Ci meritiamo il nulla che abbiamo

Se neppure noi gay, lesbiche, bisessuali e transessuali siamo in grado di lottare e manifestare per i nostri diritti, chi lo fara per noi?
Ci aspettiamo forse che qualcun altro decida di offrirci graziosamente ciò che noi non siamo in grado neppure di reclamare?

Sabato abbiamo manifestato a Roma, in piazza Santi Apostoli, davanti alla sede dell'Unione di centrosinistra. Da Milano siamo scesi in meno di venti, con un pullman offerto dal Cig-Arcigay, più due ragazze salite su con noi a Parma. Ma in piazza, sotto le finestre dell'Unione, non eravamo neppure 50! Fotografi e giornalisti erano più dei manifestanti.

Ma i romani dov'erano? C'erano Lo Giudice, Mancuso, Grillini e Fabrizio Marrazzo, presidente dell'Arcigay capitolina. Ma con lui non c'erano volontari (forse 2 o 3): eppure gli iscritti all'Arcigay Roma sono oltre 30mila. Nessuno di questi è venuto alle 12 di sabato mattina.

Dal circolo Mario Mieli neppure l'ombra. In fondo, la sera prima c'era Muccassassina.
Da Digayproject neppure mi dicono che Imma Battaglia è arrivata (ma fino alle tredici io non l'ho vista)...

Migliaia di gay vanno a ballare il venerdì a Muccassassina, a Roma. Almeno 2mila si ritrovano tutte le domeniche a Milano al Borgo del tempo perso, per la serata organizzata dal Cig. Altre migliaia, nel fine settimana e spesso in altre serate, vanno per parchi e boschetti a cercare sesso veloce e poco impegnativo. E fanno benissimo, per carità.
Ma nessuno di questi sente l'esigenza di scendere in piazza, per una volta una, a chiedere i propri diritti? Evidentemente no.

Se poi non avremo il matrimonio; se non avremo le unioni civili né il Pacs; se non puniranno l'omofobia e i crimini dell'odio; se non ci saranno nuove regole, più umane, per le persone transessuali. Ebbene, sarà solo colpa nostra. Perché i diritti non piovono dal cielo: si combatte per averli e si deve impegnare qualcosa.
A questo punto ha ragione D'Alema a dire che i Pacs non sono una questione prioritaria per l'Italia. Se non interessano al movimento gay, come possono interessare agli altri?

E intanto Grillini dice di protestare contro Prodi, ma non troppo...

Comments

Anonymous said…
Pienamente d'accordo con quanto scritto da Village: ogni minoranza ha i diritti che merita.
Ma non demordo: anche il femminismo in Italia è stato fatto da poche donne e i risultati li hanno ottenuti.
Io propongo tre punti per rilanciare il movimento GLBT, attualmente in grosse difficoltà.
Tre punti che non sono tutta farina del mio sacco, ma espressi verbalmente e per iscritto in questi giorni da tanti aderenti al movimento GLBT:
1) Tesseramento Arci Gay: si deve arrivare ad una netta divisione tra i tesseramenti dei circoli ricreativi (vecchia tessere Arci Uno) e i tesseramenti dei circoli politici.
Solo i tesserati del secondo tipo devono essere computati come aderenti all'ArciGay.
Saremo meno, ma almeno si uscirà da una pericolosa ambiguità e non si farà più affidamento su persone che non si sono tesserate perchè condividono gli scopi politici e sociali dell'organizzazione, ma solo quelli ludici, cosa assolutamente legittima ma diversa.
2) Fine del collateralismo con i partiti, tutti i partiti.
Certamente si può essere iscritti all'ArciGay e a un partito politico contemporaneamente, ma chiunque facesse parte della dirigenza del partito politico non dovrebbe essere dirigente ArciGay.
inoltre si deve arrivare all'incompatibilità tra il ricoprire cariche sociali nell'ArciGay e il candidarsi alle elezioni (di qualunque tipo, dalle circoscrizionali al Parlamento nazionale e Europeo).
Nel momento in cui chiunque presentasse la propria candidatura per un qualunque partito deve decadere immediatamente da tutte le cariche sociali.
Potrebbe ovviamente rimanere socio, ma nulla di più.
3) Creare immediatamente un Coordinamento nazionale dove siedano permanentemente i presidenti delle associazioni del mondo GLBT (ArciGay, ArciLesbica, MIT, ArciTrans, Crisalide, Circolo Mario Mieli, DiGay Project, LIFF, circoli locali ecc.), per decidere le azioni in comune cercando, se si riesce, di finirla con i personalismi.
Di questo coordinamento non dovrebbero fare parte le organizzazioni GLBT interne ai partiti (GayLeft dei DS, Pasolini del PdCI ecc.) perchè abbiamo visto che la commistione è pericolosa e limita l'indipendenza e la possibilità di critica.
Da questo coordinamento dovrebbe essere eletta un persona con la carica di portavoce unico nazionale, una persona che non sia già presidente di qualche associazione del coordinamento, e che sia l'unica autorizzata a esprimere la posizione ufficiale del mondo dell'associazionismo GLBT.
Se quanto da me proposto esiste già o già si fa, mi scuso (non mi sono informato bene prima di scrivere queste poche righe), altrimenti vi prego di rifletterci sopra e magari di proporle a chi ha il potere di attuarle
Fidanzato di Aelred
Anonymous said…
Dimenticavo: nel coordinamento nazionale di tutte le associazioni GLBT è assolutamente necessario entri anche l'AGEDO, perchè l'appoggio delle famiglie, degli amici, degli eterosessuali di buona volontà in genere, è fondamentale.
Fidanzato di Aelred
Gatto Nero said…
E' una cosa che ho sempre notato e mi ha messo su una certa tristezza: la comunità omosessuale romana è decisamente più debole di quella milanese. Almeno dal punto di vista delle idee, delle opinioni, della cultura.
Ero in Calabria, altrimenti sarei andato volentieri.
Da notare un'altra cosa che da un certo punto di vista conferma la mia teoria: tutti i blog di gay "importanti" sono di milanesi, più o meno.
Gayblog, Village, e altri. Parli di blog gay di "opinione"...
Anonymous said…
Aelred,

