Librerie gay in crisi: chiude la Oscar Wilde di NY
La cultura gay è in crisi? I gay non comprano più libri? Oppure le librerie generaliste hanno aperto anche ai volumi che raccontano di gay, lesbiche, trans e bisex? O ancora l'arrivo di Amazon e delle altre librerie virtuali su Internet ha ridotto l'esigenza di avere un posto fisico dove fare acquisti?
Non è facile dare risposte, ma dagli Stati Uniti arriva una notizia triste. Il 29 marxo 2009, dopo più di 41 anni di vita, chiuderà definitivamente i battenti la Oscar Wilde Bookshop, "la libreria gay e lesbica più antica del mondo", secondo i proprietari.
Nel 1967 la Oscar Wilde fu stata aperta in Mercer Street dall'attivista Craig Rodwell e poi si è presto trasferita nel cuore del Village di New York, in Christopher street dove e ha visto i gay e le lesbiche trasformarsi, prendere coraggio, diventare spavaldi e ribellarsi alle vessazioni. E poi attraversare le mode, arrivare in tv, in politica, fino ai matrimoni celebrati altrove ma riconosciuti nella Grande Mela.
Basti pensare che la Oscar Wilde esisteva già quando scoppiarono le rivolte di Stonewall, nel 1969, atto di nascita ufficiale del moderno movimento lgbt occidentale. Ha subito attentati bomba, finestre rotte e scritte minacciose, come "Uccidi i froci" sui muri. Ma fra poche settimane non ci sarà più; sorte condivisa con la Babele di Milano, chiusa l'anno scorso, e quella di Roma, che sta per chiudere.
Già sei anni fa, in verità, la libreria arrivò a un passo dalla chiusura, ma all'ultimo minuto arrivò un nuovo acquirente che provò a rilanciarla, grazie anche all'arrivo dei turisti attratti dalla sua storia. Adesso però la fine è arrivata e, come per molte cose degli uomini, è bene anche accettarla. Senza dimenticare però il ruolo che luoghi come la Oscar Wilde Bookshop hanno rapppresentato nel cammino verso la nostra liberazione.
Non è facile dare risposte, ma dagli Stati Uniti arriva una notizia triste. Il 29 marxo 2009, dopo più di 41 anni di vita, chiuderà definitivamente i battenti la Oscar Wilde Bookshop, "la libreria gay e lesbica più antica del mondo", secondo i proprietari.
Nel 1967 la Oscar Wilde fu stata aperta in Mercer Street dall'attivista Craig Rodwell e poi si è presto trasferita nel cuore del Village di New York, in Christopher street dove e ha visto i gay e le lesbiche trasformarsi, prendere coraggio, diventare spavaldi e ribellarsi alle vessazioni. E poi attraversare le mode, arrivare in tv, in politica, fino ai matrimoni celebrati altrove ma riconosciuti nella Grande Mela.
Basti pensare che la Oscar Wilde esisteva già quando scoppiarono le rivolte di Stonewall, nel 1969, atto di nascita ufficiale del moderno movimento lgbt occidentale. Ha subito attentati bomba, finestre rotte e scritte minacciose, come "Uccidi i froci" sui muri. Ma fra poche settimane non ci sarà più; sorte condivisa con la Babele di Milano, chiusa l'anno scorso, e quella di Roma, che sta per chiudere.
Già sei anni fa, in verità, la libreria arrivò a un passo dalla chiusura, ma all'ultimo minuto arrivò un nuovo acquirente che provò a rilanciarla, grazie anche all'arrivo dei turisti attratti dalla sua storia. Adesso però la fine è arrivata e, come per molte cose degli uomini, è bene anche accettarla. Senza dimenticare però il ruolo che luoghi come la Oscar Wilde Bookshop hanno rapppresentato nel cammino verso la nostra liberazione.
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