei due, per Domenico Riso e per il suo convivente, l'Arcigay trova necessario che "la completezza dell'informazione" frughi tra le lenzuola, e che la loro pulsione d'amore, che vale quanto tutte le altre pulsioni d'amore, sia sbandierata come una militanza, un drammone e una vertigine post mortem.
Ma che c'entrano le abitudini sessuali, le pratiche coniugali, le tradizioni, le convenzioni e gli umori con la morte in un disastro aereo? In base alla logica sessuocentrica dell'Arcigay, i giornali e le tv di un Paese come l'Italia, che ha le sue gravi rogne ma è ancora civile e sa tenere lontana la tragedia dalla farsa, avrebbero dovuto involgarirsi, come purtroppo ha fatto l'onorevole Grillini, e dunque indagare e raccontare - "senza ipocrisia" perbacco - quanti, tra i sessantenni a bordo usavano il viagra, e quanti avevano pratiche feticiste, e quanti erano i transessuali e i bisessuali, e ancore quante mogli e quanti mariti ha avuto ciascuna vittima, e quante erano le vergini e quanti i sodomiti... "
dando pure dell'omofobo ossessivo a Grillini e altri...
farneticando di lenzuola, di pulsioni, le pratiche coniugali, gli umori (cosa sarà lo sperma questo umore? mah non è dato saperlo...) e poi di viagra per vecchiotti in forze, e poi delle pratiche feticiste, e di transessuali e di bisessuali,di quanti mariti, quanti mogli, di chi vergine o sodomita...
un'esplosione di fantasia erotica e vojeuristica sopita ed esplosa per rabbia, come fuochi di artificio scoppiettanti, per non ammettere che avete sbagliato e vi siete definiti per quel che siete e che io non ho mai smesso di ritenere che voi siate!
OMOFOBI ELEGANTI
E' difficile ammeterlo, ma il suo editoriale o articolo che dir si voglia è un concentrato di stizzita omofobia, ed è rivelatore del comune pensiero, comune a Lei e gli altri giornalisti come Lei, che il pudore, la privacy e tutto quanto è moderato lo vogliono sempre quando si tratta di omosessuali che possono esprime una dignità e una civiltà, non quando si tratta di sbatterli alla berlina e alla canea della pubblica opinione,quando sono fatti a pezzi e massacrati.
Lei mi fa' pena perchè se è intelligente ha scritto una gran cacata!
IL SUO ARTICOLO DA CIO' CHE LASCIA TRASPARIRE (l' ho letto 10 volte! ) RITIENE ANCORA L'OMOSESSUALITA' UNA COSA SPORCA DA TENERE NASCOSTA!
non confonda rispetto con censura per favore, o autocensura....
non confonda curiosità pruriginosa col diritto di cronaca, non confonda morbosità col dovere di riportare una realtà sociale, un legame familiare...
Lei, il suo articolo ha un retropensiero che mi spaventa...
Siete quella parte di intellettuali progressisti forse, certo, avete l'immagine pulita, non siete omofobi violenti, ma siete non di meno assai pericolosi e assassisini del nostro vivere umano e sociale e civile...!
Senza acredine si può dire di Lei "Omen nomen! " sarebbe troppo facile....
perchè "fare la figura del Merlo" a Milano significa fare la figura dello sciocco....
e se lo lasci dire, ma stavolta, non solo per il nome suo,
LA FIGURA DEL MERLO L'HA FATTA LEI!...
Un saluto cordiale, non retorico e peloso.....
+ Giovanni Climaco MAPELLI
VESCOVO
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(nella foto piccola in alto cliccabile per ingrandire: DUE AMANTI GAY IN UNA TOMBA EGIZIANA -
una realtà sepolta da millenni agli occhi dell'umanità e alla luce del sole )
complimenti!
spazza via quell'ignobile immondezzaio che ha scritto Merlo di Repubblica (e qualche altro giornalista del bel Paese, brutto invero)
www.domenicoriso.net
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memoria@domenicoriso.net
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