Lanzillotta "papa girl"
Conoscevo Linda Lanzillotta come donna impegnata in politica, oltre che moglie di Franco Bassanini, ma non sapevo nulla del suo zelo neo-papalino, in difesa di antichi pregiudizi e contro i diritti civili. Mi dispiace che proprio da una donna, che meglio di altri dovrebbe capire l'importanza dell'uguaglianza, sia arrivato un attacco così forte alla comunità gay, lesbica, bisessuale e transessuale.
Ma che cosa è successo? Nell'ultimo Consiglio dei ministri, la Lanzillotta, ministro per gli Affari regionali, ha proposto di impugnare la nuova legge della Regione Puglia sul Welfare, che riconosce assistenza e prestazioni non solo alle famiglie - considerando quelle fondate sul matrimonio - ma anche alle persone legate da "vincoli solidaristici". Una formula che comprende anche unioni di fatto, convivenze e coppie dello stesso sesso.
Contro questa legge, la Lanzillotta ha tentato di spingere il governo a ricorrere alla Corte Costituzionale, sostenuta durante la riunione dell'esecutivo dal ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli. Entrambi sono della Margherita.
Per fortuna, sul fronte opposto - secondo le cronache - si sono schierati subito il ministro della Solidarietà sociale Ferrero (Rifondazione), quello dell'Ambiente Pecoraro Scanio (Verdi), la ministra delle Pari opportunità Pollastrini (Ds) e quella della Famiglia Rosi Bindi (Margherita). Il tentativo è stato bocciato alla fine da Prodi che ha ricordato come quella legge sia stata la conclusione di un lungo accordo fra laici e cattolici.
Certo, se il Partito democratico deve nascere all'insegna di queste divisioni - di qua i clericali, di là i laici e i cattolici democratici - forse è meglio pensarci bene. Fa specie che da un ministro del centrosinistra sia arrivato un tentativo così conservatore.
Ma che cosa è successo? Nell'ultimo Consiglio dei ministri, la Lanzillotta, ministro per gli Affari regionali, ha proposto di impugnare la nuova legge della Regione Puglia sul Welfare, che riconosce assistenza e prestazioni non solo alle famiglie - considerando quelle fondate sul matrimonio - ma anche alle persone legate da "vincoli solidaristici". Una formula che comprende anche unioni di fatto, convivenze e coppie dello stesso sesso.
Contro questa legge, la Lanzillotta ha tentato di spingere il governo a ricorrere alla Corte Costituzionale, sostenuta durante la riunione dell'esecutivo dal ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli. Entrambi sono della Margherita.
Per fortuna, sul fronte opposto - secondo le cronache - si sono schierati subito il ministro della Solidarietà sociale Ferrero (Rifondazione), quello dell'Ambiente Pecoraro Scanio (Verdi), la ministra delle Pari opportunità Pollastrini (Ds) e quella della Famiglia Rosi Bindi (Margherita). Il tentativo è stato bocciato alla fine da Prodi che ha ricordato come quella legge sia stata la conclusione di un lungo accordo fra laici e cattolici.
Certo, se il Partito democratico deve nascere all'insegna di queste divisioni - di qua i clericali, di là i laici e i cattolici democratici - forse è meglio pensarci bene. Fa specie che da un ministro del centrosinistra sia arrivato un tentativo così conservatore.
Comments
non capisco questa voglia di commistione dei DS... a mio parere (me lo auguro proprio) ci sarà un gran numero di transfughi (io per primo) dai DS ad altri partiti della sinistra italiana...