Brokeback: invece della censura, Ferrara parla di morale

Certo, subire una sconfitta come quella di Giuliano Ferrara alle ultime elezioni politiche dev'essere uno choc non da poco; però è incredibile come ancora l'intellettuale ex comunista, ex socialista, ex berlusconiano e attualmente ratzingeriano insista testardamente sulle proprie posizioni.

Anche la censura della Rai ai danno di Brokeback Mountain è stata l'occasione per Ferrara, che dispensa le sue lezioni anche dalle colonne di Panorama, di ripetere le proprie trite e ritrite posizioni moralistiche, ammantandole di tolleranza e apertura che definire pelose è un'esagerazione.

Invece di parlare dello scandalo di un canale pubblico che censura un film - pluripremiato per di più - Ferrara insiste sulla tesi della lotta dei valori, per cui non si può cedere a una modernità fatta di valori relativi, di accettazioni di qualsiasi realtà e di rinuncia a dare giudizi di valore:
tutto è eguale, non ci sono differenze e dobbiamo conformarci definitivamente al dogma zapateriano della coppia gay benedetta dalla legge matrimoniale eguale e dal diritto di famiglia in cui madre e padre diventano progenitore A e progenitore B al fine di tutelare la famiglia omosessuale con bimbi fabbricati per via eterologa o adottati.
C'è una serie di obiezioni a queste affermazioni. Innazitutto, i critici della censura Rai non parlavano in nome dell'uguaglianza tra matrimonio dello stesso diverso e matrimonio dello stesso sesso; parlvano in nome della libertà di espressione e del rifiuto di una morale di stato, imposta tramite il servizio pubblico. Quella di Ferrara sul matrimonio gay e su Zapatero - vera nemesi degli atei devoti, in quanto capace di pensiero forte senza doversi sostenere sulle spalle bimillenarie della chiesa cattolica - sta diventando una vera ossessione.

Sfatiamo poi la questione, diventata un cavallo di battaglia polemico, del "progenitore A" e "progenitore B". Si tratta solo dell'indicazione su un modulo, della burocrazia astratta: nella vita reale si continua a dire padre e madre; e ci saranno sempre più bambini con due padri e bambini con due madri, accanto alla maggioranza tradizionale e rassicurante dei bimbi con un padre e una madre. Non si preoccupino Ferrara e i suoi accoliti.

Quanta insicurezza, quanta paura per sé e per la propria stirpe di maschi eterosessuali ci deve essere in un simile affanno per ribadire la superiorità dell'amore eterosessuale su quello omosessuale. Forse Ferrara ha paura che sempre più persone scelgano di essere gay, lasciando il dorato campo dell'eterosessualità? Non si preoccupi: ognuno continuerà ad andare dove lo conducono le proprie inclinazioni, solo non si sentirà costretto come è successo finora ada abbracciare l'orientamento di maggioranza, anche se intimamente sa di sperimentarne un altro. In pratica non ci saranno "più gay", ma solo "meno finti etero".

Quanto a Ferrara, quanta ipocrisia nella conclusione del suo articolo:
Combattere l’omofobia è sacrosanto e ormai lo si fa in coro. Confondere questa battaglia con la rinuncia a un principio di educazione e autoeducazione fondato sull’amore tra uomo e donna, generatore di figli e di futuro, è un’altra cosa. E qualcuno deve dirlo.
Mi sembra che lui lo dica abbastanza di frequente e anche in buona compagnia. Quanto alla lotta contro l'omofobia, non mi pare proprio che sia così condivisa e "corale".

Comments

Snapshot83 said…
si preoccupano della gente con 2 genitori dello stesso sesso, quando, in realtà, ci sono figli con 4 genitori, 2 per ogni sesso... E ferrara si sa da chi vine pagato (e con chi è schierato "moralmente" la dice lunga)
Scusare ciò che è avvenuto è peggiore di esserne responsabili, non trovi?
Io no ma mi piaceva la frase.
Ferrara mi fa schifo, il mio ben più illustre collega, Luttazzi, ha detto tutto sul personaggio.
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