L'unico modo per colpirli: al portafoglio

C'è poco da ridere per il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. Per la prima volta da quando esiste il meccanismo (perverso) dell'8 per mille, è in calo la percentuale che gli italiani hanno assegnato alla chiesa cattolica. Le firme sulla casella "chiesa cattolica" del 730 o di Unico o del Cud sono passate dall'89,82% per il 2008 all'86% per il 2009; mentre nello stesso periodo aumentavano le indicazioni a favore dello stato. In cifre, si tratta di 35 milioni di euro in meno per le casse della Cei. Ricordiamo sommessamente che i fondi dell'8 per mille furono usati, per esempio, per la manifestazione anti-Dico del Family Day nel 2007.
I vescovi sono in fibrillazione e si preparano a rilanciare le campagne pubblicitarie, nella migliore (o peggiore) tradizione mercantile; nessuna autocritica, nessun esame di coscienza: eh sì che da quelle parti dovrebbe essere pane quotidiano. Ma c'è di più su cui riflettere e di cui, forse, rallegrarsi: i dati per il 2008 derivano dalle dichiarazioni del 2005, quelli per il 2009 dalle dichiarazioni 2006. Il calo quindi è già cominciato qualche anno fa, guarda caso - basta confrontare le date - al tempo della campagna ecclesiastica contro il voto al referendum sulla fecondazione assistita, anche prima dell'offensiva in grande stile contro Pacs, Dico e unioni civili in genere.
Il calo quindi è precedente alle campagne di sensibilizzazione come quella lanciata l'anno scorso da Micromega, e nasce da una volontà autonoma dei cittadini; manca la controprova, cioè per esempio il dato delle indicazioni per la chiesa valdese. Quando lo avremo potremo calcolare quanto prestigio e quanta credibilità la chiesa cattolica ha perso negli ultimi anni della battaglia di potere condotta dal cardinale Camillo Ruini.
Comments
in effetti il Vaticano ha un accordo molto più vantaggioso...
Troppo presto, troppo poco e troppo irrilevante per "cantare vittoria" ma in effetti è una notizia che rincuora.