Obiezione di coscienza o atto di prepotenza?

Vi riassumo quello che è successo nelle ultime settimane in Spagna attorno alla questione del matrimonio gay. Una giudice spagnola di Colmenar Viejo, vicino a Madrid, ha bloccato la trasmissione dei documenti per due matrimoni fra persone dello stesso sesso, che hanno già ricevuto il via libera dallo stato civile. La signora Isabel López García-Nieto è un giudice amministrativo è il suo compito è squisitamente "notarile": trasmettere l'atto di matrimonio, perché la cerimonia possa poi essere celebrata in Comune.

La giudice però si è appellata al diritto all'obiezione di coscienza e ha chiesto al tribunale superiore di sollevarla dall'incarico e nominare un altro giudice, perché la religione cattolica, cui lei appartiene, le impedisce di accettare l'unione fra due persone dello stesso sesso. A stretto giro di posta il tribunale le ha risposto che non ha alcun diritto di sottrarsi al suo compito e che deve "attenersi alle norme vigenti e, in caso contrario, alle conseguenze che potrebbe comportarle la disobbedienza".Ora. Il diritto all'obiezione di coscienza è una grande conquista della civiltà, ma - a mio avviso - non può ledere il diritto fondamentale di altre persone, tanto più quando ricorre all'obiezione di coscienza non un privato cittadino, ma un pubblico ufficiale. Altro è il caso dell'aborto, in cui un medico può legittimamente rifiutarsi di praticare un atto così controverso (e comunque deve essere garantito il diritto delle donne di avvalersene); altro è l'atto amministrativo che precede un matrimonio. Forse - si domanda El Paìs - che la stessa signora si rifiuta di trasmettere gli atti di un divorzio?

Estendere in questo modo il diritto all'obiezione di coscienza porterebbe di fatto la nostra società alla paralisi. Abbiamo il diritto di avere le nostre idee, ma se il nostro ruolo ci impone un atto contrario alle nostre convinzioni - ma che non arreca danno a nessuno! - non abbiamo il diritto di metterci di traverso e impedire che altri cittadini esercitino un diritto riconosciuto dalla legge.
In questo modo un nazista potrebbe rifiutarsi di celebrare il matrimonio fra "un ariano e un'ebrea" o un fascista bloccare le nozze fra un uomo di colore e una donna bianca. Siamo sicuri che permettere atti del genere sia il linea con la nostra civiltà? Io credo di no.
(Ah. Nel frattempo si è sposato Pedro Zerolo a Madrid).

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