Imprese diverse

Se anche gli stati non riconoscono i diritti delle coppie dello stesso sesso, comunque ci sono anche altri modi - parziali e insufficienti, ma comunque utili - per vedere in parte rispettate le prerogative di due persone che convivono e non possono sposarsi, pur desiderandolo.

In Italia qualcosa è affidato alla contrattazione collettiva di categoria (e qui i sindacati possono fare molto); all'estero sono soprattutto gli accordi fra le grandi aziende e i dipendenti a sancire diritti e tutele per i compagni e le compagne dei lavoratori.
Così la compagnia aerea australiana Qantas ha deciso che riconoscerà lo status matrimoniale, e i relativi privilegi, alle coppie dello stesso sesso che si siano sposate in paesi dove è possibile farlo.

In un primo tempo la compagnia aveva respinto la richiesta di un dipendente canadese, in nome della legge australiana che definisce il matrimonio come l'unione fra un uomo e una donna. Adesso, invece, la società è tornata sulla decisione e ha aperto i suoi benefici anche ai partner dello stesso sesso, purché sposati.

Non così il colosso petrolifero Exxon-Mobil, che per il settimo anno ha respinto la proposta per introdurre i lavoratori glbt nel proprio programma anti-discriminazione. Gli azionisti hanno votato di no, ma rispetto all'anno scorso la percentuale dei favorevoli è salita dal 29,4 al 34,6%.
Prima della fusione Mobil aveva introdotto alcune norme antidiscriminatorie, sul modello di quelle in vigore nelle altre grandi compagnie Usa, non solo petrolifere; nel 1999, con l'acquisizione da parte di Exxon, l'aria è cambiata e le regole sono state ritirate.

Finché queste tutele non diventano leggi dello stato, il destino dei lavoratori lgbt e dei loro compagni rimane in mano agli azionisti.

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