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Showing posts from December, 2008

Onu: 56 paesi contro la depenalizzazione dell'omosessualità

All’Onu più di 60 paesi hanno firmato lo statement promosso da Francia e Unione Europea per difendere i diritti umani delle persone lgbt in tutto il mondo. Subito dopo, l’ambasciatore della Siria Abdullah al-Hallaq ha letto una dichiarazione di segno opposto , in cui si sostiene - in linea con le posizioni del Vaticano - che i diritti umani non devono includere i concetti di orientamento sessuale e identità di genere e che anzi un’apertura del genere può condurre “alla normalizzazione sociale e persino alla legalizzazione della pedofilia. All’inizio al-Hallaq elenca 58 paesi firmatari, ma sul numero c’è un piccolo giallo: al termine del discorso aggiunge che “Uzbekistan e Kurdistan non sono inclusi nella lista”. L’Uzbekistan era stato nominato, ma il Kurdistan no, visto che non esiste come stato sovrano: forse si trattava del Kirgizhstan. In tal caso i paesi firmatari della contro-dichiarazione sono 56 e non 58. ( qui trovate il video con tutti gli interventi, in Real Player, recupera

Peggio della Thailandia, peggio della Birmania

(conversazione realmente avvenuta e registrata fedelmente) aelred: Oddio, Berlusconi impazza, la Gelmini taglia i fondi alla scuola, Calderoli prepara il "federalismo", Frattini bacia la pantofola al Papa, Sacconi ricatta la clinica che ha accolto Eluana Englaro. Ma come siamo ridotti? Persino la Thailandia, che aveva un premier proprietario di televisioni, si è ribellata. Hanno bloccato l'aeroporto per giorni e hanno abbattuto il governo... fda: Ma quelli sono seri, mica come noi italiani, che ci facciamo andar giù di tutto. aelred: forse solo il Myanmar (Birmania) è peggio di noi, con la giunta militare. fda: ma che dici? Quelli hanno un governo che fa schifo, ma almeno il leader dell'opposizione è Aung San Suu Kyi. Noi abbiamo Veltroni! aelred: ...

Onu: 66 paesi hanno firmato per i diritti di gay e lesbiche

(Pubblicato originariamente su Queerblog ) Sono stati 66 alla fine i paesi che hanno firmato il documento letto ieri dal rappresentante dell’Argentina all’Assemblea Generale dell’Onu: la dichiarazione (statement) sosteneva la depenalizzazione universale dell’omosessualità e i diritti delle persone lgbt. Da qui si può scaricare il video dell’evento . Tra i paesi che alla fine non hanno firmato lo statement, ci sono a sorpresa anche gli Stati Uniti, dove il presidente Bush dà l’ennesima prova della sua politica di esclusione delle minoranze, e il Sudafrica, che in passato ha sempre sostenuto i diritti umani. È la prima volta, comunque, che in un documento ufficiale delle Nazioni Unite viene menzionata esplicitamente la persecuzione delle persone lgbt e si richiama il rispetto dei diritti umani per questa minoranza, ancora perseguitata in 86 paesi al mondo. La dichiarazione è stata seguita da una contro-dichiarazione letta dalla Siria e firmata da una sessantina di paesi, che negano la p

Oggi all'Onu il testo sulla depenalizzazione dell'omosessualità

Oggi, giovedì 18 dicembre 2008, è prevista la lettura dello statement presentato dalla Francia, a nome di tutta l'Ue, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla depenalizzazione universale dell'omosessualità. Come mi spiegava Stefano Fabeni in questa intervista , è la prima volta che paesi di tutti e cinque i continenti (comprese Asia e Africa) firmano un documento a tutela delle persone lgbt nel mondo. Sono oltre 60 gli stati che hanno già firmato la dichiarazione, ma qualcun altro si potrebbe aggiungere all'ultimo momento. Fra essi quasi tutti i paese europei, il Giappone e il Nepal, Australia e Nuova Zelanda, Canada, Israele e molti paesi dell'America Latina (fra cui Cuba e Venezuela); e persino qualche paese africano: Gabon, Repubblica Centrafricana, Mauritius, Capo Verde, Sao Tomé e Principe. La presentazione è fissata alle 14:30 ora di New York (le 21:30 quindi). Si può seguire il dibattito in diretta su http://www.un.org/webcast/ il documento in quest

Brokeback: invece della censura, Ferrara parla di morale

Certo, subire una sconfitta come quella di Giuliano Ferrara alle ultime elezioni politiche dev'essere uno choc non da poco; però è incredibile come ancora l'intellettuale ex comunista, ex socialista, ex berlusconiano e attualmente ratzingeriano insista testardamente sulle proprie posizioni. Anche la censura della Rai ai danno di Brokeback Mountain è stata l'occasione per Ferrara, che dispensa le sue lezioni anche dalle colonne di Panorama , di ripetere le proprie trite e ritrite posizioni moralistiche, ammantandole di tolleranza e apertura che definire pelose è un'esagerazione. Invece di parlare dello scandalo di un canale pubblico che censura un film - pluripremiato per di più - Ferrara insiste sulla tesi della lotta dei valori, per cui non si può cedere a una modernità fatta di valori relativi, di accettazioni di qualsiasi realtà e di rinuncia a dare giudizi di valore: tutto è eguale, non ci sono differenze e dobbiamo conformarci definitivamente al dogma zapateriano d