Ti leggo sempre con piacere, sia qui che altrove, ma stavolta non posso fare a meno di sottolineare la totale inconsistenza delle accuse che muovi a tutti quelli che, giustamente, non sono andati a quella stupida, meschina e patetica protesta sotto i balconi dell’Unione dei Clericali. Era sufficiente leggersi tutto ciò che è stato scritto in questi giorni nei forum dei due più importanti portali ad argomento gay (per tacer di tutti gli altri…), ovvero Gay.it e Gay.TV, per avere il polso di quelli che sono gli umori della maggioranza dei GLBT, che oramai disconosce, per non dire che rifiuta del tutto, sia l’ArciGay che il suo verticismo, come pure l’innegabile fatto che questa associazione sia “connivente” con i DS e con l’Unione. Ti segnalo solo questi due post (se hai tempo leggiti anche le altre decine e decine di post, tutti dello stesso tenore), che evidentemente ti sono sfuggiti:

http://www.gay.it/forum/read.php?43,405852

http://www.gay.it/forum/read.php?43,406315

Vorrei ricordarti che alla manifestazione pro-PACS del 14 gennaio scorso a Piazza Farnese a Roma, tenutasi di sabato pomeriggio, eravamo in 50.000, la gran parte romani. Come vedi, quando i motivi e le intenzioni per manifestare sono più che sensati, non viene a mancare neppure la partecipazione. Se la voglia di manifestare in piazza, da un mese a questa parte, non c’è più, non puoi imputarne le cause al lassismo dei gay. Eppure, tu, certo delle tue ragioni, addossi l’emblematico fallimento della manifestazione di ieri alla mancanza di impegno della comunità GLBT, facendo così un primo errore: vabbè, la tua è solo un’opinione personale, con tutti i limiti evidenti che si trascina dietro, ma guardati bene dal parlare a nome e per conto di tutti i gay, è un errore che si fa già a sufficienza in troppi blog gay. Insomma, da ciò che hai scritto si evince che chi ha manifestato ieri aveva a cuore le istanze del movimento GLBT, chi non c’era è il solito lavativo gay narcisista, tutto intento a condurre un’esistenza all’insegna del puro edonismo. Mi dispiace dover smontare la tua analisi puerile e semplicistica dell’accaduto, ma le cose non stanno così. La manifestazione è andata deserta per tutta una serie di motivi che andrò ad elencarti: l’ArciGay ha perso credibilità, visto che sono oramai 20 anni che esiste, senza aver apportato alcun vantaggio, dal punto di vista legislativo (pacs, leggi anti omofobe e anti hate-crime etc.) alla causa Glbt, e malgrado sia stata sempre sostenuta da tantissime iscrizioni di moltissimi gay, lesbiche eccetera. Inoltre, la gran parte di quelli che ieri non hanno “presenziato”, avranno ritenuto quantomeno patetico, per non dire autolesionistico, tornare a Roma per elemosinare l’inserimento del pacs, quello vero, nel programma dell’Unione, appurato che questo programma è gia “blindato”; i gay che ieri non sono andati a Piazza Santi Apostoli hanno capito meglio di te che le richieste GLBT sono state svendute sul tavolo delle trattative a favore di quelle di Ruini e della nomenklatura vaticana. E dunque hanno deciso di negare il loro sostegno all’Unione, ai Ds e ad ArciGay; poi, non s’è mai sentito che se l’ArciGay organizza un pullman, tutti, da bravi soldatini di una causa già persa, debbano dare incondizionatamente e immotivatamente il loro assenso! È ora che ArcyGay, DS, Unione e compagnia cantante comprendano che loro sono i nostri dipendenti, da noi eletti e retribuiti esclusivamente per portare alla nostra causa comune risultati tangibili, che ad oggi ancora non si vedono! La comunità GLBT in rete è assai più avanti di tutti i partiti e le associazioni suddette, tant’è vero che si è già mobilitata per dare il proprio appoggio alla Rosa nel Pugno, l’unico partito che, senza che alcuno gliel’abbia richiesto, da sempre, ben prima della nascita di ArciGay, DS e Unione, ha appoggiato e sostenuto tutte le richieste che provenivano dalla realtà omosessuale. In rete c’è già un instant-blog per sensibilizzare l’elettorato GLBT al voto pro Rosa nel Pugno:

