Unioni civili, Italia umiliata anche dall'Uruguay

Una volta gioivo di fronte ai paese che riconoscevano finalmente diritti alle coppie dello stesso sesso. Adesso - sarà l'età, saranno le delusioni - comincio ad anteporre alla soddisfazione un profondo disagio e disgusto, nel vedere come tutti ormai ci passano avanti, non solo in posti storicamente civilissimi come Belgio, Olanda o Nuova Zelanda né in paesi baciati dalla presenza taumaturgica di leader come Nelson Mandela.

No, ormai le coppie di fatto e le unioni civili sono riconosciute anche in stati che faticosamente hanno riconquistato da relativamente poco tempo la democrazia, come l'Uruguay uscito da una dittatura solo nel 1984. Eppure anche lì ormai le unioni civili - senza distinzioni fra etero e omosessuali - saranno una realtà entro la fine dell'anno. Le ha appena votate la Camera e adesso tocca al Senato, che già disse sì nel 2006. merito del Frente amplio di sinistra che alle ultime elezioni nel 2005 sbaragliò gli immarcescibili partiti Blanco e Colorado, cioè conservatori e liberali.

La legge sulle "unioni concubinarie" prevede per le coppie di fatto dopo cinque (!) anni di convivenza gli stessi diritti e doveri dei coniugi, eccetto la possibilità di adottare minori. Sempre più diritti e sempre meno tempo dei fallimentari Dico, che comunque in Parlamento non ci sono mai andati.

Già, ma in Uruguay non c'è la Binetti. E neppure il Partito democratico.

Comments

El novio said…
Per noi il riconoscimento formale è del tutto secondario. Quello che conta veramente e per cui dovremmo batterci veramente è proprio quello che DICO, CUS, etc hanno bellamente (e colpevolmente) ignorato, ma che solo assicura la reale parità di diritti:l'equiparazione del diritto successorio. Il resto per il momento sono solo lustrini e pailletes che distraggono dal vero problema.
Anonymous said…
Mi viene un po' da ridere a pensare che il Frente Amplio, in fondo, altro non è che un'unione di tutti i riformisti, dal centrosinistra alla sinistra radicale!
Anonymous said…
Io me ne andrei volentieri in Burundi pur di non sentire ancora ste cose...
encantado

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