DICO: che differenza!

Alcuni articoli del disegno di legge Bindi-Pollastrini sono indegni e irricevibili:
- quello sull'assistenza sanitaria dà facoltà agli istituti di curare di gestire i diritti per il convivente di un paziente. In questo modo le cliniche di ispirazione confessionale potranno continuare a respingere i partner omosessuali dei malati;
- quello sul ricongiungimento lavorativo prevede tre anni di convivenza per ottenere diritti e avere un trasferimento. Già ora, invece, molti contratti collettivi prevedono un'opportunità del genere per i conviventi senza requisiti di durata della coppia;
- quello sull'eredità prevede una quota di legittima inferiore a quella del matrimonio (un terzo in caso di figli del partner deceduto, contro la metà in caso di nozze), ma soprattutto prevede che si divida il patrimonio con i fratelli e persino i cugini! I quali possono essere liberamente esclusi con un testamento.

Ciononostante, credo che questo disegno di legge dovrebbe essere approvato. Non tanto per dare diritti (non ce ne sono o sono debolissimi), quanto per il valore simbolico di uguaglianza fra coppie di fatto etero e coppie omosessuali. Intendiamoci. la discriminazione per gay e lesbiche resterà comunque, perché gli etero avranno due possibilità di scelta (matrimonio e Dico), mentre i gay si dovranno accontentare dei Dico o niente. L'unica soluzione per l'uguaglianza dei diritti e il matrimonio esteso a tutti.
Comunque, a questo punto, meglio una legge monca che nessuna legge.

Certo, che differenza!
In Colombia la Corte Costituzionale ha esteso (con un voto 8 a 1) i diritti patrimoniali delle coppie etero con quelle gaye in Parlamento si sta discutendo una forma di unione civile per i gay. In Francia, invece, come segnala anche Gabo, la discussione è andata ben al di là: nessuno mette in dubbio che quelle formate da due gay e da due lesbiche siano famiglie (chiaro, ministro Bindi) e il dibattito riguarda l'adozione dei figli. Tutti gli studi condotti finora dimostrano che lo sviluppo dei minori e il loro equilibrio psichico è pari a quello dei figli di coppie etero. Lì si parla di omoparentalità, qui discutiamo se due gay possono presentare una dichiarazione contestuale, ma non congiunta, di convivenza all'anagrafe.

Comments

Unknown said…
Tesoro, io la vedo così: se guardiamo ai Dico dal punto di vista esclusivamente delle coppie gay che si vorrebbero sposare, i Dico sono una ciofeca per varie ragioni che non sto a ripetere, e in quanto discriminanti, sono da bocciare.

Se invece giudichiamo il ddl dal punto di vista delle coppie etero che non si vogliono sposare ma manco restare in concubinato, il ddl è da approvare.

Di certo c'è una cosa: è il fallimento della strategia moderata dei capi del movimento Glbt italiano. Se vuoi 10, non chiedi 11, chiedi almeno 20.

Ah, un'altra cosa certa: siamo un Paese del terzo mondo, in quanto a diritti civili.
Anonymous said…
"Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private disciplinano le modalità di esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell'altro convivente."

Il diritto del convivente di visita e assistenza in caso di malattia dell'altro convivente è chiaramente sancito. Le strutture mediche, come per qualunque altro parente, disciplinano l'esercizio dell'assistenza: in ospedale si entra dalle 15.00 alle 16.00 e tutte le domeniche mattina, ad esempio.

Suvvia, l'italiano non è un opinione.
Anonymous said…
Ciao Aelred,

quoto e sottoscrivo tutto ciò che hai scritto, tranne “il valore simbolico di uguaglianza fra coppie di fatto etero e coppie omosessuali”: è proprio questo ciò che manca nei miserrimi DICO, la dichiarazione non è “contestuale” - ovvero, non ci si reca in coppia a formalizzarla - ed inoltre tale “dichiarazione” andrà fatta molto probabilmente all’anagrafe, la quale, è noto, registra le singole persone e non le coppie. Non c’è alcun riconoscimento, neppure che abbia un “valore simbolico”, nei confronti della “coppia” comunemente intesa: tutto è stato scritto affinché ci si rifacesse esclusivamente ai “diritti del singolo individuo” (ti ricordi quelle famigerate sette righe del programma?).

Insomma, tanto hanno fatto per piegarsi ai desiderata della nomenklatura vaticana, da ottenere un pastrocchio che soddisfa maggiormente la cei, ruini e ratzinger piuttosto che i milioni di persone alle quali questa legge avrebbe dovuto giovare.

Per il resto, “tout se tient”.

Buona Settimana!
Anonymous said…
ciao Ale

state leggendo i giornali? qui siamo ormai alla Crociata..che infinita tristezza! non mi viene da incazzarmi, ma di rattristarmi..ciao.guapo

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