Donne marocchine: diritti o Family day?

Piena solidarietà, è ovvio, a Dounia Ettaib, vicepresidente dell'associazione Donne marocchine in Italia, aggredita e minacciata a Milano per aver manifestato davanti al Tribunale di Brescia dove si celebrava il processo agli assassini di Hina Saleem, la ragazza pakistana uccisa perché era troppo "occidentale".

La Ettaib, come Souad Sbai, conduce una battaglia politica molto importante per le donne immigrate e l'Acmid-Donna può costituire un solido punto di riferimento per tante straniere che vogliono ribellarsi all'integralismo. Giusto, dunque, l'appello di Magdi Allam perché Ettaib ottenga finalmente la cittadinanza italiana: è sposata a un italiano e vive qui da molti anni.

Ma alle amiche marocchine chiedo di stare attente e non cadere in una trappola: per liberarsi di un integralismo abbracciarne un altro uguale e contrario.

Non dimentico infatti che Souad Sbai e tutta l'Acmid aderirono al Family Day, una manifestazione intollerante ed escludente. Stiano attente: gli integralisti sono tali, qualunque sia la loro fede. In Europa non possono imporre, ancora, il loro credo violento perché l'Illuminsimo e la Rivoluzione Francese ci hanno lasciato in eredità lo stato liberale e la Dichiarazione dei diritti dell'uomo.

Ma non credano che tanti opportunisti italiani, pronti a sostenerle in funzione anti-islamica, siano così moderni sui diritti delle donne. Souad Sbai non può difendere i diritti delle donne e conculcare quelli delle persone omosessuali: è il momento di scegliere e combattere i pregiudizi e i soprusi. Tutti.

Comments

atreliu said…
Bravissimo!!!
Anonymous said…
A proposito di integralismi.
Pensa che io ho conosciuto una coppia di omosessuali maschi regolarmente convivente da anni alla luce del sole uno dei quali insegnava religione cattolica in una scuola pubblica.
Il mondo è proprio strano.
F said…
Nel frattempo la Ettaib ha ottenuto la cittadinanza. L'aveva richiesta 4 anni fa. Quando si parla di burocrazia, eh?

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