L'incomprensibile destino di alcuni autori gay

Davvero, mi sfuggono le dinamiche commerciali delle case editrici italiane. Come tutti saprete alla Mostra del cinema di Venezia il designer texano Tom Ford - colui che risollevò le sorti di Gucci - ha presentato in concorso il film "A single man", il cui protagonista Colin Firth ha conquistato anche la Coppa Volpi come miglior attore protagonista; la pellicola invece è stata premiata con il Queer Lion, come miglior opera a tematica lgbt..

Ora, non tutti sanno che questo film - su cui le opinioni sono contrastanti, ma che merita di essere visto - è tratto da un romanzo di Christopher Isherwood, ripubblicato qualche anno fa in Italia da Guanda con il titolo "Un uomo solo". Personalmente mi aspettavo - anzi ne ero quasi certo - che il libro sarebbe stato ripubblicato, distribuito e lanciato con spreco di energie e pubblicità. Quale migliore occasione del lancio di un film tratto dal romanzo?

Invece niente, nulla, nada. Il libro è introvabile sia online sia in libreria, dove qualche poco accorto libraio pensa che sia stato scritto nel 2003 (sic). Un destino che, mutatis mutandis, colpisce anche l'opera narrativa di Giuseppe Patroni Griffi, scomparso qualche anno fa. Alla sua morte mi aspettavo che sarebbero state ripubblicati i suoi romanzi e aspettavo di leggere "La morte della bellezza" e "Viene giù per Toledo". Il primo sono riuscito a recuperarlo fortunosamente online, ma è pressoché clandestino; il secondo è introvabile.

C'è una logica in queste scelte commerciali o è solo pressappochismo e disinteresse? Al di là, è ovvio, del risvolto gay di queste opere, che sono letteratura senza etichette.

Comments

Anellidifumo said…
La logica, amore mio bello, è che gli editori sono spesso troppo impegnati a guardarsi l'ombelico, per accorgersi di dover pubblicare o ripubblicare certi libri in determinate occasioni.

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