Argentina: un giudice dice sì al matrimonio gay


Alex e José María sono una coppia gay, sono argentini e da anni si battono per vedere la loro unione riconosciuta ufficialmente con il matrimonio. È di questi giorni la notizia che una giudice del tribunale di Buenos Aires - guarda caso, una donna - ha autorizzato questa unione, spiegando che basta sostituiere la parola "contraenti" all'espressione "marito e moglie" nel Codice Civile. Tutto qui.

Alejandro Freyre ha 39 anni, José María Di Bello ne ha 41; oltre ad essere attivisti lgbt sono impegnati nella lotta all'Aids e insieme hanno aderito a diverse campagne per il diritto alle cure delle persone sieropositive e, nell'ultimo anno, alla campagna per una legge nazionale sul matrimonio gay. Il loro è stato il quarto ricorso dopo che il Registro civile aveva rifiutato le pubblicazioni per il matrimonio.

Questa sentenza arriva proprio mentre il paese sudamericano sta discutendo in Parlamento la questione dei diritti per le persone lgbt, in particolare il matrimonio. I deputati si trovano in un certo imbarazzo, anche a causa dei severi richiami della chiesa cattolica: eppure l'ultimo sondaggio pubblicato il 10 novembre rivela che il 66% degli argentini è favorevole ai matrimoni gay e anzi per il 63% si tratta di un "progresso sociale e culturale per il paese".

Persino la maggioranza dei cattolici argentini (il 57,3%) sostiene il diritto di sposarsi anche per gay e lesbiche e, dopo la sentenza, anche il sindaco di Buenos Aires (Mauricio Macri, di destra!) ha annunciato che la sua amministrazione non presenterà ricorso in appello, perché "il mondo va in questa direzione".

Nel video Alex e José Maria raccontano il loro impegno.

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