http://appellorosa.blogspot.com/

Ti invito a linkarlo, e a porre il suo logo nel tuo blog: lo hanno fatto già in tanti.
Adesso, persino ArciGay, consapevole del proprio momento nero e del mancato supporto dei suoi sostenitori, si affretta ad appoggiare la Rosa nel Pugno:

http://www.gaynews.it/view.php?ID=36293

Ben vengano iniziative come questa, che rinnovano l’azione a favore dei diritti GLBT dal basso, democraticamente, a differenza di quella di ieri, diretta emanazione dei vertici dell’associazionismo GLBT.
Spero che tu non ne abbia a male se oso confutare le tue opinioni dal tuo stesso blog, visto che tu lo hai usato per criticare larga parte della comunità GLBT, che indubitabilmente la pensa diversamente da te e da chi ha organizzato quell’infausta manifestazione di calabraghe e di rinunciatari ad oltranza…

Ciao.
aelred said…
walter ego,
sono molto contento che tu contesti quello che dico sul mio blog: sicuramente mi offri l'opportunità di conoscere un altro punto di vista.
lungi da me voler difendere Arcigay per la sua sciagurata politica, sin dalla fondazione direi.
e infatti la mia prima critica era rivolta proprio ad Arcigay e alla sua incapacità di mobilitare i "propri" iscritti in primis. forse non mi sono espresso bene.
però sulla vitalità del movimento, beh avrei molto da ridire.
è facile scaldarsi e mobilitarsi online, sui newsgroup e nei forum. e - intendiamoci - è già un inizio. ma quanta gente poi fa seguire azioni concrete alla protesta? quanti si iscrivono ad Arcigay e provano a cambiarla? o fondano nuove associazioni attive e non semplici sigle senza séguito?
Non parlarmi della manifestazione del 14 febbraio, per cortesia.
c'ero anch'io e se superavamo i 5mila era già tanto. altro che 50mila!
basta venire ai Gay pride per cogliere la differenza del movimento italiano rispetto al resto d'Europa. parte della responsabilità è di Arcigay, ma anche questa è fatta da gay. se gli unici che si sono impegnati non hanno ottenuto risultati, che hanno fatto gli altri?
forse è il caso di fare tutti autocritica e capire che cosa vogliamo e come possiamo ottenerlo. non tutto si esaurisce con il voto del 9 aprile.
Poi: sabato non si andava a elemosinare nulla (accusi me, poi, che in linea di principio sono contrario ai Pacs ma li sostengo solo per non dividere il movimento), semmai a dire quanto siamo incazzati e pronti a voltare le spalle a Prodi e all'Unione.
probabilmente c'è stata anche una carenza di comunicazione
Anonymous said…
Non essendo iscritto all'ARCIGay (me ne guarderei bene in ogni caso, anche se nonmi trovassi nella bara, più che nell'armadio, nel quale mi trovo) mi permetto d'intervenire sulla questione. Potrei dire un mucchio di fesserie considerato che mi baso su quel che ho letto in questi anni e sull'idea che me ne sono fatto.

Sì, concordo con aelred: si parla tanto di discriminazione, ma gli omosessuali italiani si sono dimostrati finora incapaci di mobilitarsi in funzione del PACS o di altro. Queste cose, agli occhi dei politici, pesano: i gruppi di pressione contrari ad un riconoscimento (a cominciare dalla chiesa cattolica) sono forti, potenti ed ascoltati; il più importante gruppo che dovrebbe essere a favore (gli omosessuali) sono divisi in associazioni che danno spesso l'impressione di subordinare l'ottenimento di risultati agli obiettivi, personali e politici, dei loro minileader, e che realizzano una commistione tra finalità politico-culturali e "ricreative". Tutto questo si paga, e anche pesantemente. Un politico può anche promuovere questioni di principio, ma è nella sua natura fare anche dei conti della serva: quanti voti, e comunque quanta influenza politica guadagno o perdo se m'impegno in una politica per i PACS? La perdita è rilevante e certa, il guadagno è incerto sia nell'"an" sia nel "quantum".

Le proposte di fidanzato di aelred hanno senso. Io non sarei d'accordo solo su un aspetto della seconda: l'incompatibilità tra candidatura alle elezioni e appartenenza all'ARCIGay (che, tra l'altro, per non essere più collaterale, non dovrebbe nemmeno più chiamarsi "ARCIGay": che c'entra il riferimento nel nome ad un'associazione culturale tradizionalmente legata al PCI prima e al PDS e ai DS poi?). Al contrario: un'associazione dovrebbe svolgere proprio un'azione di lobby, e proporsi il sostegno a candidature favorevoli alle richieste degli omosessuali, siano essi gay o meno.

