Ci resta l'Europa

“Le mentalità non possono cambiare da un giorno all’altro; questo non è però il caso di comportamenti ufficiali e leggi, che possono, ed anzi devono cambiare, nel momento in cui entra in gioco la protezione dei diritti fondamentali dell’essere umano. I 46 Stati membri del Consiglio d’Europa sono legalmente tenuti ad adempiere agli obblighi derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Le loro autorità hanno l’obbligo legale di garantire il rispetto di tutti i diritti di tutti i loro cittadini”.

Non è una conquista recente l'impegno del Consiglio d'Europa in difesa di cittadine e cittadini gay, lesbiche, bisessuali e transgender.
Una volta di più, quindi, è un sollievo leggere il messaggio di Terry Davis, segretario generale del Coe, inviato alla conferenza internazionale contro l'omofobia, in corso oggi e domani proprio a Mosca, dove è stata vietata la marcia del Gay Pride.

“Desidero unire la mia voce a quella di coloro che condannano l’omofobia, fenomeno che purtroppo continua ad essere presente in numerose regioni d’Europa. Mi auguro inoltre che questa forma di discriminazione possa presto appartenere soltanto al passato.
“Nel considerare il proprio comportamento nei confronti di gay e lesbiche, l’Europa ha ben poco di cui essere fiera e molto ancora da farsi perdonare. Sessant’anni fa, gay e lesbiche erano vittime del nazismo. Oggi, nonostante non siano più costretti ad indossare un triangolo rosa, continuano ad essere vittime di costanti pregiudizi, intolleranza, violenza e discriminazioni ufficialmente sancite”.

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