Ma non era meglio l'amico gay della Tatangelo?
Aridatece Anna Tatangelo!!!
L'anno scorso decine di amici, conoscenti e blogger mi hanno deprecato e svillaneggiato perché non trovavo così male la canzone portata da Anna Tatangelo a Sanremo, "Il mio amico". Era tutto un fiorire di "fa schifo", "che vergogna", "che speculazione", e
cc. ecc. Dal mio punto di vista dicevo che il livello artistico era, né più né meno, quello delle altre canzoni di Gigi D'Alessio; e che in più un messaggio come quello ("che male c'è se ami un uomo come te"), che parla un linguaggio semplice e non da intellettuali, potete veicolare concetti positivi anche al pubblico, anziano, della prima serata di Raiuno.
Adesso, a distanza di un anno, mi pare che il livello intellettuale - e la buona fede - della bella Anna giganteggino di fronte alla squallida e pericolosa operazione cultural-pubblicitario-canzonettistica di Povia.
Finora non ne ho parlato perché mi sembrava di dare ulteriore spazio a un'iniziativa delirante, ma è indubbio che ormai siamo all'ennesimo scontro fra i gay che vogliono vivere tranquilli, sereni e felici (per quanto può esserlo un essere umano) e coloro che vogliono umiliarli, etichettarli, denigrarli e "curarli" con ricette deliranti che non hanno ALCUN FONDAMENTO scientifico.
Tutti gli psicologi, sessuologi, psichiatrici clinici, universitari e no, che ho intervistato, hanno smontato in un attimo le teorie di Nicolosi, del Narth e di quanti vogliono "guarire" i gay; anzi, le hanno bollate come pericolose e contrarie alla deontologia medica. Eppure questo signor Povia, spalleggiato da Paolo Bonolis, usa persino il palcoscenico di Sanremo per propagandare queste teorie, ricicciando la solita - l'unica, in Italia - storia di un gay "riconvertito".
Ma se funziona così bene questa "riparazione", perchè non ci fanno vedere gli altri gay riparati e tornati etero? Forse sono finiti in rottamazione?
L'anno scorso decine di amici, conoscenti e blogger mi hanno deprecato e svillaneggiato perché non trovavo così male la canzone portata da Anna Tatangelo a Sanremo, "Il mio amico". Era tutto un fiorire di "fa schifo", "che vergogna", "che speculazione", e

Adesso, a distanza di un anno, mi pare che il livello intellettuale - e la buona fede - della bella Anna giganteggino di fronte alla squallida e pericolosa operazione cultural-pubblicitario-canzonettistica di Povia.
Finora non ne ho parlato perché mi sembrava di dare ulteriore spazio a un'iniziativa delirante, ma è indubbio che ormai siamo all'ennesimo scontro fra i gay che vogliono vivere tranquilli, sereni e felici (per quanto può esserlo un essere umano) e coloro che vogliono umiliarli, etichettarli, denigrarli e "curarli" con ricette deliranti che non hanno ALCUN FONDAMENTO scientifico.
Tutti gli psicologi, sessuologi, psichiatrici clinici, universitari e no, che ho intervistato, hanno smontato in un attimo le teorie di Nicolosi, del Narth e di quanti vogliono "guarire" i gay; anzi, le hanno bollate come pericolose e contrarie alla deontologia medica. Eppure questo signor Povia, spalleggiato da Paolo Bonolis, usa persino il palcoscenico di Sanremo per propagandare queste teorie, ricicciando la solita - l'unica, in Italia - storia di un gay "riconvertito".
Ma se funziona così bene questa "riparazione", perchè non ci fanno vedere gli altri gay riparati e tornati etero? Forse sono finiti in rottamazione?
Comments
Quella della Tatangelo, consentimelo, alla cultura musicale.
Un saluto.
Blogger
In questo caso la TatangelA.
ps: comunque sottoscrivo appieno il commento precedente