Tutto quel che dice fidanzato di aelred, almeno dall'esterno, è sacrosanto, ma io aggiungerei anche che dovreste sbarazzarvi dei leader (a cominciare dalla Battaglia, che mi pare molto fascista per il suo comportamento: vedi il caso Scalfarotto) che vi hanno portato a questo punto. Tabula rasa: squadra che perde si cambia.

Tutto questo tenendo presente che la vera partita si giocherà dopo le elezioni, SE e SOLO SE il csx vincerà. E, in vista di questa partita, a mio parere la scelta è chiara: votare in massa per la Rosa nel Pugno, cosa che probabilmente farò anch'io (perché nel mio caso giocano anche altre considerazioni: i PACS non sono in cima alla lista delle mie priorità).
Anonymous said…
caro Uguccione, ti ringrazio per aver apprezzato le mie proposte.
Voglio fare solo una precisazione: per me ci deve essere incompatibilita' tra candidatura alle elezioni e il ricoprire cariche direttive nelle associazioni glbt, non con il semplice appartenere a queste associazioni medesime.
Quindi ok a che dei soci ArciGay si candidino, ma solo se rinunciano alle cariche in Arcigay e restino semplici soci.
caro Walter Ego, che la maggiorparte dei gay italiani non si impegni nelle lotte politiche per il raggiungimento dell'uguaglianza e' un dato di fatto innegabile, piaccia o no.
Anonymous said…
ma ci siamo chiesti perché?
Anonymous said…
Caro Aelred io dissento sottolineando una cosa. Hai menzionato che migliaia di gay vanno alle serate Muccassassina, Alpheus, Max etc...sono per lo più persone dai 16 ai 40 anni. Ora, come per gli etero, anche per i gay varrà l'idea che ci si sposa dopo X anni di fidanzamento e comunque dopo aver trovato un lavoro e una casa. Allora, più che dei ragazzini mi chiedo, dove sono i gay e lesbiche ultra 35enni in coppia da molto e che magari vogliono pacsarsi.
Siamo proprio sicuri che sta voglia di matrimonio ci sia? Siamo sicuri che il matrimonio (status civile/sociale/religioso) deve avere una connotazione così politica? A piazza farnese c'ero e c'erano molti ragazzi/e di tutte le età. Forse una maggiore attenzione al "fruitore" e minor importanza al "decisore" a livello di marketing è da stabilirsi. Inoltre, sempre se vogliamo parlare di marketing (che si applica a tutto) sarebbe opportuno sondare se in Italia, il "cliente del pacs" sente realmente questo bisogno. Chiedete a gay.it di fare una ricerca di mercato/sondaggio e, secondo me, rimarreste sopresi dai risultati. A Roma ancora uno si vergogna di farsi vedere in coppia, pensa se vogliono il pacs...Ragazzi su, caliamoci nella realtà, qui non stiamo ad Amsterdam!!!!
Un saluto dal Guapo
Unknown said…
Sono uno dei pochi intellettuali (?) e blogger (questo è sicuro...) del movimento Glbt romano e forse nazionale. Giusto per dire che ero presente alla manifestazione di sabato alle 12 sotto l'Unione e che trovo puerili semmai le motivazioni addotte da Walter Ego e non quelle di Aelred.

Motivo sin troppo semplice: Arcigay e Ariclesbica, associazioni alle quali NON sono iscritto, sono le due realtà istituzionali maggiori del panorama GLBT italiano. Si battono da sempre per migliorare i diritti di tutti i GLBT e se sino a oggi hanno ottenuto poco o niente non è che sia colpa soltanto del loro operato, ma anche dello scarso ascolto che hanno nel mondo politico italiano di sinistra e di destra, notoriamente tra i peggiori d'Europa.

I gay che in questa fase così delicata criticano e delegittimano qualunque cosa facciano le associazioni come arcigay e arcilesbica, sia quando vanno al tavolo dell'Unione per trovare il compromesso(ossia il momento del dialogo riformista), sia quando protestano sotto la sede dell'Unione per il tradimento del patto (il momento della lite), sono soltanto i soliti solipsisti in grado di criticare sempre, di costruire MAI.

