E se Hillary Clinton fosse lesbica?

Che succederebbe se il prossimo presidente degli Stati Uniti fosse una donna? E se fosse addirittura una donna lesbica? A me potrebbe solo fare piacere, come doppio colpo - quasi mortale - al maschilismo fallocratico che domina il mondo occidentale, figuriamoci il resto della Terra. Ma non è proprio di questo che voglio parlare.

Ebbene, il pettegolezzo politico che sta circolando di più sotto traccia, ma che ormai fa capolino anche sui quotidiani - compreso un giornale rispettabile come La Stampa - è quello sulla presunta omosessualità di Hillary Clinton, la più probabile candidata democratica alle elezioni presidenziali del 2008. Una voce che era già circolata ai tempi dello scandalo sessuale fra Bill Clinton e Jennifer Flowers, cui Hillary aveva reagito con grande compostezza, se non freddezza, e anche in seguito.

Più che come prospettiva, però, adesso lo “spettro” dell’omosessualità viene agitato dagli avversari di Hillary, per contrastare la sua candidatura e metterle i bastoni fra le ruote. Basta sfogliare giornali e siti internet americani per leggere della bella e misteriosa assistente, Huma Abedin che le sta sempre a fianco e non la abbandona mai, giorno e notte e nei suoi numerosi viaggi.

Hillary è lesbica? Non lo sappiamo e francamente non ci interessa. E non dovrebbe interessare neppure agli americani, che dovrebbero solo riflettere se saprà amministrare o no il loro paese. E i suoi gusti in questo non hanno significato.

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