Perché non avremo la legge Mancino anti-omofobia

Da più parti si canta vittoria e si festeggia per la prossima correzione della Legge Mancino, che secondo le richieste del movimento gay e dopo gli ultimi fatti di cronaca - con violenze motivate dall'odio anti-omosessuale - dovrebbe introdurre, accanto alla repressione del razzismo, anche quella dell'omofobia.

Anche i ministri Amato (Interno) e Mastella (Giustizia) sono stati pronti a discutere questa importante innovazione e si sono dichiarati d'accordo. A mio parere, però, i festeggiamenti sono prematuri e anzi rischiamo di trovarci di fronte a un'altra delusione, magari peggiore di quella sui Pacs.

Se analizziamo bene la legge Mancino del 1993 - che anche allora prevedeva la tutela di gay lesbiche e transgender ma poi questa parte fu stralciata - ecco che cosa leggiamo:

1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell'attuazione della disposizione dell'articolo 4 della convenzione, è punito:

A) con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;

B) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.


2. È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell'assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la
reclusione da uno a sei anni.


Bellissimo, direte voi. Ma proviamo ad aggiungere al testo della legge - dove si dice per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi - la formula "fondati sull'orientamento sessuale".

La legge punisce sia i comportamenti sia l'incitazione al reato. Dunque ridurrebbe al silenzio (giustamente!) chi ogni giorno ribadisce la necessità di discriminare gay e lesbiche e trans; e quasi ogni giorno tuona contro la nocività del comportamento omosessuale. Non è una caso che l'ultimo intervento di sua Eminenza il cardinale Camillo Ruini sia proprio di questi giorni.

Accettera la chiesa cattolica romana di farsi censurare? Temo di no.
Sarà capace la politica di superare un veto vaticano? Rispondete voi...

Comments

Anonymous said…
Non avevo colto l'estrema problematicità di questo profilo. In effetti una norma del genere, assoluta manifestazione di civiltà giuridica, rischia di creare non poco imbarazzo in chi continua a sostenere la legittimità di certe forme di discriminazione.

Ci penserò...
Unknown said…
Teo e Ale, non pensateci troppo: al solito, fatta la legge trovato l'inganno, ammesso che la legge Mancino includera' mai la fattispecie identificata da Ale. Succedera' che si dira' che la liberta' d'espressione della Chiesa e' cmqe indiscutibile e va salvaguardata. Magari avranno addirittura la faccia di scriverlo anche nel testo di legge, una cosina tipo "a meno che non costituisca credo religioso, l'incitamento alla discriminazione basata sull'orientamento sessuale e' punita..." eccetera.

Teo, non prendertela, ma mi stupisce il fatto che non avessi pensato a questa conseguenza sulla parola del papa.
Anonymous said…
Ahah è vero, una coalizione che ha partorito le famose "7 righe" del programma figurati se non escogita una formulazione tipo quella che suggerisce AdF con clausola di esclusione per i deliri clericali...

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