Vizio tipicamente italico, ancor prima che tipicamente gay. Cerchiamo di ricordarci che se arcigay e arcilesbica falliscono, è l'intero movimento a registrare un fallimento politico, non soltanto i segretari delle due associazioni.
Anonymous said…
la manifestazione di sabato è fallita perchè era inutile andare a protestare e chiedere per l'ennesima volta ciò che era stato promesso da prodi nero su bianco. arcigay ha migliaia di tesserati,ma per fortuna ognuno pensa con la propria testa e non con quella dei dirigenti.alla manifestazione non è andato neanche g. dall'orto, che è tutto dire, e che dal suo nuovo blog, pur dicendo che non voterà rosa nel pugno, appoggia quello che faranno molti gay il 9 aprile, cioè votare RnP,l'unico modo per far capire all'unione e alle arci qual è la direzione da seguire, cioè stato laico e pacs senza tentennamenti, mediazioni, rinunce o patteggiamenti. il voto di reazione è una forma di protesta e di manifestazione molto più efficace di quella che voi avete attuato sabato, non date la colpa a tutti quelli che non ci sono andati e che la pensano diversamente da voi, il vento sta girando da un'altra parte, prima ve ne accorgerete e meglio sarà per tutti...
aelred said…
anonimo delle 17:17 (ma quando vi toglierete questo vizio dell'anonimato...)
sul voto del 9 aprile ognuno si regolerà come crede (io, per esempio, penso che votero la Rosa), ma qualunque scelta non ci solleva dal fare pressione e farci sentire in altri modi. Per me ho ritenuto opportuno andare a manifestare in piazza il mio malcontento, altri (spero) faranno altro; ciò che è inutile è lamentarsi e circoscrivere la protesta a form e newsgroup: è il momento di una reazione fattiva, reale.
Poi, scusa, vieni sul mio blog, ti rivolgi a me con il noi (ma voi chi? io sono uno e rispondo solo di me stesso) e lanci profezie "il vento sta cambiando..."
magari cambiasse, sarei il primo a esserne lieto. e in ogni modo a Roma c'era anche Capezzone, uno dei leader della Rosa, che sta dentro l'Unione fino a prova contraria
Anonymous said…
Tutte le associazioni Arci (ArciGay, ArciDonna, ArciCaccia, ArciPesca, ArciClero) sono storicamente organiche e strutturali ai DS, e con questo partito politico devono giocoforza mediare e interloquire, con tutto ciò che ne consegue, incluso il mancato inserimento dei PACS nel programma dell’Unione.

Rispondo ad Anelli di Fumo: tu affermi di non esser tesserato ArciGay, io invece lo sono da 15 anni. Pertanto, ritengo di avere voce in capitolo almeno quanto te quando dico che la gran parte dei tesserati, dei sostenitori e degli attivisti non si riconosce più nell’associazione, nei suoi vertici e nelle sue iniziative-direttive, né tantomeno reputo, allo stato delle cose, che essa abbia il ruolo “istituzionale” che tu le attribuisci. E da questo ne consegue che neppure l’Unione e i DS siano più riconosciuti come interlocutori privilegiati dalla comunità GLBT, e la scarsa partecipazione alla manifestazione di sabato lo dimostra. Per quanto riguarda poi il fatto che, come scrivi tu, i gay che criticano ArciGay “sono soltanto i soliti solipsisti in grado di criticare sempre, di costruire mai”, mal te ne incolse, perché persino un militante storico come Giovanni Dall’Orto, alla luce dei recenti avvenimenti, ha osato criticare ArciGay: purtroppo, per esplicito divieto di Dall’Orto medesimo, non posso riportare qui i brani dei suoi due “pezzi” dove, tra gli altri argomenti trattati, muove critica all’ArciGay, però posso linkarli:

http://www.pacs.splinder.com/post/7210314

http://www.pacs.splinder.com/post/7210306

A questo punto, non credo che tu, in ossequio alle tue opinabili opinioni sul criticare o meno ArciGay in questo frangente, possa rivolgerti a Dall’Orto accusandolo di “criticare sempre, di costruire mai”: chi più di lui ha giovato e si è versato alla causa Gay? L’Arcigay è tutt’altro che intoccabile, e il fatto che ora sia al centro delle critiche è sintomo di vitalità, non di disfattismo. La differenza fondamentale tra il mio atteggiamento e il tuo, in tutta questa vicenda, e che io, dopo due decenni di militanza, ritengo di potermi muovere autonomamente, nonostante il biasimo di chi, come te, non è neppure tesserato. E per fortuna non sono l’unico né il solo. Persino Aelred, in un commento precedente al tuo, definisce testualmente “politica sciagurata” quella di ArciGay, spingendosi ben oltre quel che io stesso ho scritto in questo blog dell’ArciGay medesima; eppure tu, nel tuo commento, scrivi “trovo puerili semmai le motivazioni addotte da Walter Ego e non quelle di Aelred”: lo trovi coerente? Non mi sembra che in Aelred e nel suo lodevole contributo alla “causa comune” sia ravvisabile l’atteggiamento dei “soliti solipsisti in grado di criticare sempre, di costruire mai”…

Esistono più modi di “costruire” o di protestare: lo si può fare protestando in piazza con chi non riconosce né ritiene che la comunità GLBT sia degna almeno quanto Ruini, e lo si può fare decidendo - nonostante i desiderata di ArciGay o i diktat di Ds e Unione - di spostare il proprio voto verso lidi più promettenti. Questa si chiama democrazia.

Anelli di Fumo, ti invito a discutere con minore sicumera.

Ciao.
Anonymous said…
Certo che tristezza sapere che c'erano così pochi romani....