Omofobia, Paola Concia chiede le dimissioni di Carfagna

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Da quando ha giurato come ministro, otto mesi fa, non ha mai incontrato le associazioni lgbt italiane e non sa dire nulla a proposito dell'Osservatorio sulle discriminazioni verso le persone omosessuali e transessuali, che il governo Prodi aveva annunciato e finanziato, grazie alla ministra Pollastrini. Mara Carfagna finora non ha dato buona prova di sé come ministro, almeno per quanto riguarda le discriminazioni subite dal collettive lgbt, che fino a prova contraria sono parte del suo mandato. Per questo motivo la deputata del Pd Paola Concia la accusa di "omertà" e chiede a Berlusconi che le ritiri la delega . "Oggi, durante il mio intervento alla Camera sul rispetto dei diritti umani - spiega Concia - ho interrogato la ministra Carfagna, che era presente in Aula, su che fine abbiano fatto i fondi stanziati dal Governo Prodi per la costituzione dell'Osservatorio sulle discriminazioni verso le persone omosessuali e transessuali nel nostro Paese. Ho anche solleci

La comunità gay Usa pronta per Stonewall 2.0

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Post pubblicato su Queerblog Nuovi attivisti, nuove strategie, nuova voglia di rivendicare diritti e farsi sentire. Il no californiano ai matrimoni gay ha spiazzato in un primo tempo il movimento lgbt, ma ha anche animato una nuova ondata di attivismo , di cui si stanno accorgendo anche i mezzi di comunicazione. Lo choc per la vittoria dei Sì alla Proposition 8 ha riacceso la voglia di impegnarsi, un po’ come nel 1969 le vessazioni da parte della polizia spinsero trans e gay del bar di New York Stonewall a ribellarsi e organizzare una vera e propria guerriglia urbana: da lì nasceva il movimento lgbt moderno. Adesso una nuova generazione di volontari e attivisti a cominciato a interessarsi ai diritti civili e alla lotta della comunità lgbt, usando tutti gli strumenti a disposizione compreso Internet, come si può vedere con Join the impact , un movimento nato dal basso e che sta modificando il modo di agire delle associazioni lgbt tradizionali. Meno “politica” e più “movimento”. Una be

Prop 8: non è questione di pelle, ma di religione

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Post pubblicato su Queerblog Non sono stati tanto l’etnia o l’età, ma piuttosto il grado di istruzione e la religione a dividere i sostenitori e gli avversari dei matrimoni gay in California, nel referendum sulla Proposition 8 che ha cancellato il diritto di sposarsi per le coppie dello stesso sesso. Una ricerca statistica , condotta dal prestigioso Public Policy Institute della California, rivela che dietro la vittoria del Sì alla proposta - secondo cui il matrimonio è solo l’unione fra uomo e donna - non bisogna vedere tanto il peso dell’elettorato latino o afroamericano, quanto la frattura tra chi è strettamente religioso e chi è laico. Secondo il sondaggio, il sì ha ottenuto i suoi migliori risultati fra i cristiani evangelici e fra le persone che non sono andate al college ; mentre ha votato sì “solo” il 56% di chi ha più di 55 anni e il 57% degli elettori non bianchi. Il sostegno più alto al sì è venuto dai cristiani praticanti, con l’85% di sì tra gli evenagelici, il 66% tra

Una "Giornata senza gay" negli Stati Uniti

Giorno di sciopero oggi per i gay d'oltreoceano, che hanno provato a mostrare che succederebbe se gay e lesbiche sparissero dai loro posti di lavoro. Visto che non abbiamo il diritto di sposarci come gli altri - è il punto - allora non è il caso che diamo il nostro contributo alla società. In questo modo è nata la protesta Day without a gay . Come scrive il New York Times , a parte alcuni posti vuoti in città come New York e San Francisco, l'impatto non sarà stato notevole, ma alcune comunità hanno potuto misurare che cosa vuol dire una giornata senza gay; soprattutto se chi non è andato al lavoro ha deciso davvero di devolvere la propria giornata al volontariato a favore della comunità, spendendo soltanto in locali commerciali gay o gay friendly.

Brokeback Mountain su Raidue orrendamente tagliato

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Che schifo! Passi che la Rai - Raidue - decida di trasmettere il film vincitore del Leone d'oro 2005 in seconda serata, perché è "vietato ai minori di 14 anni". Passi che non venga quasi per nulla pubblicizzato il primo passaggio televisivo di Brokeback Mountain, per qualche forma di pudore o vergogna dei responsabili di rete, che però hanno speso dei soldi per acquisire i diritti. Ma che il film di Ang Lee, con l'interpretazione da Oscar di Heath Ledger, venga addirittura tagliato, in almeno tre scene è scandaloso! Che cosa credono alla Rai che siamo tutti idioti? Siamo forse tornati agli anni Cinquanti, con i mutandoni per le gemelle Kessler? Ovviamente la scena di sesso etero non è stata affatto tagliata. A questo punto la Rai farebbe meglio a non trasmettere nulla, se deve censurare in questo modo sia le scene di sesso - in cui comunque non si vedeva niente - sia i baci (!) tra i protagonisti. Su Raidue è andato in onda un altro film...

