Amato anti-gay, ora con una circolare
Il punto di vista che Giuliano Amato, ministro dell’Interno, non vuole capire - invece - è quello delle lesbiche e dei gay. Lui, che da presidente del Consiglio nel 2000 si rammaricò di non poter impedire il corteo del Gay Pride, perché “purtroppo c’è la Costituzione”, oggi conferma la tua attitudine che lo caratterizza nella vita politica e in quella privata.
Con una circolare - la numero 55 del 18 ottobre - il ministro ha ordinato a tutti i prefetti e sindaci d’Italia di impedire la trascrizione dei matrimoni dello stesse sesso celebrati all’estero, in paesi come la Spagna o il Canada dove i diritti civili valgono per tutti. E di prestare estrema attenzione - che volgarità - al sesso dei contraenti.
“La richiesta di trascrizione di un simile atto compiuto all’estero deve essere rifiutata perché in contrasto con l’ordine pubblico interno”.
Lo denunciano i Radicali italiani, che con la segretaria Rita Bernardini e Sergio Rovasio chiedono il ritiro immediato della circolare, l’ennesima violazione italiana dei diritti civili ribaditi e promossi dal Parlamento Europeo e dall’Unione di cui facciamo parte. Ma i cittadini omosessuali, evidentemente, devono avere meno diritti degli altri, secondo Amato.
Ma non si illuda il ministro. Siamo pronti a ogni tipo di battaglia legale, fino alle massime magistrature della Repubblica, per vedere attuato l’articolo 3 della Costituzione. Che purtroppo (per Amato) c’è ancora.
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