Intervengo in ritardo nell'interessante dibattito per aggiungere il mio poco qualificato punto di vista su un paio di questioni:
Le proposte di FDA sono sensate, ma quella del superamento delle rivalità in vista di una federazione è di sicuro la più difficile da attuare! E sempre sul discorso del cambiare o no i leader delle associazioni, quando la base del movimento (per "base" intendo quelli che muovono il culo in casi come questi, non gli iscritti unocard) è scarsa, il ricambio (così come la spinta per l'unità) non ci può essere...è un po' un circolo vizioso. Nella provinciale (ma abbastanza queer-popolosa, in proporzione) Firenze ci sono due associazioni (o tre, non si capisce neanche bene), che fanno sì il loro lavoro, ma il cui peso "politico" complessivo (visibilità mediatica, gente che riescono a portare in piazza) è scarsino..e non è neanche solo colpa loro, ma del poco seguito. (continua..)
Anonymous said…
...Per GUAPO, sul discorso delle motivazioni:
ho il sospetto che la maggior parte dei gay sopra i 35 non siano per niente "sistemati": NON è come per gli etero, NON ci si sposa e NON ci sono figli a tenere uniti dei legami, ed è più facile NON riuscire a trovare la persona giusta, oppure perderla e ritrovarsi soli. Ho anche la vaga impressione (ricavata da qualche conoscenza fatta negli anni, e anche dal tono con cui molte persone presumibilmente di quell'età scrivono su internet) che in tali condizioni, al crescere dell'età, spesso la voglia di impegno scenda drasticamente, ci si richiuda nel privato, nella riservatezza ed eventualmente nel sesso occasionale senza ricerca di relazione stabile (una volta constatato la difficoltà logistica e psicologica di trovarla e mantenerla, in una società del genere; e senza con questo voler negare che per qualcuno l'indipendenza sia una semplice scelta di vita).
Questo quadro incoraggiante è quello che spetterà tra qualche anno anche a uno sfigatello come me, peraltro: soprattutto se il clima in Italia resterà quello che è, e i gay potranno continuare ad essere se stessi soltanto nelle discoteche.

Per tutto ciò, credo che la risposta alla tua domanda ("ma siamo sicuri che questa voglia di PACS tra loro c'è?") potrebbe essere questa: Certo che avrebbero voglia di una relazione istituzionalizzata, ma sono talmente demoralizzati che rinunciano a battersi per un qualcosa che non gli servirebbe nemmeno.
Io spero di avere la forza di comportarmi diversamente.

[Scusate se forse ho fatto un po' di pseudo-analisi sociologica da strapazzo]
Unknown said…
Walter Ego, non entro più nel merito perché quel che dovevo dire l'ho detto. Si può scegliere di criticare l'operato di un'associazione quando siede attorno a un tavolo OPPURE quando protesta sotto quel tavolo, ma non in ambedue le circostanze.

La mia non è sicumera, è irritazione per i toni e i modi in cui ti eri espresso nel tuo primo commento.

Se sono due decenni che militi in Arcigay (io mi ci iscrissi solo a 17 anni, e ne uscii quando capii che non erano pronti, almeno a Roma, ad accettare una persona bisessuale come me) occorre che tu ti dia da fare dall'interno per stimolare un cambiamento, anziché criticare su un blog i capi nazionali della tua associazione.

Ma dimmi te se la difesa dell'Arcigay Arcilesbica la deve fare un iscritto al Mario Mieli e nei confronti di un socio arcigay...! :-)
Anonymous said…
Questo dibattito mi piace proprio.
Volevo dire a Disorder: sono stato fidanzato e convivente con un ragazzo inglese il quale un bel giorno mi chiese di sposarlo (in UK non c'è il pacs, ma un metrimonio civile). Praticamente il sogno di ognuno: casa, lavoro, un fidanzato splendido...ed io dissi di NO. Probabile che c'entrasse il sentimento, non so, ma ho sentito l'idea di "sposarmi" molto estranea e distante da me stesso.
Certo io ho avuto la possibilità di dire no, tutti noi italiani questa possibilità non l'abbiamo. Dissento anche dal tuo ragionamento che i gay sopra i 35 ormai sono disillusi, solitari e saunisti...beh dovresti vedere gli etero over 35 separati/divorziati, in confronto noi siamo delle Giuliette romantiche!

Per Anelli di Fumo, sei un bravo scrittore, una persona gradevole, ma i tuoi messaggi arrivano molto piu diretti se non usi termini come solipsismo ed affini.

Ciaooo dal Guapo
Anonymous said…
Guapo: non era esattamente mia intenzione fare un ritratto dei gay sopra i 35 come "disillusi, solitari e saunisti", anche se da come mi sono espresso poteva sembrare. Volevo solo notare come forse è troppo dura, a volte, lottare politicamente e impegnandosi in prima persona per qualcosa che difficilmente in Italia, visti i ben noti ostacoli, passerà mai, regalando a chi ha lottato qualche vantaggio concreto (non necessariamente economico, ma anche solo sociale e in termini di dignità: ti ricordo che gli etero divorziati/separati over 35, a cui accenni, non hanno su di loro lo stigma sociale).
L'operaio che lotta per un contratto migliore ha una prospettiva di ottenerlo; lo stesso vale per il militante leghista che vuole ottenere pistole libere, meno tasse e più agevolazioni per la sua attività. Qui invece sembra a volte una battaglia contro i mulini a vento. Ma non è un buon motivo per arrendersi, naturalmente.
Anonymous said…
AnelliDiFumo,

spiacente, ma sono io a scegliere le “circostanze” per criticare ArciGay nei modi e nelle sedi che ritengo più consone, e non tu, non ti riconosco alcuna autorità (né a te né ad altri) per dirmi cosa sia meglio o peggio fare per il bene dell'associazione stessa, anche considerando il fatto che tu, alla suddetta associazione, non sei neppure iscritto. Tutte le opinioni hanno patria. Se questo ti irrita, non posso farci niente.