Depenalizzare l'omosessualità non c'entra nulla con i matrimoni

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C'è un equivoco, alimentato ad arte dalla chiesa cattolica e dai suoi corifei consapevoli o inconsapevoli: Buttiglione, Eugenia Roccella, Luca Volontè, Maurizio Lupi. La proposta europea all'Onu per depenalizzare universalmente l'omosessualità riguarda unicamente i diritti umani e la difesa dell'incolumità e della vita delle persone omosessuali. Non c'è quindi nessun riferimento al diritto al matrimonio o alle unioni civili o ad altre richieste della comunità lgbt: tutte cose di cui parla pretestuosamente monsignor Migliore a nome del Vaticano per motivare il No della Santa Sede alla proposta dell'Ue che la Francia presenterà il 10 dicembre alle Nazioni Unite. Ma allora di che cosa stiamo parlando? O meglio, di che parlano tutti quelli (pochi, in verità) che si ostinano a difendere l'indifendibile, cioè la posizione della chiesa cattolica di Roma? O sono ignoranti e non si sono neppure preoccupati di leggere il testo o sono in mala fede: in entrambi i casi

Il Pse difende i diritti lgbt, il Pd non è in grado di farlo

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Da Madrid arriva il segnale ufficiale che il Pse è il partito dei diritti e dell'uguaglianza, anche per gay lesbiche bisex e trans. E che l'Italia, con un Pd terremotato e senzatetto in Europa, è nella retroguardia su questi temi a livello continentale. Nel manifesto del partito

Gay perseguitati, il Vaticano è uno stato canaglia

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A questo punto non restano più troppi dubbi: il Vaticano, su tutti i temi che riguardano diritti civili, si comporta esattamente come gli stati canaglia - Iran in testa - in cui il peccato è anche reato e lo stato si arroga il diritto di spiegare che cosa i cittadini devono fare in base alla morale. Per di più, al contrario dell'Iran dove il presidente è democraticamente eletto, il Vaticano è una teocrazia assoluta, con un monarca che governa a vita, eletto con il meccanismo della cooptazione. Se non fosse arrivato a fine mandato, forse Bush invaderebbe la Santa Sede per esportarvi la democrazia... A parte le boutade, fa davvero piacere che il rappresentante del Vaticano all'Onu, monsignor Celestino Migliore, si sia scagliato per primo contro la proposta francese di depenalizzare a livello mondiale l'omosessualità, adesso perseguita in ben 91 paesi. In un'intervista il vescovo premette che “tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte de

World Aids Day 2008. l'Hiv non è un virus dei gay

Per ricordare a tutti noi che vent'anni fa per la prima volta veniva celebrata in tutto il mondo una Giornata mondiale sull'Aids ripubblico l'intervista che ho fatto a Stefano Vella, uno dei maggiori esperti italiani di Hiv/Aids, ex presidente della Società internazionale Aids. Nelle sue parole c'è la smentita più chiara alle tesi delirante della dottoressa Atzori, l'infettivologa dell'ospedale Sacco che accusa i gay di essere gli untori del contagio . Al contrario, fra i gay la prevenzione funziona e più persone si sottopongono al test, l'unico modo per contrastare in tempo il virus. Mentre fra gli eterosessuali, molti hanno abbassato la guardia. Quali sono i progressi della medicina? I farmaci funzionano sempre meglio. Adesso ci sono nuove classi anche per chi è in fase avanzata. In un certo senso è possibile tornare a una fase di asintomaticità. Chi è in trattamento da anni può essere curato con nuovi farmaci che il virus non ha mai “visto”. Quindi, tutto

Allam contro il matrimonio gay, il divorzio e l'aborto

Detesto dire "l'avevo detto", anche perché piuttosto è un " l'avevo scritto ". Ma non era difficile intravedere fra le pieghe del discorso "profetico" di Magdi Allam posizioni integraliste, fondamentaliste, oscurantiste e confessionali. Del resto se uno attacca il relativismo e il laicismo non c'è molto di buono da sperare da quello lì. A precisa domanda Magdi Cristiano Allam ha chiarito che il suo partito è contrario ai matrimoni gay ("Pur rispettando le scelte sessuali di ognuno e senza voler discriminare gli omosessuali", dove l'ho già sentita questa?), all'aborto, al divorzio, all'eutanasia, alla ricerca scientifica. Insomma, un programma che andrebbe benissimo al presidente iraniano Ahmadinejad e ai suoi ayatollah. Per i risultati che otterrà valgono sempre le riflessioni di ieri, ma aggiungo: a quando l'elezione come presidente onorario del partito di Paola Binetti?