Ratzinger libero di parlare, noi di contestarlo

Davvero non si capisce questo coro di pianti greci sulla rinuncia di Papa Benedetto XVI che non andrà più a parlare all'inaugurazione dell'università La Sapienza di Roma. Prodi esprime democristianamente "grande rammarico", Berlusconi parla di "ferita per l'Italia" e addirittura il presidente della Repubblica (che non si sa bene chi rappresenti ormai) Napolitano scrive una lettera al Papa. Ma chi lo consiglia?

Premesso che personalmente trovavo inopportuno e sgradevole che un Papa reazionario e anti-conciliare andasse a parlare all'apertura dell'anno accademico. Ben 67 docente avevano espresso la propria perplessità su questa presenza "incongrua". Lo stesso Papa che pronunciò parole inaccettabili su Galileo Galilei, simbolo della scienza libera: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto".

Come fa a parlare in un consesso scientifico un uomo per cui la scienza deve cedere alla fede?

Comunque nessuno ha impedito al Papa di parlare, come sembrano suggerire invece alcuni intellettuali pret-à-porter. Ratzinger non se l'è sentita di affrontare la contestazione.
Ma scusate: il Papa dev'essere libero di parlare e gli studenti non sono liberi di contestarlo?

Comments

Anonymous said…
la frase intellettuali pret-à-porter
la faccio mia. Via papaccio malefico.
Gabriele said…
Cogli perfettamente nel segno. "Le immagini avrebbero fatto il giro del mondo": di questo aveva paura Ratzinga. Come si fa a sostenere che si impedisce al Papa di parlare, quando i nostri media sono ridotti ad essere i megafoni del Vaticano (e oggi lo stanno dimostrando per l'ennesima volta)?
Anonymous said…
Una libertà a senso unico si chiama anche dittaura.

E poi: quassù non si parla minimamente di questa cosa. Certo una bella contestazione avrebbe invece fatto il giro del mondo.

Peccato :-)

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