Riguardo al “darmi da fare dall'interno”, ti rispondo: "abbiamo già dato", e per 20 anni. Quello che scrivo su questo blog o altrove, anche una legittima, fondata critica ad ArciGay (e ti ho dimostrato, senza tema di smentita, che ben altri calibri, come G. Dall’Orto, in questi giorni hanno criticato ArciGay), è filtrato dalla mia esperienza personale all’interno dell’associazione stessa; e la mia esperienza conta quanto la tua. Con la differenza che io, diversamente da te, me ne guardo bene dal rampognare la base del movimento e chiunque osi criticare ArciGay e i suoi vertici. In una democrazia ideale, ciò che conta è la comunità e i suoi desideri, non la “classe dirigente”, e quando questa democrazia è sana, la facoltà di critica si esercita sempre dal basso verso l’alto. Quando tu affermi che "non erano pronti, almeno a Roma, ad accettare una persona bisessuale come me”, io, a differenza di te, non mi sento investito di alcuna autorità per contestare quello che dici, proprio perché proviene dalla tua esperienza personale, un campo che esula dalle mie competenze e dalla mia conoscenza dei fatti. Pertanto, stavolta ti invito a parlare dei fatti che conosci, evitando di attribuirmi una mancanza di impegno fattivo all’interno di ArciGay, come si arguisce dalla lettura del tuo precedente commento.

Non condivido nulla di ciò che hai scritto, soprattutto quando definisci la direzione di Arcigay (votata dagli iscritti e ai quali deve render conto, e non viceversa) "i capi": l'uso di questa parola la dice lunga sul tuo concetto di democrazia.

ArciGay non ha necessità di esser difesa da nessuno, men che meno da te.

Ciao.
aelred said…
walter ego, grazie per questo ultimo intervento.
certo ti faccio notare che il primo a venire qui e giudicare sei stato tu, e per di più con un nickname inconsistente e tipico di questa nuova "vague" situazionista che dilaga ormai in Rete.
bene: abbiamo accettato le tue provocazioni, siamo intervenuti, ma ricordati che questo non è un forum - né di Gay.it né di Gay.tv - ma un blog privato, dove si deve mostrare cortesia verso il padrone di casa e i suoi ospiti. tutto qui.

continuo a pensare che l'opposizione tua e di tutte le persone come te (che, sia detto per inciso, corrisponde in gran parte al mio malcontento) al compromesso dell'Unione andava espressa pubblicamente.
se non alla manifestazione "di" Arcigay in un altro evento; e non relegata a due forum su Internet.

ognuno ovviamente è libero di scegliere le forme di impegno (e disimpegno) che più gli aggradano.
libero io di essere critico verso il (presunto) movimento gay italiano
Anonymous said…
Aelred,

rileggiti bene i miei commenti precedenti, e verificherai la robusta distinzione che passa tra il “giudicare” e il criticare, peraltro costruttivamente, come ho fatto in questa sede. Io non ho giudicato niente e nessuno: ho risposto - con cognizione di causa e fornendo elementi rintracciabili ovunque e da chiunque in rete - al tuo post e al commento successivo di AnelliDifumo, che mi chiamava esplicitamente in causa; se pensi che questo sia “giudicare”, allora devi ammettere che anche il tuo stesso post iniziale giudica, assai più pesantemente, gran parte della comunità GLBT italiana nonché la “sciagurata politica” (sic) dell’ArciGay. Fammi capire: se io esprimo la mia opinione giudico, se la esprimi tu o AnelliDiFumo esercitate il vostro diritto di critica, giusto?

Il mio nickname è “inconsistente” tanto quanto il tuo, e prima ancora di essere “situazionista”, deriva da un celeberrimo film di Woody Allen. Se in questo hai rinvenuto una “provocazione”, non posso farci niente, ma al momento ancora nessuna legge impone di postare in rete con le proprie reali generalità o con un nick a te più gradito. Questo malvezzo di guardare con diffidenza a chiunque non sia “loggato” e non gestisca un blog – e altresì essere benevoli con chi invece un blog lo gestisce – è tipico dei bloggers che si guardano l’ombelico: pare quasi che vogliano parlarsi esclusivamente tra di loro, ma forse è solo un’impressione, e forse, mi auguro, non è neppure il tuo caso. In questa sede le generalità di ciascuno sono ininfluenti, come pure il nick che ognuno liberamente si sceglie, contano invece le idee e le opinioni che ciascuno apporta alla discussione.

