Le Corti stanno coi finocchi

La Corte del New Jersey ha confermato una teoria che avevo sviluppato negli ultimi anni, osservando le vicende delle coppie dello stesso sesso - gay e lesbiche - che si sono rivolte alla magistratura costituzionale in tutto il mondo.

Bene: ovunque i giudici, quando hanno accettato di affrontare la questione, hanno deciso in favore dei ricorrenti, condannando gli stati che non riconoscono alle coppie gay gli stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali.

La Corte Suprema del New Jersey ha dato al Parlamento statale 180 giorni di tempo per correggere la situazione e cancellare le discriminazioni. Ma qui è il caso di sottolineare un'altra sottigliezza, con cui i giudici hanno disinnescato l'argomento della giustizia "militante".

Sebbene non possiamo affermare che in questo stato esiste un diritto fondamentale al matrimonio dello stesso sesso, concedere diritti e benefici disuguali a partner dello stesso sesso (rispetto a quelli di sesso diverso, ndt) non può essere tollerato più a lungo in base alla Costituzione dello Stato
Capito? Non c'è - dice la Corte giustamente un "diritto di sposarsi" - c'è però un diritto all'uguaglianza e questo viene leso quando si permette a una parte dei cittadini, quelli eterosessuali, di formare coppie riconosciute dallo stato, mentre lo si nega a una minoranza, solo a causa del suo orientamento sessuale.
Negare diritti e benefici che sono concessi già alle coppie eterosessuali viola la medesima protezione della legge garantita dall'Articolo 1, paragrafo 1 della Costituzione. Per ottemperare a questo obbligo costituzionale, il Parlamento deve correggere la legge sul matrimonio includendovi le coppie dello stesso sesso oppure creare un'istituto parallelo che, su basi di uguaglianza, fornisca alle coppie dello stesso sesso diritti e benefici e obbligazione concesse alle coppie sposate.
Quindi, e a me pare la soluzione massimamente inattaccabile, non è indispensabile accedere all'istituto del matrimonio come esso è, bensì è imperativo ottenere un istituto che conceda diritti, facoltà e obbligazioni (eccole lì, finalmente) uguali a quelle delle coppie di sesso diverso. Questo impone la Costituzione del New Jersey.

In conclusione, hanno scritto i giudici, il Parlamento deve modificare la legge o creare un nuovo istituto; entro 180 giorni dalla sentenza.

Comments

Anonymous said…
Grandioso, sono pienamente d'accordo!

Non ho ancora letto il testo completo della sentenza, ma qui ha sollevato un polverone incredibile.
Unknown said…
Cari Aelred, FdA e Teo, anche qui in Canada se n'è parlato molto. Io, sommerso dalle cose di dottorato, non ho avuto modo di approfondire, ma grazie a questo blog ora l'ho fatto. Quello che voglio dirvi è che sono convinto che l'unica strada per la quale si potrebbe arrivare in Italia a una situazione simile a quella newjerseyana è proprio il passaggio per un tribunale. Occorre che una coppia gay italiana faccia ricorso per i 3 gradi, magari facendosi pagare le spese processuali da qualche associazione GLBT per costringere lo Stato ad applicare la Costituzione, per la precisione i suoi primissimi articoli fondativi.
Anonymous said…
@Aelred: ma una volta che il Parlamento seguirà i dettami della Corte suprema del New Jersey, la Corte Suprema Federale avrà voce in capitolo?

@Anelli: non sono così ottimista, in Italia ci vorrebbe un giudice che accoglie la questione di costituzionalità di una legge e rimanda alla Corte Costituzionale (ne ho accennato anche da me). Ma:
1) i giudici italiani non sono granchè ricettivi su questo punto, 2) quale legge andrebbe impugnata? non c'è nessuna legge che discrimina le coppie gay, perchè le coppie gay semplicemente non esistono in Italia.
La Corte Cost. potrebbe esortare quanto vuole il legislatore ad attuare l'uguaglianza dei cittadini, ma senza poterlo costringere, mi sa..
restodelmondo said…
Anelli: Bella idea. Ma ti ricordo che in Italia alcuni giudici sostengono che il crocefisso sia un simbolo di laicità. Bella idea, per un Paese in cui l'illuminismo abbia lasciato qualche traccia: e qui vedi al post precedente...

Disorder: Teo sicuramente può dirti di più, ma io penserei all'articolo 2 della Costituzione.
Unknown said…
Anche se non sono uno specialista di Diritto costituzionale americano, credo proprio che cio' che decide la Corte Suprema di uno Stato USA in materia di matrimonio sia assolutamente inappellabile dalla Corte Suprema Federale. Mi pare di ricordare che esiste una potesta' esclusiva di ogni Stato sul tema del matrimonio, ma di certo Teo puo' confermare o smentire questo mio ricordo alquanto vago.

In quanto al discorso "ma dove lo trovi il giudice" eh no, qui vi sbagliate. I giudici italiani sono come gli italiani: di tutti i tipi. Ce ne sono anche di gay, oltre che di etero dalla mentalita' occidentale e illuminista. Per cui non sarebbe impossibile trovare un giudice che, come dice Aelred nel post successivo, davanti al caso spiegato da Aelred, interessi la Corte Costituzionale.

