Le due sponde del Tirreno

Due paesi, due mondi. Di là la civiltà, il rispetto, l'accoglienza, l'uguaglianza, i diritti. Di qua l'offesa, l'insulto, la discriminazione, l'esclusione, il ghetto. Il fossato che separa Spagna e Italia, quel mar Tirreno parte del Mare Nostrum è sempre più ampio e profondo. E ogni giorno che passa aggiunge anni-luce alla distanza dai "cugini" iberici.

Nella civile e laica Spagna il Parlamento ha approvato ieri, in via definitiva, la Ley de identidad de genero: le persone con un disturbo dell'identità di genere (transessuali) potranno ottenere il cambio di sesso all'anagrafe e sui documenti anche senza sottoporsi all'ultima operazione chirurgica, quella definitva che riassegna anche gli organi sessuali al sesso di arrivo. La motivazione di questo atto sta nella difficoltà - e durezza - di quella operazione e nel fatto che non sempre i risultati sono soddisfacenti e non tutti hanno la forza di sottoporsi a un trattamento così invasivo. Ma intanto esteriormente sono già nelle condizioni del sesso di arrivo (se da uomini a donne hanno già il seno, non hanno più barba e baffi, eccetera). Negare il cambio di documenti è discriminatorio e umiliante: pensate in aeroporto o negli uffici pubblici!

Tutti i partiti hanno approvato la legge, tranne il Pp (ma guarda!), che comunque l'aveva votata al Senato.

In Italia invece un vecchio senatore a vita - già inquisito e riconosciuto colpevole, sebbene con il beneficio della prescrizione, di associazione mafiosa - si permette battute di dubbio gusto su gay e contadini e impugna la bandiera dell'omofobia e della lotta ai diritti gay. Mentre nessuno - tranne Grillini e i radicali - si preoccupa di rintuzzarlo e il governo abbandona i Dico all'ordalia del Senato, dove non resterà articolo su articolo di quella povera legge. (Ovviamente Repubblica, che deve sostenere il governo Prodi e il Partito democratico, si guarda bene dal sottolineare questo scandalo).

Siamo discriminati, siamo ingiuriati e non otteniamo un briciolo di tutela. Il minimo sarenne amdare a Roma il 10 marzo - fra due sabati - a manifestare la nostra rabbia. ma già so che moltissimi gay e lesbiche rimarranno a casa, a guardare Amici di Maria e fare shopping.

Comments

restodelmondo said…
Bellissimo post.

Io vorrei scrivere una lettera alla Rodotà e a Battista per ringraziarli dei loro articoli...
Anonymous said…
sicuro! tutti a comprare mutando D&G da mostrare sotto i jeans ben calati...
F said…
Bravo Aelred!

La cosa più disgustosa è il silenzio di chi ci dovrebbe difendere, e di chi si dovrebbe indignare a tante esternazioni in libertà.. Il 10 dobbiamo essere numerosi, dire "esistiamo".
Venite da tutta Italia, una bella gita ar Cuppolone ;)
Unknown said…
Nel frattempo, ieri la Corte Suprema canadese ha esteso ancora una volta i diritti civili delle coppie gay. Su Anelli per dettagli :-)

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