Mostrami se e dove avrei mancato di “cortesia verso il padrone di casa e i suoi ospiti”, e ti chiederò scusa. Se invece ritieni che argomentare con efficacia, pertinenza e vis dialettica equivalga a mancare di cortesia al proprio interlocutore, bé, allora ti devi studiare e/o ripassare larga parte della filosofia antica nonché contemporanea, sulla quale si fonda l’attuale concetto di democrazia.

Il tuo non è un blog “privato”: nel momento stesso in cui lo pubblichi (lo dice la parola stessa), è aperto alla partecipazione di chiunque: se non hai capito questo, tanto vale che tu lo chiuda o che ti armi delle forbici spuntate della censura. Oppure, preferisci o imponi che chi viene a postare qui debba essere sempre e comunque d’accordo con te e con i tuoi interlocutori elettivi e abituali, financo a stabilirne le modalità espressive (che nel mio caso sono state assai più che corrette e tutt’altro che scortesi)?

Riguardo ai forum di Gay.TV e di Gay.it, informati sui contatti quotidiani che sono in grado di generare: sono nell’ordine del migliaio per entrambi. Riflettono l’opinione di una vastissima utenza, assai più rappresentativa e autorevole di tutti i blog gay-oriented italiani messi assieme. Sminuire la portata, la democraticità e la rappresentatività di questi moderni mezzi di partecipazione, è quanto di più velleitario si possa fare. Io ti citato solo i due forum più seguiti, se hai tempo leggine anche altri, compresi moltissimi blog e newsgroup: constaterai personalmente l’unanime coro di critiche nei confronti di ArciGay, dei DS e dell’Unione, e la conseguente, enorme defaillance di credibilità che ne è conseguita, e che hai toccato con mano sabato scorso.

Il tuo ultimo commento sa tanto di: “Ma chi è questo qua, e come si permette!?” Ho forse compiuto delitto di lesa Maestà?

Scrivendo queste righe, voglio rassicurarti che ho allontanato da me qualsivoglia intento polemico.

Ciao.
aelred said…
Walter Ego, sei davvero singolare
le critiche qui sono benvenute, tanto più che, come dici tu, ho cominciato io a criticare gli assenti, che per definizione hanno sempre torto.
certo, tu qui dentro ti sei esibito in numerosi attacchi ad personam, non solo verso di me, ma anche nei confronti di Anellidifumo, che hai accusato di "sicumera" e di presunzione.
Ora: è vero che il mio blog è pubblico, ma a differenza dei forum che citi tu è anche uno spazio privato, il blog di una persona specifica, che è come un salotto.
quindi chi entra e commenta deve tenere conto anche del padrone di cass.
un piccolo riferimento al nick: i nick di blogger indicano senza dubbio una persona specifica, di cui si può andare a leggere che cosa dice e pensa quotidianamente.
+un nick come il tuo invece è giocoforza un po' anonimo. tutto qui
Anonymous said…
Disorder, la tua sarà anche analisi sociologica da strapazzo, ma a me, per quel che conta, si attaglia perfettamente.

Fino a pochi anni fa ero intransigentemente laico ed anticlericale. Ora non m'interessa più molto se un partito appoggia i PACS oppure no. Perché? Perché mi sono reso conto che la maggior parte delle persone si occupa soprattutto di divertirsi, di spassarsela e di queste cose se ne frega. E allora, per cosa dovrei combattere, io?

Ciò nonostante un barlume del mio io precedente è ancora rimasto, un tizzone rosso nella cenere, che voglio stringere nel pugno anche se fa male, come una Rosa: la Rosa nel Pugno sulla scheda!
Anonymous said…
Anelli di Fumo, forse Walter Ego le sua battaglie la fa già o le ha già fatte o non ha la possibilità di farle e critica in un blog perché non ha altre possibilità.

Ci hai pensato?
Anonymous said…
Aelred,

però, non esagerare: prima mi fai addebito di “giudicare”, adesso di essermi “esibito in numerosi attacchi ad personam”! Non ho fatto niente di ciò di cui tu mi accusi, né nei tuoi confronti né tantomeno contro AnelliDifumo. Io ho scritto “Anelli di Fumo, ti invito a discutere con minore sicumera”, e come puoi ben leggere, non è questo un “attacco ad personam”, ma bensì un invito garbato. Inoltre, “sicumera” non è certamente un insulto.

Trovami la parola “presunzione”, che tu mi attribuisci, in uno solo dei commenti che qui ho postato. Risparmiati al fatica: non c’è.

Rispondo ad Uguccione: è da un pezzo che non ragiono più in termini di “battaglie”. Il mio impegno all’interno della comunità GLBT si svolge oramai prevalentemente in rete: i risultati si raggiungono più facilmente e con minor dispendio di mezzi, soprattutto in termini di fatica personale e di energie investite; la mia professione, per quanto tra le più gratificanti di sempre, mi lascia poche risorse fisiche e ancor meno tempo. Riguardo al “critica in un blog perché non ha altre possibilità”, aprire un blog è una possibilità aperta a chiunque, se non possiedo un blog valgono i motivi di cui sopra.

Ciao.
Anonymous said…
Una risposta puntuta.

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