Inutile dire che la discriminazione, sul piano giuridico, c'e' eccome: articoli 2 e 3 della Costituzione, che sostengono l'uguaglianza di *tutti* i cittadini dinanzi alla legge e il diritto di *ogni* cittadino a esprimersi nelle forme che ritiene migliori sul piano sociale eccetera.

Quegli articoli non discriminano nessuno sulla base del fatto che "pero' se sono gay allora non vale quanto appena detto". E dunque sono il paradigma al quale tutte le altre leggi dello Stato devono rifarsi. A meno di riformare gli artt. 2 e 3 Cos.
Anonymous said…
Rispondo ad Anellidifumo, visto che mi ha menzionato.

Il diritto di famiglia è tradizionalmente materia disciplinata dagli Stati, questo è vero. Ma che la Corte Suprema federale non abbia voce in capitolo non è vero, almeno (ed è l'unica ipotesi che mi viene in mente ora) nel caso in cui venga in rilievo una questione di illegittimità rispetto alla Costituzione federale.

Quanto alla prerogativa degli Stati in materia di diritto di famiglia, neppure qui le cose stanno nero su bianco. Ricordo il famoso Defense of Marriage Act del 1996: intervento federale in materia matrimoniale, sicuramente incostituzionale per violazione dell'art. IV sez. 1 della Costituzione, ma non perchè viola la sovranità degli Stati. Ricordo per esempio l'intervento federale contro la poligamia in Utah (che peraltro fu applicato dall'esercito federale, sic!).

Sinceramente mi domando come Stati federali possano giungere a conclusioni opposte utilizzando le stesse identiche norme. Vedi questa sentenza della Corte Suprema del NJ e quella di luglio della Corte d'Appello di NY. Questa è davvero la testimonianza concreta che le soluzioni giuridiche possono cambiare da ordinamento a ordinamento anche se le norme hanno spirito e lettera identici.
aelred said…
Teo, sull'ultimo punto del tuo commento precedente:
Ma la corte del New Jersey fa riferimento alla Costituzione del New Jersey, non a quella federale
e la Corte di New York ha respinto la richiesta delle coppie sulla base della Propria Costituzione
Unknown said…
Aelred, non credo che i singoli Stati abbiano ciascuno una loro Costituzione. Ma anche qui serve la parola ultima di Teo.

Teo, mi pare di capire che la cosa e' aperta assai. Sinche' nella Costituzione americana non sara' approvato un emendamento Bush che confina il matrimonio come unione di un uomo con una donna, gli Stati saranno liberi di approvare oppure no i matrimoni tra coppie dello stesso sesso. Ecco perche' alcuni Stati, come il Texas eccetera, hanno approvato leggi che identificano il matrimonio come unione eterosessuale. In quegli Stati, una legge c'e' e va rispettata. ma laddove la legge non c'e', come in NJ, ecco che la Corte Suprema puo' dire quel che ha detto.
Unknown said…
Equal, Aelred (il padrone di casa) presto ti spiegherà quel che ho già detto su Anelli: se la Corte avesse esteso il diritto al matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso, sarebbe stata accusata di sostituirsi al legislatore, argomento che in America gode dell'appoggio del presidente Bush (e di non molti giudici, a dire la verità). In questo modo, ridando la palla al potere legislativo, il potere giudiziario è inattaccabile. I giudici applicano la legge, in America, dando al legislatore le indicazioni per correggersi quando il legislatore toppa.
Anonymous said…
Anelli... i gay del New Jersey volevano che la Corte Suprema facesse il suo lavoro: dichiarare incostituzionale, periò inapplicabile, la discriminazione anti-gay presente nelle leggi matrimoniali del New Jersey.

La Corte Suprema avrebbe dovuto riconoscere il carattere discriminatorio dell'impedire anche ai gay il diritto di sposare la persona amata, perciò di essere escluso dalla rispettata, dalla amata, dall'unica, e inimitabile, istituzione matrimonio. La maggioranza della Corte, pur riconoscendo che le coppie gay devono (costituzione docet) avere la parità con le coppie eterosessuali, si è rifiutata... poichè non ha riconosciuto che l'impedire ai gay di sposare la persona amata fosse discriminazione. Ergo ha ordinato ai legislatori di riconoscere questa presunta parità entro 180 giorni, o via matrimonio o in "altro modo" ("altro modo" che, essendo un ghetto e non essendo l'inimitabile istituzione matrimonio, sarà necessariamente inferiore, quindi non portatore di eguaglianza).

La Garden State Equality, principale organizzazione gay dello Stato, nel suo comunicato di reazione alla sentenza, ha detto: "Those who would view today's Supreme Court ruling as a victory for same-sex couples are dead wrong. [...] That's why it wouldn't matter if the legislature added all the rights in the world to the current law without calling it marriage. Marriage is the only currency of commitment the real world universally understands and accepts. We're not seeking marriage merely for some moral, ethereal victory. We're seeking marriage because New Jersey has proven that marriage is the only way a gay civil rights law will ever work in the real world."

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