Non possumus

Su Repubblica di oggi, l'editoriale di Ezio Mauro pone una domanda epocale (per la piccola Italia): "Si può, politicamente, essere cattolici e militare a sinistra?". Ebbene, la risposta è NO.

Questo NO è sempre più chiaro e sempre più netto, adesso che i vescovi italiani (attraverso il loro organo di stampa Avvenire) hanno rispolverato l'antico veto di Pio IX, il Papa Re, "NON POSSUMUS", a proposito di qualunque legge sulle unioni civili che contempli anche le coppie dello stesso sesso.

Nell'Ottocento il veto del Papa riguardava qualsiasi trattativa con lo Stato italiano, adesso la formula riguarda la possibile trattativa sulle questioni "moralmente sensibili". Ora, a parte che la chiesa cattolica non dovrebbe essere autorizzata a "trattare" su alcunché di laico, se non alla luce del sole e nelle sedi istituzionali, come un'audizione parlamentare in commissione; il nocciolo della questione è squisitamente politico e finalmente porta al pettine uno dei più grandi nodi della "diversità" politica italiana.

Mauro e la Repubblica tentano di minimizzare e scongiurare l'ipotesi di "cristiani di destra" perché mina alle fondamenta il progetto di cui sono sostenitori "usque ad effusionem sanguinis", quello del partito democratico. Ma forse lo strappo dei vescovi non potrà che fare bene all'Italia sul lungo periodo.

In quale altro paese, infatti, i cattolici sono schierati a destra e a sinistra? Da nessuna parte!

Ovviamente non parlo dei cattolici in quanto fedeli di una determinata religione, ma di coloro che fanno del cattolicesimo una bandiera politica e un segno distintivo di identità.

Altrove i cattolici in politica sono schierati a destra (è così in Spagna, in Germania, in Olanda, in Danimarca, in Austria; e poi in Polonia, Romania, Cechia) o non fanno parte della vita politica da cattolici come in Gran Bretagna e persino in Francia. I cattolici "democratici" non fanno del cattolicesimo una bandiera e sono confluiti nei partiti della sinistra come i socialdemocratici tedeschi e i socialisti francesei.

Anche in Italia, spostiamo i cattolici obbedienti al Papa tutti a destra. Ne guadagnerà la chiarezza politica e l'omogeneità delle coalizioni. Sarà più chiaro a tutti che votando Rifondazione o persino i Ds non si porteranno nella maggioranza di governo figuri come Mastella, Binetti o Luigi Bobba. In quale altro paese costoro potrebbero far parte di uno schieramento progressista?

Viva i vescovi, dunque, che premono per ottenere l'obbedienza e, così facendo, contribuiscono a liberarci da un abbaglio, quello del partito democratico.

Dal mio punto di vista, adesso, una legge sulle unioni civili - qualunque legge - è da approvare ad ogni costo. Pena la scomparsa della questione gay dall'agenda politica per i prossimi dieci anni. Stavolta - amio avviso - una pessima legge sarà meglio di nessuna legge.
PS: se avessimo ottenuto una legge blandissima e inutile nel 2000 (governo Amato), a questo punto non discuteremmo più a livelli così infimi.

Comments

Anonymous said…
Giusto, Ale! Quelli che, come Capezzone, dicono che è meglio niente di questa legge, mi fanno solo pensare a quanto poco ne capiscano. Se avere zero diritto è considerato meglio che averne pochi, allora il concetto di diritto è messo proprio molto, molto male!
Anonymous said…
Non sono d'accordo. Sui diritti civili non si va all'asta e non si chiede l'elemosina. L'ideale era l'estensione sic et simpliciter del matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Si è voluti andare a un compromesso onorevole sul Pacs alla francese. Dal Pacs alla francese siamo scesi alle 7 righe sulle "unioni civili" coi diritti riconosciuti ai singoli che compongono le unioni, da lì siamo scesi al Ddl Bindi-Pollastrini, ora sento dire che ci vuole l'accertamento, ma uno alla volta in fila indiana.

Beh cari miei, se la scelta è tra una legge pesantemente discriminatoria e omofoba oppure nessuna legge, molto meglio nessuna legge. Per molti motivi: di dignità umana, di senso della decenza e della misura. La lacuna di legge comporterà che prima o poi l'Ue ammonirà l'Italia su questa mancanza. E in ogni caso, meglio che un prossimo governo di sinistra-centro possa riscrivere da capo la legge, magari ispirandosi al Pacs, e non all'Opus Dei.

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