A Thiene il sesso gay sta bene sotto il tappeto
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Deve pensarla così la sindaca di Thiene (Vicenza), la signora Maria Rita Busetti che annuncia la realizzazione di un muro per nascondere alla vista degli innocenti passanti un noto luogo di incontri gay lungo la Valdastico. Il sesso gay, in fondo, è sempre esistito ed è come la polvere: basta metterlo sotto il tappeto e, oplà, è come se non ci fosse.
Ora, lungi da me l'idea di difendere il sesso en plain air, dove si può essere visti da chiunque anche da chi non si aspetta scene del genere e non desidera osservarle. Per chi viola le regole, però, c'è il codice penale, come è venuto fuori in una discussione molto proficua, a mio parere, nata sul blog di Trimanda che ha commentato la vicenda e poi è tornato sul punto per chiarire la sua opinione.
L'idea del muro è, davvero, soltanto la spettacolarizzazione di una omofobia che si vergogna sempre meno di sé stessa e che osa ogni giorno un po' di più. Perché se davvero quel posto è indecente e indecoroso, basterebbe mandarci una pattuglia a sere alterne e dissuadere, con la sola presenza della polizia, i battitori liberi.
Detto questo, è anche vero che il sesso all'aperto, in posti poco visibili e al riparo da occhi indiscreti grazie a cespugli e alberi, andrebbe criminalizzato un po' meno e lasciato libero di esistere finché non disturba gli altri. Questa mania attuale di illuminare tutto, di rendere visibile qualunque cosa rischia - mi pare - di far diventare le nostre città sempre più simili a caserme.
Deve pensarla così la sindaca di Thiene (Vicenza), la signora Maria Rita Busetti che annuncia la realizzazione di un muro per nascondere alla vista degli innocenti passanti un noto luogo di incontri gay lungo la Valdastico. Il sesso gay, in fondo, è sempre esistito ed è come la polvere: basta metterlo sotto il tappeto e, oplà, è come se non ci fosse.
Ora, lungi da me l'idea di difendere il sesso en plain air, dove si può essere visti da chiunque anche da chi non si aspetta scene del genere e non desidera osservarle. Per chi viola le regole, però, c'è il codice penale, come è venuto fuori in una discussione molto proficua, a mio parere, nata sul blog di Trimanda che ha commentato la vicenda e poi è tornato sul punto per chiarire la sua opinione.
L'idea del muro è, davvero, soltanto la spettacolarizzazione di una omofobia che si vergogna sempre meno di sé stessa e che osa ogni giorno un po' di più. Perché se davvero quel posto è indecente e indecoroso, basterebbe mandarci una pattuglia a sere alterne e dissuadere, con la sola presenza della polizia, i battitori liberi.
Detto questo, è anche vero che il sesso all'aperto, in posti poco visibili e al riparo da occhi indiscreti grazie a cespugli e alberi, andrebbe criminalizzato un po' meno e lasciato libero di esistere finché non disturba gli altri. Questa mania attuale di illuminare tutto, di rendere visibile qualunque cosa rischia - mi pare - di far diventare le nostre città sempre più simili a caserme.
Comments
"Questa mania attuale di illuminare tutto"
D'altra parte una città più illuminata è infinitamente più sicura. Nel senso più immediato: se ci sono meno angoli buî ci sono meno angoli in cui temo si nasconda qualcuno con intenzioni poco gentili nei miei confronti.
Temo sia qualcosa di estremamente femminile - il rischio di essere aggredita girando da sola la sera è estremamente maggiore per una donna (sia pure una cintura marrone di karate) che per un uomo (sia pure mingherlino): e ogni donna ha ormai interiorizzato questa disparità, superati i quattordici anni.
Ovviamente le luci non bastano: Piazza del Duomo è illuminata anche alle tre di notte, ma dopo le undici non ci passeggio proprio tranquilla.
(Comunque, in generale, concordo con il post. E potrei aver preso troppo alla lettera la tua frase.)
e anch'io, fra me e me, ci riflettevo mentre scrivevo il post.
Eliminare gli angoli bui equivale, non c'è dubbio, a rendere la città più sicura e questo è un bene per tutti.
però non si potrebbe conciliare questa esigenza con l'altra? Conservare alcuni spazi in cui chi vuole sentirsi sicuro non è costretto a passare o stazionare, ma che possono accogliere un'altra parte di popolazione che invece ama andar per boschetti...
L'omofobia sta diventando una manifestazione della sempre più diffusa insicurezza e paura di esistere.
Credimi, conosco quei parcheggi, se non altro perché sono visibili da ogni angolo. Un bel muro è auspicabile perché non c'è nulla di peggio che battere un padre di famiglia che non si decide perché ogni 30 secondi passa una macchina nella strada accanto ;-)
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