Anche New York dice sì ai matrimoni gay: 33-29

Lady Gaga piange di gioia e si sente fiera di essere newyorchese; migliaia di gay, lesbiche e sostenitori dei diritti civili urlano di gioia e applaudono nelle strade di New York, dentro luoghi storici come il bar Stonewall Inn a Greenwich Village e ad Albany, sede del Parlamento dello stato di New York.

Il Senato, infatti, ha appena approvato il Marriage equality Act, la legge fortemente voluta dal governatore Andrew Cuomo per eliminare le disparità di trattamento fra coppie etero e coppie gay. Oltre a 29 senatori democratici su 30, anche 4 repubblicani hanno approvato la misura, esprimendo un voto di coscienza.

Sono queste le immagini più belle di una giornata - anzi di una nottata - che ha visto New York diventare il sesto stato Usa a consentire il matrimonio fra persone dello stesso sesso; e di gran lunga lo stato più popoloso. Mark J. Grisanti, James S. Alesi, Stephen M. Saland e Roy J. McDonald sono i quattro senatori repubblicani che hanno votato a favore della legge, mentre Rubén Díaz Sr. è l'unico democratico che ha votato in modo non conforme al suo gruppo.

Ma la conclusione è bellissima e segna un momento di straordinaria evoluzione, perché New York è un posto straordinariamente simbolico e può aprire la strada al cambiamento: oggi forse abbiamo superato lo choc della California, con il voto della Proposition 8.

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