La Moratti, i gay e la favola di Milano europea
A posteriori è stato meglio non parlare - almeno qui - della vicenda milanese sulla mostra Vade retro. Arte e omosessualità da von Gloeden a Pierre et Gilles.
Alla fine "suor Letizia", come pittorescamente Sgarbi ha ribattezzato il sindaco Moratti di Milano, ha ottenuto il risultato di cancellare la mostra dello scandalo. La giunta, infatti, oltre all'esclusione delle opere Ecce trans e Miss Kitty (quella in foto) e al ritiro del catalogo, pretendeva che fossero censurate altre dieci opere, ma di fronte a un diktat bulgaro gli organizzatori hanno preferito rinunciare: la mostra si farà da un altra parte, con tutte le opere previste, senza censura.
Come giudicare tutta questa vicenda che dalla farsa è passata alla tragicommedia e infine al dramma (almeno per la cultura milanese)? proviamo a dare i voti:
Sgarbi 4: geniale nel comunicare l'evento, poco coraggioso (è un eufemismo) nel non difendere fino in fondo le proprie scelte con l'unica arma che ha a disposizione, le dimissioni. Ma in Italia, come diceva Montanelli, non si è mai dimesso nessuno.
Mostra 6: il valore delle opere, per quel poco che ne capisco, non è eccelso. Ma la mostra aveva e ha un significato soprattutto culturale in senso lato, meglio che artistico. Dunque era giusta per il momento storico dell'Italia (circa 30 anni indietro rispetto all'Europa). Va premiato almeno il tentativo.
Milano e i milanesi 3: non meritano un sindaco bigotto e una maggioranza affetta da clericalismo acuto; ma in fondo chi è che ha scelto Letizia Moratti dandole la maggioranza? E soprattutto: dove sono le proteste?
Il centrosinistra milanese 2: aveva l'opportunità di inchiodare la Moratti e la destra di fronte alla loro omofobia e alla pochezza della politica culturale attuale. E invece, quando si parla di gay e c'è l'odore di scandalo (o peggio di "blasfemia") il centrosinistra, nazionale o milanese, diventa timido e tremebondo e preferisce tacere per non turbare i cattolici o i laici. E così scontenta tutti, come al solito.
Il mondo culturale milanese 4: possono fare poco, è vero, ma dove sono gli intellettuali di questa città? Sono in ferie? In Liguria o in Sardegna? Non si indignano e non protestano. Anzi, secondo quello che dice Sgarbi, in alcuni casi - come Pomodoro - si accodano alla censura.
Letizia Moratti 1: vola fino in Israele a incontrare Shimon Peres e poi cade in modo così ridicolo su un caso lampante di censura clerical-fascista. Si riempie la bocca di accoglienza e parole flautate verso le minoranze, ma poi cancella il patrocinio al festival di cinema gaylesbico di Milano e poi cancella all'ultimo minuto una mostra. Ma prima dov'era? Se n'è accorta così tardi perché doveva fare affari per la città? Ora capisco perché i miei studenti la chiamano MorAttila, dopo il suo passaggio al ministero dell'Istruzione (sotto di lei non Pubblica). Con giochetti come questo della mostra, mi sa che l'Expo 2015 è saldamente nelle mani di Smirne.
Papa Ratzinger nc: in nome suo hanno censurato la mostra e un'opera. Ma magari a lui sarebbe piaciuta. Sarebbe geniale e grandioso se organizzasse una mostra per Schmidlin e gli altri ai musei Vaticani. Ma lo spirito - temo - non abita da quelle parti.
Alla fine "suor Letizia", come pittorescamente Sgarbi ha ribattezzato il sindaco Moratti di Milano, ha ottenuto il risultato di cancellare la mostra dello scandalo. La giunta, infatti, oltre all'esclusione delle opere Ecce trans e Miss Kitty (quella in foto) e al ritiro del catalogo, pretendeva che fossero censurate altre dieci opere, ma di fronte a un diktat bulgaro gli organizzatori hanno preferito rinunciare: la mostra si farà da un altra parte, con tutte le opere previste, senza censura.
Come giudicare tutta questa vicenda che dalla farsa è passata alla tragicommedia e infine al dramma (almeno per la cultura milanese)? proviamo a dare i voti:
Sgarbi 4: geniale nel comunicare l'evento, poco coraggioso (è un eufemismo) nel non difendere fino in fondo le proprie scelte con l'unica arma che ha a disposizione, le dimissioni. Ma in Italia, come diceva Montanelli, non si è mai dimesso nessuno.
Mostra 6: il valore delle opere, per quel poco che ne capisco, non è eccelso. Ma la mostra aveva e ha un significato soprattutto culturale in senso lato, meglio che artistico. Dunque era giusta per il momento storico dell'Italia (circa 30 anni indietro rispetto all'Europa). Va premiato almeno il tentativo.
Milano e i milanesi 3: non meritano un sindaco bigotto e una maggioranza affetta da clericalismo acuto; ma in fondo chi è che ha scelto Letizia Moratti dandole la maggioranza? E soprattutto: dove sono le proteste?
Il centrosinistra milanese 2: aveva l'opportunità di inchiodare la Moratti e la destra di fronte alla loro omofobia e alla pochezza della politica culturale attuale. E invece, quando si parla di gay e c'è l'odore di scandalo (o peggio di "blasfemia") il centrosinistra, nazionale o milanese, diventa timido e tremebondo e preferisce tacere per non turbare i cattolici o i laici. E così scontenta tutti, come al solito.
Il mondo culturale milanese 4: possono fare poco, è vero, ma dove sono gli intellettuali di questa città? Sono in ferie? In Liguria o in Sardegna? Non si indignano e non protestano. Anzi, secondo quello che dice Sgarbi, in alcuni casi - come Pomodoro - si accodano alla censura.
Letizia Moratti 1: vola fino in Israele a incontrare Shimon Peres e poi cade in modo così ridicolo su un caso lampante di censura clerical-fascista. Si riempie la bocca di accoglienza e parole flautate verso le minoranze, ma poi cancella il patrocinio al festival di cinema gaylesbico di Milano e poi cancella all'ultimo minuto una mostra. Ma prima dov'era? Se n'è accorta così tardi perché doveva fare affari per la città? Ora capisco perché i miei studenti la chiamano MorAttila, dopo il suo passaggio al ministero dell'Istruzione (sotto di lei non Pubblica). Con giochetti come questo della mostra, mi sa che l'Expo 2015 è saldamente nelle mani di Smirne.
Papa Ratzinger nc: in nome suo hanno censurato la mostra e un'opera. Ma magari a lui sarebbe piaciuta. Sarebbe geniale e grandioso se organizzasse una mostra per Schmidlin e gli altri ai musei Vaticani. Ma lo spirito - temo - non abita da quelle parti.
Comments
Sento di aggiungere slo una cosa:
che pena.
Marco Castelnuovo per “La Stampa”
Non potresti fare un post stile Report? :)
Baci
Principino
spesso il placet ufficiale del comune arriva pochi giorni prima dell'evento. Prima hai solo una promessa a voce dell'assessore, ti danno i loghi da mandare in stampa e in ogni caso i soldi li deve anticipare tutti l'organizzazione. Dopo due mesi dalla presentazione del consuntivo ti mandano i soldini che ti han promesso.
Strano ma è così.
Roba da ricchi.