Veltroni e il Pd lavorano per Berlusconi

Destra (Casa delle libertà), Centro (Partito democratico) e Sinistra (La Sinistra e l'arcobaleno), con i mezzo i centristi di Tabacci e Baccini (con Pezzotta) e ancora fuori dalle alleanze i radicali e il Partito socialista. Così, più o meno, si presenteranno le liste alle prossime elezioni e, a meno di miracoli impossibili, vincerà Berlusconi a mani basse.

Sì, perché alla Camera dei deputati basta prendere più voti degli altri - anche il 47 o il 48% come coalizione - e si vince un premio di maggioranza sufficiente per governare. E quelli non sono tipi da far cadere il governo. Non è neppure ipotizzabile che il Pd da soli arrivi al 40%, figuriamoci al 46 o 47 che gli servirebbe per vincere. Così alla Camera stravincerà Berlusconi. Al Senato, tranne le regioni rosse dove il Pd potrebbe farcela da solo, sarà di nuovo la Cdl a fare man bassa. E se vanno da soli anche all'estero, pure quei senatori e deputati sono persi: si ripeterà l'errore che fece la Cdl nel 2006.

Insomma, il Pd sta preparando le megliori condizioni perché Berlusconi vinca, stravinca e non sia neppure costretto a dialogare e discutere le principali leggi. Una rivisitazione del 2001, insomma. Con l'aggravante che stavolta non è stata Rifondazione a far cadere il governo; ma sono stati Mastella e i suoi (erano solo tre, però) sommati a Fisichella e Dini, che erano stati eletti improvvidamente nelle liste della Margherita. Come la Binetti, che a sua volta aveva votato contro la fiducia al governo in precedenza.

Poi dicono che si pensa male di questi qui. Se non ci fossero, Berlusconi li dovrebbe inventare!
Ah, per i diritti civili si prega di ripassare verso il 2050.

Comments

Gabriele said…
Ecco, dunque, nessun dubbio: per tutto quello che (non) hanno fatto, non li si vota più.

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